Fifa e Uefa sotto accusa: il mondo del calcio schiacciato dagli scandali e dalle corruzioni
Da sempre il mondo del calcio è dovuto andare a braccetto con scandali e accuse di corruzione. Non solo scandali a livello nazionale, con partite truccate, arbitri comprati e avversari ‘addolciti' da premi e denaro, ma anche a livello massimo delle istituzioni calcistiche. E ciclicamente, il problema ‘corruzione' ritorna costante e puntuale ogni volta che ci sono in ballo enormi interessi come ad esempio avviene nelle assegnazioni dei Mondiali o degli Europei. Anche nelle ultime assegnazioni non sono mancate le polemiche, le illazioni e le accuse a volte ben precise e documentate. Eppure, malgrado tutto e tutti c'è chi è sempre saldo sulla propria poltrona da Capo Assoluto del calcio Mondiale, come Sepp Blatter, il Grande Vecchio del Pallone.
BLATTER, L'UOMO CHE HA ‘INVENTATO' IL CALCIO MODERNO – Entrato nella FIFA nel 1977, è stato il direttore tecnico fino al 1981 e successivamente venne eletto segretario, carica che ha ricoperto fino al 1998, anno della sua elezione alla presidenza come successore del brasiliano João Havelange. È stato rieletto per la terza volta il 31 maggio 2007 in pratica senza valide alternative. Ha fatto parte del Comitato Organizzativo delle Olimpiadi estive 1972 e delle Olimpiadi estive 1976, dal 1999 è membro del CIO e Nel 2006 gli è stata consegnata la tessera di socio onorario del Real Madrid. E' un po' il padre-padrone del calcio mondiale, autore di scelte spesso impopolari ma di certo molto ‘politiche' atte ad allargare il potere della FIFA a livello internazionale coinvolgendo territori in ui prima il pallone non era ancora entrato come bussiness e come ‘prodotto'. Tra le tante innovazioni, ci furono ad esempio i tre punti a vittoria, inseriti dai Mondiali 1994; l'impiego del Golden goal prima e del Silver goal poi durante i tempi supplementari (in entrambi i casi l'applicazione ha avuto carattere provvisorio ed è stata successivamente ritirata); la non qualificazione automatica per la successiva competizione mondiale della compagine campione del mondo a partire dai Mondiali 2006 (con la detentrice che deve invece qualificarsi come ogni altra nazionale); l'inasprimento delle pene per atti ritenuti immorali durante lo svolgimento stesso del gioco, come la simulazione, il "fallo da dietro" o il togliersi la maglietta dopo un gol. E poi le recenti innovazioni sugli arbitri, fino all'attuale consenso alla volontà di Michel Platini presidente UEFA di inserirne addirittura 5 nelle competizioni internazionali come la Champions; ma mai acconsentendo l'utilizzo della moviola o della tecnologia, "difendendo" un calcio che oggi oramai – a confronto con altre discipline – sembra essere fortemente anacronistico e saldamente legato ad una gestione prettamente umana che porta polemiche e mancanze di soluzioni definitive.
LO SCANDALO DELLA PREMIAZIONE 2006 – Ma il nome di Jospeh Blatter – e quello della FIFA – è anche legato a scandali veri o presunti e a fenomeni poco chiari. Tra gli episodi che lo hanno visto al centro di polemiche, c'è stata l'assenza alle premiazioni del Campionato mondiale di calcio 2006, sia al termine della Finale 3º e 4º posto, disputata a Stoccarda l'8 luglio 2006, che al termine della Finale 1º e 2º posto tenutasi a Berlino il 9 luglio 2006. Per giustificare queste decisioni spiegò, in un primo momento, che aveva deciso di fare premiare le semifinaliste ai dirigenti UEFA in quanto entrambe erano Nazionali europee; successivamente disse che aveva deciso così perché il giorno dell'inaugurazione del torneo (9 giugno a Monaco) tutto lo stadio l'aveva fischiato e insultato.
Successivamente era stata diffusa una dichiarazione di Blatter che sembrava essere stata fatta il 30 ottobre 2006 sui mondiali di calcio 2006, nella quale affermava che l'Italia non meritava la vittoria ai mondiali, visto che, a suo giudizio, si era qualificata solo grazie ad un rigore regalatole contro l'Australia. In realtà la notizia era stata riportata in modo sbagliato e Blatter aveva detto tutt'altro.
