FIFA, quei 10 milioni che hanno inguaiato Blatter
Joseph Blatter si dimette. A maggio del 2016, ha annunciato nella conferenza stampa indetta a Zurigo, ci sarà il nuovo congresso e l’elezione di un nuovo presidente. A far crollare l’ultima difesa dello svizzero, rieletto solo tre giorni fa per la quinta volta alla presidenza della FIFA, è il coinvolgimento di Jerome Valcke, che ha disposto i tre bonifici, la tangente da 10 milioni di dollari pagata dalla Federazione Sudafricana, da girare sul conto controllato da Jack Walker, presidente della Concacaf, la Confederazione nord e centro americana, per il suo ruolo nel favorire l’assegnazione al Sudafrica dei Mondiali 2010. A vanificare la difesa della FIFA una mail, pubblicata da Repubblica, che il presidente della Federcalcio sudafricana Oliphant gli scrive il 4 marzo 2008. "Dear Mr Valcke", scrive Oliphant, "A seguito della decisione del governo sudafricano, la South African Football Association richiede che la Fifa trattenga 10 milioni di dollari dal budget previsto per il futuro Comitato organizzatore dei mondiali 2010 e giri quella somma al programma Diaspora Legacy, riducendo il fondo totale da 423 a 413 milioni di dollari". Il programma, si legge nella lettera, è amministrato direttamente dal presidente della Concacaf, che allora è Jack Warner, al centro di tutte le trame oscure del calcio mondiale.
I Mondiali 2010 – Warner, che avrebbe anche comprato un intero palazzo a Miami nel 2005 con fondi della CONCACAF. è uno dei sette dirigenti FIFA arrestati in questi giorni in Svizzera, che saranno processati dai giudici della corte distrettuale dell’Eastern District di New York. I 10 imputati (ci sono anche i tre responsabili di due media company sudamericane coinvolte nel marketing sportivo e nella compravendita di diritti tv), scrivono i giudici, “hanno cospirato per creare un sistema di pagamenti illeciti e dato vita a varie attività criminali, compresa la frode e il riciclaggio di denaro alla ricerca di un beneficio economico e personale (attraverso): l’uso di falsi accordi per servizi di consulenza per creare un’apparenza legittima ai pagamenti illeciti; il ricorso a intermediari fidati, consulenti finanziari e currency dealers per facilitarli; l’uso di compagnie schermo, prestanome, conti cifrati in paradisi fiscali(…); l’acquisto di immobili, l’evasione fiscale, l’ostacolo alla giustizia”. Nelle 164 pagine dell’Indictment Act, nel delineare il sistema di corruzione e definire i 47 capi di imputazione (si va dall’associazione a delinquere, alla frode, all’ostacolo alla giustizia), la corte ha raccolto una serie di elementi di prova che fanno luce sui pagamenti illeciti che hanno portato il Sudafrica a ospitare il primo Mondiale nel continente nero.
Il viaggio con Blazer – Warner, si legge al paragrafo 186, ha mantenuto legami con la federazione sudafricana dopo il fallimento della candidatura per l’edizione 2006. Dai primi anni 2000 un suo parente (indicato solo come “co-conspirator 14”) “ha usato i suoi contatti per organizzare una serie di amichevoli con nazionali centro-americane e fatto da intermediario per portare a Trinidad e Tobago una valigetta piena di dollari, che gli viene consegnata da un alto dirigente sudafricano nella stanza di un hotel a Parigi”. Nei mesi che precedono la scelta del Paese organizzatore dei Mondiali 2010, prevista per il 15 maggio 2004, Jack Warner si reca in Marocco insieme al “co-conspirator 1” che, in base alle informazioni contenute nelle carte si può individuare in Chuck Blazer, il whistle-blower, la talpa dell’inchiesta americana che sta facendo tremare il calcio mondiale.
