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Fair Play: l’avversario si fa male, attaccante del Foggia invece di segnare calcia fuori

Il giovane attaccante Pipoli, in una partita del campionato Under 17, solo davanti al portiere obbedisce al suo allenatore che gli aveva chiesto di calciare il pallone fuori, perché c’era un avversario a terra. Il tecnico foggiano Palmieri, applaudito da quello della Lupa Castelli Romani e da tutto il pubblico, si è detto orgoglioso per il gesto di Pipoli.
A cura di Alessio Morra
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Una splendida storia di Fair Play giunge da Roma, dove sabato scorso è accaduto qualcosa di meraviglioso. Nel corso del match del campionato nazionale Under 17 tra la Lupa Castelli Romani e il Foggia, un giovanissimo calciatore dei rossoneri pugliesi con un calciatore infortunato a terra ha preferito calciare il pallone fuori piuttosto che fare gol. Dopo quell’errore voluto lo stadio ha regalato una standing ovation al giovane Pipoli, applauditissimo assieme al suo allenatore Costanzo Palmieri.

A Tor Bella Monaca mancava un quarto d’ora dalla fine dell’incontro. Le due squadre stavano pareggiando 1-1. Il Foggia sta avanzando e cercava di vincere l’incontro. L’esterno Francioso salta un avversario, che cade, si fa male e resta a terra. Francioso crossa in mezzo, il pallone arriva in area di rigore a Pipoli. L’attaccante è pronto a battere il portiere della Lupa, ma in quel momento l’allenatore pugliese Costanzo Palmieri a Pipoli, urlando, dice: “Calcia fuori il pallone”. Pipoli ascolta il suo allenatore, si ferma e mette il pallone a lato. Il tecnico della Lupa Marco Angelocore va da Palmieri lo abbraccia e gli fa i complimenti per il gesto meraviglioso. Gli spettatori dell’incontro si alzano e applaudono Palmieri e Pipoli.

Assai orgoglioso, e come non comprenderlo, il tecnico Costanzo Palmieri che commentando ciò che è successo ha dichiarato: “Il mio è stato un gesto spontaneo, venuto dal cuore. Provo un forte sentimento d’orgoglio. É stata un’emozione fortissima. Più bella di una vittoria, una tra le più forti della mia carriera. Il nostro compito è quello di educare e insegnare prima di tutto. Non è semplice con ragazzini di quindici o sedici anni, ma quando poi succedono fatti come questi, non puoi che essere orgoglioso”. La sfida è terminata 1-1, ma alla fine hanno vinto tutti.

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