Ferret, ex medico della Francia: “In Italia farmaci e flebo” (VIDEO)

Ancora l'ombra del doping nel mondo del calcio, puntando il dito indice verso l'Italia e – indirettamente – la Juventus, il Parma e il Milan. Le squadre coinvolte nelle dichiarazioni di Jean Marcel Ferret, ex medico della Nazionale francese a cavallo tra gli Anni '90 e i primi del 2000. In squadra, tra gli altri c'erano Didier Deschamps, Zinedine Zidane (Juventus), poi Marcel Desailly (Milan), Alain Boghossian e Lilan Thuram (Parma). Più che accuse, sono ricordi, supposizioni, sensazioni. Che comunque fanno scalpore perché pronunciate in un'audizione davanti alla commissione d'inchiesta del Senato francese sul doping: i giocatori della nazionale, che a quel tempo giocavano in Italia, "consumavano una gran quantità di prodotti, anche sotto forma di flebo – dice Ferret -. "Se parliamo di Italia e di Juventus c'era una quantità di prodotti, anche sotto forma di flebo. La farmacopea italiana è molto più ricca di prodotti finalizzati al recupero rispetto alla francese e questo in qualche modo ci protegge".
Ma c'è un però: dall'utilizzo di prodotti che in Francia – a detta di Ferret – non venivano utilizzati a dire che in Italia si faceva uso di doping, il passo è enorme. E anche il medico dei Blues non rischia un'equazione troppo delicata, senza avere prove concrete. "In tutti i prodotti che i giocatori che giocavano in Italia mi citavano, mai mi hanno dato il nome di un prodotto dopante. C'era una quantità di prodotti che venivano utilizzati per finalità diverse da quella originale. Alcuni giocatori avevano un livello di ematocrito alto, ma erano valori permanenti. Quello che conta è la variazione". Tra le righe, dunque, ecco che le dichiarazioni di Ferret appaiono più come personali considerazioni, senza avalli medici. Come su Deschamps, oggi ct della nazionale, verso il quale l'ex medico della Nazionale afferma che "gli indicatori indiretti erano normali. Non sapevo quello che succedeva alla Juve, ci sono dei paesi in cui si fa ricorso massiccio alla medicina. Gli italiani sono così, quando noi diamo un farmaco loro fanno una puntura o una flebo. Stessa cosa i tedeschi. Facevano le flebo ai giocatori già ai mondiali del 1974".
Semplici dubbi, dunque, legittimi o no che siano, ma nessuna prova. E questo è l'elemento più importante, lasciando quanto detto nell'ambito delle supposizioni: "Facevamo un bilancio serio con i giocatori a ogni stage. Quando ci sono cose strane in biologia si va a scavare, si va a cercare cosa c'è dietro – dice Ferret -. Ogni volta che abbiamo visto qualcosa di strano siamo andati più a fondo ma non abbiamo trovato mai niente. Non abbiamo avuto sospetti di prodotti di origine esterna. In buona fede, nel 1996, 1998, 2000, 2002, i giocatori erano puliti".