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Famelica, coraggiosa, cinica: l’Euro Juve al G8 della Champions

Alla Juve mancava la consacrazione nelle Coppe, l’ha trovata nella serata più bella ed emozionante degli ultimi anni, laddove nemmeno Conte era riuscito nell’impresa.
A cura di Maurizio De Santis
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In Italia non ha rivali, nemmeno più la Roma è capace di fermare la Juventus che vola verso lo scudetto – il quarto consecutivo, primo dell'era Allegri – e ha già raggiunto un traguardo, arrivare tra le prime otto d'Europa. Le mancava la consacrazione nelle Coppe, l'ha trovata nella serata più bella ed emozionante degli ultimi anni, laddove neanche Conte era riuscito nell'impresa. Quasi un passaggio di consegne: si chiude un'epoca, quella dei fenomeni tedeschi allevati da Klopp, arrivati fino a un passo dalla grandezza (finalissima col Bayern Monaco) e adesso svaniti sotto i colpi di un avversario cinico, determinato e, soprattutto, più consapevole della propria forza. A fine gara il tecnico del Borussia ha stretto la mano al collega juventino e fatto altrettanto con la squadra che in casa, in quello che ormai non è più il ‘muro giallo' invalicabile, ha violato il tempio di Dortmund.

Si chiude un'epoca, quella di Conte che nell'estate scorsa ha ritenuto esaurita la sua esperienza, accettato l'incarico della Nazionale e adesso se ne trova pentito fino a rimpiangere il lavoro quotidiano che era linfa vitale, nutrimento, sfida continua. Allora si sentiva padrone del proprio destino, adesso è un leone nella gabbia dorata che club, equilibri e dinamiche di potere in seno alla Federazione gli hanno costruito intorno. La ‘vecchia guardia' che aveva erroneamente considerato al capolinea, spremuta, ha dato invece prova di grande maturità, autorevolezza nel reggere il confronto anzitutto a livello emotivo, mentalità (finalmente) vincente, capacità di graffiare a freddo e poi mettere il cappello sulla partita senza sbavature fino a vibrare il colpo di grazia nella fase cruciale del match. Una dimostrazione di forza profusa da un gruppo ancora affamato di successi, per nulla appagato.

Buffon, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Vidal: la spina dorsale di una rosa che, pur priva di Pogba (costretto al ritiro a gara in corso) e Pirlo, non ha perso compattezza e s'è ritrovata intorno all'Apache e al giovane Morata, le risorse per vincere in Germania e guadagnare i quarti di finale. Carlito's way, la strada dell'ex Boca fa rotta verso Berlino, quella del cielo azzurro e del trionfo Mondiale del 2006. Sognare costa nulla, crederci è un dovere. La Juventus è tra le prime otto d'Europa. E l'Italia al tavolo delle grandi non è più un convitato di pietra.

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