Fallito chi? L’orgoglio del Parma non ha prezzo
Tradito da Ghirardi, umiliato da Manenti, colpito pesantemente dalla giustizia sportiva, abbandonato dalle sue stelle più luminose (prima Cassano, poi Biabiany), ad un passo dal fallimento e dalla Serie B. Il Parma sta vivendo una situazione drammatica: un momento che avrebbe anche abbattuto un toro e gettato nello sconforto tecnico e giocatori. Nessuno, però, aveva fatto i conti con l'orgoglio di Donadoni e dei suoi ragazzi. Nessuno, compresa la Juventus campione d'Italia che, al Tardini, ha rimediato una sconfitta rumorosa. Una vittoria, quella della squadra ducale, che vale molto di più dei tre punti in classifica. Un successo che non servirà certo a salvare i ducali, ma che dimostra quanto è grande il cuore di chi è rimasto a combattere per la maglia del Parma, piuttosto che svignarsela e prendere il sole alle Maldive.
In un calcio che non contempla più bandiere, sempre più in mano a dirigenti improvvisati e indebitati, senza una guida autorevole e competente, che abbassa la testa al volere di ultrà e televisioni, la vittoria del Parma nei confronti della squadra più forte d'Italia è una boccata d'ossigeno per un movimento che sta implodendo su sé stesso. Parole come dignità, fierezza, senso dell'onore e dell'amore per la maglia che si indossa, sono merce rara nella nostra Serie A che, a questo punto, dovrebbe davvero prendere esempio non solo dal Parma ma anche dal "piccolo" e sgradito Carpi e da molte formazioni della serie cadetta: la stessa da dove ripartiranno con orgoglio, nella prossima stagione, molti giocatori della rosa attuale gialloblu. I segnali di un Parma vivo e pieno di grinta da mettere in campo, si erano già visti in altre partite: a Roma e Milano con giallorossi e nerazzurri e nel recupero vittorioso contro l'Udinese.
Sul coraggio dei giovani ragazzi di Donadoni, ci ha sbattuto la faccia anche la vecchia signora, forse troppo impegnata ad incipriarsi il naso per l'imminente serata di Champions League. E che nessuno ci venga a dire che si trattava della versione "ridotta" della Juventus schiaccia sassi vista fino ad ora. Anzi, a ben vedere, anche tra i ducali mancavano pedine importanti come lo squalificato Lucarelli e gli infortunati Mariga e Galloppa. Nel calcio di oggi, però, dovrebbe contare più lo spirito di squadra piuttosto che i singoli colpi dei campioni in campo e la vittoria degli emiliani lo ha dimostrato. Di fronte alla gioia di Golia che batte il gigante Davide, tutti dovremmo alzarci e applaudire all'impresa. Perchè oggi tutta Parma ha vinto: città e squadra. E lo ha fatto anche nei confronti di chi urlava ad un campionato potenzialmente falsato. Lo ha fatto smentendo chi ha dato aria alla bocca e testimoniando che chi, invece, lotta e combatte senza fiatare a volte può anche farcela. Ora ne siamo certi: i ragazzi di Donadoni fanno parte della seconda categoria.