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Fenomeno Atalanta, cosa c’è dietro la crescita esponenziale della Dea

Non chiamiamolo ‘miracolo sportivo’, quello dell’Atalanta è un progetto pianificato da quando Percassi ha acquistato la società e che in 9 anni ha portato la Dea dalla retrocessione in Serie B alla Champions League, da bilanci costantemente in rosso ad un utile di 50 milioni di euro negli ultimi tre anni, oltre ad essere una delle poche società italiane ad avere uno stadio di proprietà (il Gewiss Stadium in corso di ristrutturazione). Il segreto? Spese oculate, monte ingaggi contenuto, corretta gestione delle plusvalenze, investimenti sulle infrastrutture e sul settore giovanile, pur non rinunciando a rinforzare la prima squadra.
A cura di Michele Mazzeo
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Nell’anno dello storico esordio in Champions League, a dispetto delle previsioni, l’Atalanta vola anche in campionato dove è attualmente al terzo posto dietro solo all’Inter di Antonio Conte e alla Juventus di Maurizio Sarri e Cristiano Ronaldo. Di gran lunga il miglior attacco della Serie A e tre lunghezze di vantaggio sul Napoli di Carlo Ancelotti contro il quale ha pareggiato al San Paolo. Un andamento che, nonostante le ovvie difficoltà riscontrate in Champions League (3 sconfitte e 11 gol subiti nelle prime tre gare del girone), conferma la crescita esponenziale avuta dalla Dea che negli ultimi nove anni (dall’arrivo di Percassi al timone del club) è passata dalla retrocessione in Serie B ad essere considerata un top team di Serie A.

Non chiamatatelo ‘miracolo sportivo'

Guai però a parlare di “miracolo sportivo”. Quello dell’Atalanta è bensì un progetto che ha alle spalle una pianificazione ben precisa supportata dalla voglia di crescere gradualmente grazie ad una gestione oculata degli investimenti in termini di mercato ma anche e soprattutto a livello di strutture. Un progetto che dunque ha visto crescere di pari passo i risultati economici con quelli sportivi, come si evince mettendo a confronto il saldo economico e i risultati ottenuti in campo dalla formazione bergamasca in questi nove anni di gestione Percassi.

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Il ‘progetto Percassi': dalla retrocessione in B alla Champions in 9 anni

Il ritorno di Antonio Percassi alla guida dell’Atalanta è datato, infatti, 4 giugno 2010, con i bergamaschi appena retrocessi nel campionato cadetto. Il primo atto è stato riportarla immediatamente nella massima serie con un bilancio per l’anno 2011 chiuso con ricavi per 37,9 milioni di euro e soltanto 2,7 milioni di plusvalenze. Da lì il modello nerazzurro si è evoluto, con un’attenzione sempre maggiore al settore giovanile e conti progressivamente in miglioramento. Fino al record dell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2018 (l’ultimo di cui abbiamo i dati disponibili), in cui alla voce ricavi si legge 155,7 milioni mentre a quella relativa agli incassi da plusvalenze la cifra è di 24,6 milioni.

Una ‘semina' costata più di 17 milioni di euro

Una semina dunque, quella effettuata da Percassi, di cui nelle ultime tre stagioni si stanno raccogliendo i frutti, in campo e fuori. Raccolta che sembra destinata ad essere ancora più fruttuosa negli anni a venire. Dal 2010 al 2015, infatti, la società orobica ha accumulato perdite per 17,6 milioni di euro, con due soli esercizi annuali (2010 e 2013) chiusi in pareggio, ottenendo i seguenti risultati sportivi in Serie A dopo la già citata promozione dalla B al primo anno: 12a nel campionato 2011/2012, 15a nel 2012/2013, 11a nel 2013/2014, 17a nel 2014/2015, 13a nel 2015/2016.

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La ‘raccolta’: 50 milioni di utile negli ultimi tre anni

Dal 2016 il salto di qualità sia per quel che riguarda i conti con la società bergamasca che, nel giro di tre stagioni, ha messo in cascina complessivamente 50,8 milioni di euro di utili (per un saldo momentaneo della gestione Percassi che quindi al 31 dicembre 2018 si attestava a + 33,2 milioni di euro). Ma come si è arrivati a questi risultati? Spese oculate per quanto riguarda il calciomercato, monte ingaggi contenuto, la corretta gestione delle plusvalenze dei giocatori in rosa, investimenti sul centro sportivo di Zingonia e sul settore giovanile, la vendita accorta dei piccoli campioni sfornati dalla primavera. Dirette conseguenze di ciò sono gli incrementi economici correlati ai crescenti risultati ottenuti in campo: si pensi agli introiti dai diritti tv, progressivamente aumentati nel corso degli anni, alle sponsorizzazioni e agli accordi commerciali, così come ai proventi derivanti dalla partecipazione alle competizioni internazionali.

Nel bilancio 2019 ci sarà anche il ‘tesoretto’ Champions

Stando alle stime, come già detto, una crescita che sembra destinata a continuare: già nel 2019 i dati potranno infatti lievitare ulteriormente se si tiene conto del fatto che ai ricavi “soliti” ci saranno anche quelli derivanti dalla prima storica partecipazione alla Champions League che nella peggiore delle ipotesi si attesteranno a quota 27 milioni di euro tra diritti televisivi (market pool), bonus di partecipazione e incassi dal ranking storico a cui andranno aggiunti anche gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti delle almeno tre partite casalinghe che l’Atalanta disputerà nella competizione per club più prestigiosa d’Europa.

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Gewiss Stadium, proprietà e ristrutturazione: ultima tappa (per ora) del ‘piano'

Un progetto quello orobico che però non vede nella partecipazione alla Champions League un punto di arrivo ma solo una tappa nel percorso di crescita di una società che intende portare la Dea nel gotha del calcio continentale come dimostrano i contemporanei investimenti su calciatori di spessore e sulle infrastrutture: nel 2017 la società di Percassi ha infatti acquistato dal comune di Bergamo lo stadio Atleti Azzurri d’Italia rinominato poi Gewiss Stadium, un impianto antiquato che con circa 35 milioni di euro d’investimento il club nerazzurro sta ristrutturando (i lavori iniziati la scorsa estate dovrebbero concludersi nel 2021).

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Gran parte del lavoro è già stato fatto: terreno, spogliatoi e area stampa sono già stati rinnovati, così come la gradinata nord/Curva Pisani che ha da poco fatto il suo debutto ufficiale. All’appello mancano adesso l’ammodernamento della Tribuna Ubi (Tribuna Giulio Cesare), che avverrà nel corso dell’estate 2020 e, da ultimo, l’intervento di ricostruzione della curva sud (Curva Morosini) che invece avverrà entro il 2021.

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