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FIGC, sarà commissariamento: è la vittoria di Malagò. Ora che succederà?

Il futuro del calcio italiano annega in un trionfo di schede bianche. La giornata all’Hilton di Fiumicino si chiude con un nulla di fatto. E’ la vittoria del presidente del Coni, Malagò, che aveva caldeggiato il rinvio delle elezioni e adesso avvierà il commissariamento dell’intero movimento incapace di rigenerarsi dopo la crisi scoppiata con la mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018.
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Il futuro del calcio italiano annega in un un trionfo di schede bianche. La giornata dell'elezione all'Hilton a Fiumicino, dopo il prologo di ieri con i tentativi di accordo orchestrati da Lotito nella notte, non portano risultati. E la democrazia rappresentativa lascerà il posto all'uomo solo al comando, a un commissario che sarà nominato dal CONI nelle prossime 24-48 ore quando sarà convocata una giunta straordinaria, e resterà in carica dai 90 giorni in su. Molto probabilmente sarà lo stesso Malagò, che aveva caldeggiato questa soluzione per evitare lo scenario di un calcio impotente di fronte alle sue stesse divisioni.

Le votazioni: Tommasi primo escluso

“Quanti voti hai? L’unica domanda del dopo Italia-Svezia. Quanti voti hai? Il problema non è il vincolo sportivo o altre norme, il problema sono giocatori che smettono, società che si fondono, genitori che pagano per far giocare i figli, sono gli allenatori che giocano sul giovane avversario”. Così parlava Damiano Tommasi, terzo nei primi tre scrutini con poco più del 20% dei voti. Il presidente dell'AIC, escluso dopo la terza votazione, ha lasciato spazio al ballottaggio fra Sibilia e Gravina, il presidente della Lega Pro.

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Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti ha ottenuto il 39.37% delle preferenze al primo scrutinio, in cui sarebbe servito il 75% dei voti per essere eletti. Al secondo scrutinio, in cui sarebbe bastata la maggioranza dei due terzi, Sibilia è salito al 40,41% rimanendo davanti a Gravina (36,29% con 185.74 voti) e Tommasi (22,23%, 113.79 voti). Si è proseguiti quindi con il terzo scrutinio, dove il quorum richiesto era del 50,1%, con una terza fumata nera.

Damiano Tommasi e l’assocalciatori hanno deciso di votare scheda bianca al quarto scrutinio, che di fatto è un pro forma “Diamo rispetto, ma vogliamo rispetto. Siamo il 34% perchè rappresentiamo un grande peso nel calcio italiano. Confermo l’amicizia con Malagò, ma rivendico la mia posizione di difesa dei dilettanti anche dal Coni” diceva prima delle votazioni Sibilia.

Sfuma l'accordo Sibilia-Gravina

“Per un senso di responsabilità, la Lega Nazionale Dilettanti su proposta del sottoscritto e per il bene del calcio aveva fatto un passo indietro, riconoscendo a Gravida la presidenza della Federcalcio” ha svelato Sibilia. “Prima mi avevano detto che erano d'accordo – e mi pareva giusto così – e che avrebbero dovuto consultare le componenti che avevano appoggiato gravina. Poi nessuna risposta, se non una telefonata di Gravina, ripeto una telefonata, in cui mi ha detto che non si poteva fare questo accordo. Su questo non ci sto, per cui la LND voterà scheda bianca”.

“Ho una dignità, pensare di rinnegarla solo per diventare presidente della Federcalcio non fa parte del mio modo di intendere il calcio" fa sapere Gravina. "La proposta non poteva essere accettata da me soltanto. Con me c'era un gruppo di società di A, B e Lega Pro, gli allenatori, l'AIA. Non posso decidere io di accettare delle deroghe alla piattaforma di lavoro condivisa con questo gruppo di lavoro. Il commissariamento è una sconfitta per la classe dirigente, una grande opportunità per il calcio”.

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Il futuro della Lega Calcio

Malagò l'aveva chiesto di rinviare la votazione di 90 giorni, per arrivare all'elezione con la Lega A non più commissariata. La questione non è affatto secondaria. C'è da decidere l'assegnazione dei diritti tv. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, spinge per l'accordo con gli spagnoli di Mediapro che hanno offerto 950 milioni, più degli 830 cui si era arrivati con le negoziazioni private, e per l'attuale capo della Liga Spagnola, Tebas, come amministratore delegato, difficilmente scelto, però, soprattutto in caso di accordo con Mediapro. Il calcio italiano deve consegnarsi agli spagnoli? È una delle domande su cui ruota il futuro del calcio.

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Questione governance: da riformare il 34% alla Lnd

L'altro aspetto su cui il commissario dovrà necessariamente intervenire riguarda la governance. Al centro quel 34% dei voti in assemblea in mano alla Lega nazionale dilettanti. “ Diamo rispetto, ma vogliamo rispetto. Siamo il 34% perchè rappresentiamo un grande peso nel calcio italiano” ha detto Sibilia.

Proprio la paura di una redistribuzione dei pesi elettorali, con il possibile spostamento delle gerarchie verso la Lega di A e B, che garantiscono la fetta maggiore degli introiti del calcio italiano, avrebbe spinto all'ultimo disperato ma infruttuoso tentativo di “inciucio”.

“E’ stata una perdita di tempo, una rottura, come avevo previsto, sapevo che sarebbe finita così. Il calcio va ricostruito dalle fondamenta” si sfoga Aurelio De Laurentiis. “Dovevamo rinviare le elezioni e trovare una condivisione perché il calcio ci guarda e al centro va messo il pallone e non le poltrone” nota Massimo Ferrero. “È stata una buffonata, ora ci sarà il commissariamento, per me c’era sotto un piano per andare verso questa direzione”.

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Come scriveva Massimo Caputi su Leggo, il calcio italiano “si è confermato incapace di ogni buon senso, ancorato a quegli interessi di parte che ne impediscono qualsiasi intesa o tentativo reale di riforma. Solo il cambio dello Statuto, che riequilibrerebbe pesi e forze, può salvare la Federazione”.

Chi sarà il prossimo commissario tecnico della nazionale

Il 60% delle schede bianche testimonia le divisioni, l'immobilismo, la difesa di rendite di posizione nell'ora più buia, in cui il rinnovamento è interesse, esigenza collettiva. Anche perché rimane da nominare il commissario tecnico della nazionale con cui avviare un nuovo percorso che parta dalla Nations League e arrivi almeno fino al prossimo Campionato Europeo.

Secondo Gravina, il nome del ct è un falso problema, perché nel budget è prevista una cifra notevole: 1,32 milioni il contratto di Ventura, decisamente inferiore però rispetto ai 4 di Loew e ai 3,1 di Terim. Sibilia, come peraltro Tommasi, si sono indirizzati verso Roberto Mancini anche se, hanno spiegato, non si è parlato di nomi. Non è escluso nemmeno un ritorno di Conte. L'incertezza, dunque, regna. La strada per ripartire è ancora lunghissima. Il calcio è sempre più un manifesto dell'Italia.

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