Figc, norme più severe: mai più un altro caso Parma
L'Assemblea Federale ha varato nuove norme per l'acquisizione dei club e per l'iscrizione ai campionati: la parola d'ordine è mai più casi Parma. La brutta esperienza di quest'anno, con il club emiliano dichiarato fallito dopo quattro presidenti cambiati nel giro di pochi mesi ed un destino ancora difficile da decifrare, ha fatto sì che la FIGC emanasse nuove norme che possano evitare in futuro casi simili, o quantomeno limitare al minimo dei rischi del genere.
In primis, bisognerà soddisfare predeterminati requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria per entrare anche come soci di minoranza in un club. Norma che vale per tutti coloro interessati a rilevare una quota pari o superiore al 10% di un club. La solidità finanziaria dovrà essere garantita da un istituto di credito (nazionale o estero), mentre si controlleranno anche i precedenti penali, in particolare la presenza di reati come truffa ed appropriazione indebita, oltre alla richiesta di un certificato antimafia. Cambieranno anche le norme per l'iscrizione ai campionati, con la valutazione dell'equilibrio finanziario ed economico delle società. Entro la stagione 2018/19, l'obiettivo è il pareggio di bilancio per tutti i club, che deve essere raggiunto in questo modo: pagamento di tutte le insolvenze entro la stagione 2015/2016 (chi non lo farà, dovrà presentare un piano di risanamento), poi scatterà un blocco degli acquisti nel 2016/2017 in caso di saldo non positivo, e dal 2017/2018 il mancato rispetto di questi parametri porterà alla non iscrizione del campionato.
La riforma dei campionati, invece, slitta a giugno: bisognerà approvarla entro il 30 per poterla utilizzare al più presto. "Ho detto che un campionato ideale dovrebbe essere a 18 squadre in A e 20 in B", ha spiegato Carlo Tavecchio, "ma una massima serie a 18 squadre rende più esaudibili le richieste relative all'attività della nazionale mentre un campionato a 22 è di difficile mantenimento. Tutto questo sarà allo studio delle leghe". Per quanto riguarda gli stadi di proprietà, il presidente federale si è detto scettico: "Penso sia difficile fare stadi nuovi con mezzi propri. Società che oggi possano fare lo stadio con mezzi propri le vedo difficilmente individuabili, mentre possono invece sistemare le strutture esistenti".