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FIGC, Tavecchio apre al terzo extracomunitario

Brutta notizia per la Nazionale italiana, già alle prese con un difficile cambio generazionale.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Brutte notizie per Antonio Conte e la Nazionale italiana: il limite di extracomunitari tesserabili dai club italiani sale da due a tre. Unico "limite" sarà dovuto al curriculum del terzo arrivato, che dovrà rispondere a specifici requisiti. Ma la sostanza non cambia: il numero di extracomunitari in arrivo nel calcio italiano è destinato dunque fatalmente ad aumentare. Con buona pace dei giovani dei vivai, costretti ad arrancare in prestiti pluriennali in squadre che militano in serie inferiori, magari a discapito di qualche straniero dello stesso livello ma dal nome più esotico e dunque affascinante. I casi più eclatanti di giovani costretti ad "emigrare" sono quelli di Gian Maria Fiore, difensore pugliese classe 1998 di proprietà del Manfredonia, chiamato a disputare un provino con l'Atletico Madrid, e quello di Giuseppe Artuso, undici anni e regista delle giovanili della Reggina, attualmente in prova con il Barcellona.

Nel prossimo consiglio federale la normativa diventerà ufficiale, e dunque le porte al terzo extracomunitario saranno spalancate. Inizialmente, si era pensato di inserire il "curriculum" per il secondo, ma poi si è optato di aumentare il numero a tre, e così la norma è passata sul terzo lasciando i primi due liberamente tesserabili. Diversi i requisiti da rispettare, sulla falasariga della Premier League inglese: deve provenire da un paese che occupi un posto tra i primi 70 del ranking FIFA; essere stato convocato almeno due volte dalla propria Nazionale nell'ultima stagione (indipendentemente dall'essere sceso in campo o meno); avere almeno cinque presenze complessive in carriera come alternativa alle due convocazioni in tempi recenti. Altra novità riguarderà le rose: non più di 25 giocatori, di cui otto "italiani". Per "italiani" si intende che almeno quattro debbano provenire dal vivaio del club, gli altri quattro dai vivai italiani in generale. Per quanto riguarda i giovanissimi, condizione essenziale è che in Italia vengano a stare anche i genitori e frequentare quattro anni di scuola prima di poter essere tesserati.

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