Fiorentina, Salah ferita aperta: “La Fifa può ancora punirlo”
Domenica c'è Fiorentina-Roma, ennesimo big match per la Viola di Paulo Sousa. Dopo essere uscito a testa alta dal San Paolo per la sconfitta col Napoli, i toscani – ancora in vetta alla classifica – ospitano i giallorossi in un match che può ridisegnare i rapporti di forza in cima al campionato. La rivalità tra i due club va ben oltre il dato sportivo perché il caso Salah, il Faraone che ha sedotto e abbandonato Firenze, è ancora una ferita aperta e il ritorno in riva all'Arno con la maglia dei capitolini è come spargervi sale sopra. Le parole dell'amministratore delegato viola, Mencucci, (ri)aprono il fronte della polemiche: "Questione chiusa? Niente affatto – ha ammesso a Tele Iride -. Per quanto ci riguarda è ancora in essere perché c'è un procedimento della Fifa in corso. Attendiamo le decisione, ovvero se punirà oppure no il calciatore per il comportamento avuto".
Colpa e ammissione di colpa. Rami Abbs, procuratore dell'ex Chelsea, è nel mirino della società viola che mai ha digerito l'atteggiamento avuto dall'agente durante la vicenda contrattuale che ha agitato l'estate dei gigliati. "Aveva firmato con noi un contratto pluriennale – ha aggiunto Mencucci -. C'era sì un diritto di veto, scelta sulla carta ma era solo per tornare al Chelsea. La cosa che possiamo aver sottovalutato è che Salah cambiasse tutto nel giro di così poco tempo… sicuramente sostenuto e spinto da quello che ci vuole offrire il kebab in Piazza della Signoria (Abbs, l'agente ndr)".
Vertenza Salah, il contratto della discordia
A gennaio scorso, durante il calciomercato invernale, Salah era arrivato in prestito alla Fiorentina direttamente da Londra, sponda Chelsea. Il club viola aveva esercitato l'opzione del rinnovo del prestito con i Blues versando un milione di euro a fine stagione ed entro i termini prestabiliti dall'accordo stipulato con gli inglesi. La posizione del calciatore era apparentemente blindata anche dal rinnovo del contratto depositato in Lega dalla Fiorentina. C'era, però, una falla nell'intesa tra società e calciatore: una scrittura privata secondo la quale l'egiziano, ex Basilea, avrebbe potuto esercitare entro il 30 giugno un diritto di scelta della nuova destinazione. Scelta – è la tesi sempre sostenuta dalla Fiorentina – che non sarebbe mai stata fatta e comunicata ufficialmente tanto da spingere il club toscano a convocare Salah per il raduno di Moena del 13 luglio scorso. A convincere il giocatore non bastò nemmeno un ritocco dell'ingaggio robusto (3 milioni a stagione, bonus compresi): Salah prima rientrò al Chelsea poi, come annunciato dal suo avvocato, lasciò trapelare l'intenzione di volere un altro club italiano nel quale giocare. Sembrava l'Inter, la spuntò la Roma.