Figc: 4 milioni di risarcimento per Calciopoli. Ma dimentica i 440 da dare alla Juve
A distanza di sei anni è arrivato il conto di Calciopoli. Un conto salatissimo per molti, soprattutto per chi – condannato in vario grado dalla giustizia sportiva – ‘avrebbe leso l'immagine federale' essendo, al tempo dei fatti contestatigli, un tesserato della Figc.
A fare l'elenco dei risarcimenti è stata la Corte dei Conti che ha provato a quantificare il danno recato alla Federcalcio che, davanti ad una cifra di risarcimento di circa 4 milioni di euro, si sta già sfregando le mani pur sapendo bene che sarà difficilissimo ottenerne almeno un terzo.
Eppure c'è euforia, per una notizia evidentemente attesa in Figc più di quanto non sia la ricerca della verità attorno ad uno scandalo che ha ancora, a distanza di anni, più ombre che luci.
Ma la decisione della Corte dei Conti porta con sè uno strascico importante di cui, in questo momento di entusiasmo generale, non si sta tenendo in debito conto: se la Figc pretenderà di essere risarcita, dovrà fare lo stesso nei confronti della Juventus. Il club bianconero, già mesi fa, aveva fatto richiesta formale di risarcimento ‘danni' pari a oltre 440 milioni di euro nei confronti dei vertici del calcio italiano che, ovviamente, aveva rifiutato. Ora, la Corte dei Conti potrebbe creare un ‘pericoloso' precedente proprio nei confronti della federcalcio che da un lato rientrerebbe di 4 milioni ma sarebbe obbligata a sborsarne 100 volte tanti.
Ne varrebbe la pena? Non sarebbe il caso, allora, come ha fatto il Milan da tempo, mettere una pietra sopra Calciopoli imponendo ai propri tesserati di non parlarne più? probabilmente sì, ma ricostruiamo i fatti di queste ore.
Secondo quanto ha riferito in prima battuta l'agenzia Ansa, trovando poi ridondanza e conferme sulle pagine dei quotidiani sportivi nazionali, l'accusa è precisa: "danno all'immagine" alla Figc e per questo, tutti i coinvolti, devono alla Federcalcio un totale di quasi 4 milioni di euro.
La condanna al maxi-risarcimento riguarderebbe 14 persone (per un importo complessivo precisamente di 3,970 milioni di euro) entrando in dettaglio per ogni singola voce e soggetto.
La richiesta più pesante, che arriva ad un milione di euro tondi, sarebbe per Paolo Bergamo, l'ex arbitro e soprattutto designatore al tempo dello scandalo Calciopoli. Poi un lungo elenco che si conclude con i 10.000 euro di condanna per i collaboratori arbitrali Claudio Puglisi e Fabrizio Babini.
Nel mezzo, una condanna per un risarcimento di 800.000 euro richiesto per Pierluigi Pairetto (altro designatore) e uno di 700.000 euro per Innocenzo Mazzini (ex vice presidente federale). E poi ancora: mezzo milione per Tullio Lanese e Massimo De Sanctis e 100.000 euro per Salvatore Racalbuto.
Alcuni, come Bergamo hanno già fatto sapere l'inconsistenza e l'incongruenza di tale richiesta di risarcimento: "Le telefonate erano state caldeggiate a volte dalla stessa Federcalcio. Adesso – ha detto Bergamo – non può certo richiederci i danni". Una dichiarazione che, alla luce di quanto accadde, potrebbe avere anche fondamento. Sullo scandalo di Calciopoli molte indagini si sono basate sulla teoria che i coinvolti "non potevano non sapere" ciò che stesse accadendo.
Tra questi, anche la stessa Figc che si è sempre professata parte lesa anche se molti indagati (e alcuni condannati) erano suoi diretti tesserati, dalla segretaria al vicepresidente. Da qui una domanda spontanea, cui nessuno ha ancora risposto: come faceva la Figc, intesa come istituzione massima nel calcio, a non sapere cosa stessero facendo i propri tesserati inseriti tra le più alte cariche della stessa? Forse non ha ragione Bergamo che la Federcalcio sapeva e taceva? E se è così, come si può permettere oggi di richiedere dei risarcimenti?
Su Calcio Fanpage, già in tempi non sospetti avevamo scoperchiato un calderone rovente dal quale erano fuoriuscite sin da subito precise colpe della FIGC, anch'essa restia a denunciare alle procure e alle autorità elementi fondamentali ai fini dell'inchiesta sul Calcioscommesse.
La Figc sapeva tutto (o quasi) sin da subito, eppure oggi richiede i danni rifiutandosi contemporaneamente di risarcire: un controsenso illogico, dalle conseguenze rischiose,.
Senza entrare nel merito e stando solamente alle cifre in gioco, è evidente che si entra nel ‘gioco' dei risarcimenti, le richieste valgono per tutti.
O per nessuno. E i 4 milioni della Figc sono nulla rispetto a ciò che la società bianconera da tempo ha richiesto, cioè 440 milioni.
Dunque, la Figc rifiuta di risarcire il club più colpito da Calciopoli, le cui ragioni di innocenza vengono in parte sostenute da una sentenza che non ha rilevato alcun illecito perpetrato, un campionato comunque regolare e un tentativo di illecito da parte di alcuni suoi tesserati, quali Giraudo e Moggi.
Nel frattempo, la stessa Figc però pretende lei stessa un risarcimento come parte lesa.
Qualcosa non quadra. Il rischio è che la Figc riesca ad ottenere 4 milioni di risarcimento ma che ne debba dare poi 440 alla Juventus per gli stessi motivi.
Facendo due conti è evidente che non ne valga la pena e che la federcalcio faccia un passo indietro per non dissanguare le proprie casse. E non perdere la faccia.