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FIFA, Joseph Blatter confermato alla presidenza della FIFA. Attacca Uefa e Usa

Il presidente uscente sfiora la rielezione al primo scrutinio: 133 voti dei 140 necessari, contro i soli 73 di Ali che alza bandiera bianca e si ritira. Per Blatter è il quinto mandato consecutivo: “Platini? Non dimentico. Gli Usa volevano il Mondiale 2022”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sepp Blatter confermato alla presidenza della FIFA: non sono bastati gli scandali scoppiati negli ultimi giorni, né il "peso" politico del principe giordano Ali Bin Hussein, suo sfidante alla presidenza, per scalzare dal "trono" della FIFA il 79enne svizzero, ormai in sella dal lontano 1998. Elezioni quasi sempre "condite" da polemiche: le accuse di irregolarità finanziarie e brogli sono iniziate fin da allora, così come la richiesta di dimissioni in seguito ad alcune sue uscite "particolari", come quando affermò che il problema del razzismo nel calcio fosse "una sciocchezza", salvo poi spiegare di essere stato frainteso.

Lo scettro resta in pugno al ‘colonnello' svizzero che, forte del quinto mandato consecutivo, attacca: "E' in atto una campagna di odio contro la Fifa – racconta a un'emittente svizzera – che proviene da un'intera organizzazione, l'Uefa, che non riesce ad accettare la mia elezione a Presidente dal 1998". A Michel Platini, numero della Federazione europea che aveva chiesto le sue dimissioni, rifila una battuta velenosa: "Io perdono tutti, ma non dimentico niente". E poi attacca l'America per un'indagine a orologeria motivata da quelli che lui definisce "due segni che non ingannano": "Il primo è che gli Stati Uniti si erano candidati per il Mondiale 2022 ed hanno perso, il secondo che gli Usa sono il principale sponsor internazionale dei regnanti di Giordania e dunque di quello che era il mio sfidante, Ali Hussein".

Ali Ben Hussein si ritira dopo il primo scrutinio

Non ce l'ha fatta, Blatter, al primo scrutinio: sono arrivati per lui "soltanto" 133 voti dei 140 necessari, contro i 73 vodi di Alì, e dunque rielezione immediata rimandata al secondo scrutinio, quando invece dei due terzi dell'assemblea (140 voti) ne sarebbero bastati appena la metà più uno (105 voti). Seconda votazione che, però, non c'è stata: Ali ha preferito ritirarsi, una volta capito che la disfatta era solo rinviata di poche ore. E così Blatter ha potuto festeggiare una vittoria anticipata ma di fatto anticipata dall'esito della prima votazione.

L'appello: "State con me, la Fifa ha bisogno di un leader forte"

Alla vigilia, Sepp Blatter appariva comunque favoritissimo alla vittoria finale. In Europa, la linea è apparsa fin da subito frammentata: la Francia appoggiava Blatter, la Spagna e l'Italia non si pronunciavano, mentre la Russia era nettamente pro-Blatter. Anche negli altri continenti la situazione appariva nettamente a favore del leader uscente: in Nord America, Asia, Africa e Sud America, i voti per Blatter apparivano ancora la maggioranza. Tanto che lui stesso aveva lanciato la sfida: "State con me, la Fifa ha bisogno di un leader forte, esperto e carismatico". Alì Bin Hussein aveva invece chiesto di fare uno sforzo e votare il cambiamento: "Gli occhi del mondo sono su di noi, il futuro sta nella trasparenza. Dobbiamo dimostrare che vogliamo riconquistare il rispetto di tutti". Cambiamento che alla fine non c'è stato: si continua con Sepp Blatter.

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