FIFA, CORRUZIONE MONDIALE – La storia recente, però non cambia di molto. Sia per le assegnazioni degli Europei 2012, sia per i Mondiali del 2018 e del 2022, Blatter e tutta la FIFA da lui rappresentata sono stati ancora coinvolti in scandali e corruzioni vere o presunte. Tanto che lo scorso novembre la commissione etica della Fifa ha sospeso due membri del comitato esecutivo ( il nigeriano Amos Adamu e il tahitiano Reynald Temarii) accusati di aver violato il codice della federazione, dopo essere stati sospettati di corruzione nell'assegnazione dei mondiali di calcio del 2018 e del 2022. Tutto iniziò nel 2010 quando in lizza per l’assegnazione dei mondiali del 2018 erano in corsa Inghilterra, Russia, Spagna-Portogallo e Belgio-Olanda. Amos Adamu, 56 anni, nigeriano, tra i 24 membri del comitato esecutivo della Fifa, il 2 dicembre 2010 a Zurigo avrebbe dovuto votare per decidere a chi assegnare i Mondiali. Purtroppo per lui due giornalisti "Sunday Times", fingendosi imprenditori americani in cerca di voti, avevano contrattato con lui una "mazzetta" da 800 mila dollari. Adamu, potente presidente della West African Football Union, aveva giustificato l'ingente richiesta di soldi per costruire quattro campi da calcio artificiali per la federazione nigeriana. Purtroppo quando i due giornalisti avevano chiesto di versare i soldi sul conto della federazione nigeriana, Adamu aveva subito risposto candidamente: "sul mio personale, ma non voglio che pensiate che il denaro è per me". Poi, ancora accuse verso Blatter e i suoi uomini tanto da chiedere il rinvio dell'assegnazione del Mondiale 2018: altri, infatti, sarebbero stati dediti al voto di scambio e a ulteriori pratiche illecite come riportano le inchieste condotte dalla BBC e dal "Sundey Times".
UEFA, LO SCANDALO PER GLI EUROPEI – Ma per non farsi mancare nulla, anche dietro l'assegnazione a Polonia e Ucraina degli Europei 2012 (dove i lavori sono in ritardo e la corruzione alle stelle) scoppiò lo scandalo in casa UEFA. L’Europeo del 2012 doveva essere assegnato all’Italia, e solo una storia di corruzione ha spostato il tiro verso Polonia ed Ucraina. E’ quanto sta affermando da tempo Spyros Marangos, dirigente cipriota che sapeva per certo, fino al giorno prima, che l’assegnazione della rassegna calcistica sarebbe andata al nostro Paese. Un fatto che Marangos conosce da due anni, e che ha tentato di denunciare in tutti i modi contattando l’Uefa, la Federazione italiana ed il reparto disciplinare di quella cipriota, ma nessuno gli ha mai risposto, o se gli rispondevano poi decidevano di non incontrarlo. Per questo il dirigente ha deciso di rivolgersi ai giornali ed è scoppiata la bomba. Secondo Marangos, cinque alti funzionari della Uefa sarebbero stati coinvolti e ben 11 milioni di euro sarebbero serviti ad acquisire i voti necessari. Non le ‘solite voci' ma fatti circostanziati che hanno fatto tremare Platini: Marangos infatti, ha confermato ad un quotidiano tedesco di essere in possesso di documenti che dimostrano "che una o due persone sono coinvolte in certe transazioni" e che ci sono altri "pronti a testimoniare, sotto giuramento, in tribunale".
LE ULTIME RIVELAZIONI – La storia di questi giorni torna a parlare di corruzione in casa FIFA, con nuovi risvolti sulle assegnazioni mondiali. Pochi giorni fa l’ex presidente del comitato inglese che promuoveva l’assegnazione dei mondiali del 2018 al Regno Unito, Lord David Triesman, è comparso davanti alla commissione della Camera dei Comuni per la cultura, i mezzi di comunicazione e lo sport. Durante la riunione, Lord Triesman ha lanciato nuove accuse a quattro membri del comitato FIFA, che avrebbero avanzato in diverse occasioni richieste economiche in cambio del loro voto. Uno degli attuali vicepresidenti della FIFA, Jack Warner, avrebbe detto a Lord Triesman di essere disponibile a votare per il Regno Unito in cambio del finanziamento di un centro scolastico nel suo paese natale, Trinidad e Tobago; in un’altra occasione avrebbe richiesto 500.000 sterline al comitato inglese per pagare la trasmissione delle partite di calcio ad Haiti. Il rappresentante del Paraguay, Nicolás Leóz, incontrato da Triesman ad Asunción, avrebbe avanzato la richiesta di una onorificenza britannica "per dare adeguato riconoscimento ai suoi risultati nel calcio mondiale".