Fiorentina-Sampdoria 0-0: pareggio soporifero
Fra viola e blucerchiati finisce a reti inviolate, a seguito di un match priva di gioco e di emozioni. Al Franchi mancano le idee, lo spettacolo e soprattutto gli unici sussulti vengono o su calcio da fermo o con tiri velleitari dalla distanza visto l'approccio di entrambe le squadre alla gara.
Ma se sul fronte doriano era ampiamente prevedibile un approccio alla gara decisamente rinunciatario, visto che per Di Carlo un punto guadagnato a Firenze sarebbe stato una vera e propria manna dal cielo; dalla banda di Mihajlovic ci si aspettava decisamente di più. E così non arriva nessun regalo per il tecnico serbo, che nel giorno del suo 42° compleanno chiedeva ai suoi un bel cambio di marcia, e invece si ritrova a dover accontentarsi di un pari che nulla toglie e nulla mette al campionato dei viola.
Sembra lontano il tempo i cui la compagine di Firenze non aveva nessuna pietà tra le mura di casa, arrendendosi però agli avversari (anche troppo facilmente) solo quando giocava in trasferta. Nell’ultima settimana, invece, arriva il cambio di tendenza e così la Fiorentina modifica le sue abitudini, vincendo fuori casa e perdendo al Franchi.
A onor del vero le scelte per scardinate le barricate genovane lasciano perplessi un po’ tutti. L'utilizzo di uno scacchiere con due trequartisti alle spalle di un'unica punta Gilardino non è vincente e permette a Di Carlo, che a suo dire che non teme l'esonero, di guadagnare quel punticino in terra nemica che allunga la sua agonia sulla panchina doriana.
Mutu e Marchionni non incidono e di palle gol all’ariete Gila ne arrivano davvero poche. Non va meglio nemmeno quando Sinisa inserisce il piccolo folletto dell'est Ljajic, che però almeno ci mette l’impegno. E così, il migliore dei viola in questa noiosa Domenica risulta essere Behrami che lotta a tutto a campo e prova a rendersi pericoloso con la sua capacità di sfruttare gli spazi, inserimendosi da centrocampo.
Sul fonte opposto, la Sampdoria, uscita con le ossa rotta, dal derby di Genova e con i soli Macheda e Maccarone come pedine d’attacco, si presenta con Guberti a supporto di un solo attaccante e con un Volta, inventato come terzino destro. Un 4-4-1-1 che ha come unico risultato l’abbandono di Maccarone nelle terre di nessuno circondato da troppe maglie viola. Le uniche conclusioni degne di nota arrivano anche qui dagli uomini del centrocampo e portano la firma di Mannini e di Ziegler, che rigorosamente da fuori area non creano chissà quali pensieri a Boruc.
Senza ombra di dubbio ci si aspettava decisamente di più dai ventidue in campo, visto che entrambe le squadre avevano bisogno di fare bottino pieno per poter dare una svolta al proprio campionato e invece, alla fine di 90’ minuti soporiferi, le uniche note positive della gara sono il ritorno di Vargas dopo due mesi di assenza per la Fiorentina e l’ottima prestazione di Martinez Vidal che si erge come vero leader della difesa blucerchiata e si rivela un acquisto più che indovinato dalla società di Garone ormai orfana delle sue pedine migliori.