FIFA, ufficializzati i cinque candidati alla presidenza

Inizia a delinearsi la corsa per la poltrona della FIFA: dopo lo scandalo che ha travolto Sepp Blatter e Michel Platini, vale a dire il presidente in carica ed il candidato numero uno alla successione, saranno cinque i nomi a sfidarsi nelle prossime elezioni del 26 febbraio. E tutto lascia credere che sarà una votazione molto accesa e combattuta, che si deciderà all'ultimo voto: i candidati sono Ali Bin Al Hussein (principe di Giordania), Salman Bin Ebrahim Al-Khalifa (sceicco del Bahrein), il francese Jerome Champagne, il sudafricano Tokyo Sexwale e lo svizzero italofono Gianni Infantino.
Infantino, già uno dei massimi dirigenti della UEFA, può contare anche sui voti dell'America Centrale (UNCAF), vale a dire quelli di Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama. Senza dimenticare ovviamente la confederazione europea (UEFA). Proprio lui potrebbe essere il candidato favorito, anche se non è da escludere che a vincere possa essere uno dei due candidati arabi, che lascerebbe poi il ruolo di "direttore generale" ad Infantino, che sarebbe di fatto il deus ex machina della FIFA.
Il confronto al Parlamento Europeo, che avrebbe visto la partecipazione dei cinque candidati, è nel frattempo saltato a causa della duplice assenza di Ali Al Hussein e di Sexwale. "Segnale negativo, occasione mancata", hanno detto gli organizzatori: è la seconda volta, infatti, che il confronto salta. Nel frattempo, Champagne ha fatto sapere di essere pronto a revocare l'assegnazione dei Mondiali al Qatar qualora fossero dimostrate le accuse di corruzione. "In quel caso non dovremmo andare di nuovo al voto ma applicare la giurisprudenza del Cio e assegnare la medaglia d’oro a chi aveva vinto l’argento, cioè gli Stati Uniti", ha spiegato. Insomma, tutto lascia credere che fino al 26 febbraio sarà una "lotta" senza esclusione di colpi tra i cinque candidati.