Blazer, che ha creato la CONCACAF, veniva chiamato “Mister dieci per cento”, che a quanto si dice è la sua commissione su ogni entrata dell’associazione delle federazioni centro-americane. Scala diversi ruoli dal 1990 al 2011, fino a diventare segretario generale, con Jack Warner presidente. E sembra sia stato lo stesso Warner a consigliare alle autorità Usa di controllarne le dichiarazioni dei redditi. Blazer, che ha accumulato decine di milioni in conti bancari nei paradisi fiscali e affittato un appartamento per lui nella Trump Tower a New York da 18 mila euro al mese e uno per il suo gatto (più modesto, solo 6 mila euro di canone mensile), entra nel comitato della FIFA nel 2008. Gestisce, e spartisce i dividendi della Gold Cup, e stringe rapporti con i potenti del mondo, tra cui i Clinton e Nelson Mandela. Incastrato per gli arretrati come Al Capone, diventa spia dell’FBI e registra ore di incontri e conversazioni. Ce n’è anche una con Anton Baranov, il segretario di Vitali Mutko, ministro dello sport russo, e Alexy Sorokin, il capo del comitato di Russia 2018.
Corruzione – Durante il viaggio, un rappresentante del comitato per la candidatura del Marocco, concorrente del Sudafrica, offre un milione di dollari a Warner in cambio del suo appoggio nel voto segreto per l’assegnazione del Mondiale 2010. “Ma Warner spiega a Blazer che i sudafricani sono pronti a pagare 10 milioni alla Caribbean Football Union (CFU), una delle tre divisioni della CONCACAF”, in cambio del supporto al progetto Diaspora Legacy. Sono, di fatto, i dieci milioni che attraverso Valcke passano dal Sudafrica verso Trinidad&Tobago. Warner spiega a Blazer che ha già accettato l’offerta, e gli promette uno di quei 10 milioni.
L’esito – Warner, come Blazer, votano per il Sudafrica ma la futura talpa, secondo quanto scrivono i giudici, ma i soldi tardano ad arrivare. “Visto il ritardo nei pagamenti, nel 2008 10 milioni di fondi FIFA destinati al Sudafrica vengono deviati su conti aperti a nome della CFU e della CONMEBOL, ma controllati direttamente da Warner, alla Bank of America di New York”. I pagamenti avvengono in tre tranches: 616 mila dollari il 2 gennaio, 1,6 milioni il 31 gennaio, 7,784 milioni in 7 marzo. Warner rileva una parte di fondi per usi personali e ne ricicla una parte cospicua a Trinidad e Tobago attraverso un intermediario che controlla una grande catena di supermercati e una Real Estate Investment Companies (REIC), una società per azioni che svolgono in via prevalente attività di investimento e/o locazione in campo immobiliare: due società a cui finiscono circa 1,4 milioni a testa. Dal 2008 al 2011, Warner versa a Blazer 750 mila dollari, tre quarti del milione pattuito.
“La prima tranche, 298.500 dollari, viene trasferita il 19 dicembre 2008 da un conto di Warner alla Republic Bank di Trinidad, attraverso la Bank of America di New York, su un conto controllato da Blazer in una banca alle Cayman. Il secondo pagamento, 205 mila dollari, lo riceve direttamente attraverso un assegno, che Blazer deposita il 27 settembre 2010 sul suo conto alla Merrill Lynch a New York. Riceverà anche la terza tranche, di 250 mila dollari, su un assegno trasportato da un intermediario volato appositamente da Trinidad a New York e consegnato allo stesso Blazer al quartier generale della CONCACAF. Successivamente, un rappresentante della FirstCaribbean International Bank alle Bahamas, dove Blazer aveva aperto un altro conto, vola a New York per prendere in custodia l’assegno che deposita sul conto di Blazer intorno al 3 maggio 2011”. Di questi 10 milioni passati attraverso Warner, a maggior ragione dopo le prove del ruolo del suo braccio destro, Blatter non poteva non sapere. “Senza di me non sarebbe stato mai eletto, non avrebbe mai vinto la prima volta” diceva Warner. Ora, con lui, ha perso. E ha trascinato con sé tutto il calcio mondiale.