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Faccia a faccia De Laurentiis-Sarri, tutto ciò che si deve sapere sul futuro del Napoli

All’indomani della vittoria sul Crotone e della festa ‘scudetto’ negli spogliatoi, è iniziata la lunga settimana di De Laurentiis e Sarri. Entro il 1° giugno si dovranno confrontare, poi scatterebbe l’automatico rinnovo fino al 2020 che significherebbe convivenza forzata. Che nessuno vuole. Alternative? Ancelotti e Simone Inzaghi in pole o Gasperini, con Giampaolo sullo sfondo.
A cura di Alessio Pediglieri
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La festa scudetto si è consumata negli spogliatoi del SaPaolo, a fine gara col Crotone quando il patron De Laurentiis è sceso, champagne in mano, a festeggiare con i propri giocatori. Un'esultanza ‘simbolo' per una stagione da 91 punti, che in moltissimi altri casi avrebbe significato tricolore. Merito dei giocatori e del tecnico, Sarri con cui, però, continua la guerra fredda.

In ballo c'è il proseguimento sulla panchina del Napoli ma con accordi rivisti e corretti. Stilettate a distanza nei giorni scorsi e nulla più. C'era ancora da giocare, da preparare in settimana la partita, da chiudere in bellezza in campionato. Adesso non ci sono più scusanti, sarà la settimana decisiva: l'incontro Sarri – De Laurentiis si farà, nolenti o volenti.

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Incontro in settimana

La sensazione è che il patron parlerà, il tecnico ascolterà. Il Napoli, come società, vorrebbe continuare con il tecnico con cui rilanciare il progetto tecnico. Sa perfettamente che con Sarri rinnovato in panchina, molti giocatori resterebbero senza problemi, per poter ricostruire da dove ci si è fermati. Una garanzia di continuità, insomma, ma senza esborsi importanti.

Sarri resta in ascolto

Proprio questo punto è l'argomento più caldo: Sarri non ha fretta né voglia di cambiare a tutti i costi. A Napoli ha costruito, si è fatto conoscere, ha espresso un'idea di gioco che è piaciuta non solo al popolo partenopeo ma ha riscontrato estimatori un po' ovunque. Potrebbe continuare il proprio lavoro senza problemi, ma alle condizioni che richiede.

La clausola del 1° giugno

C'è un divario economico che pende sulla testa dell'accordo. Ciò che il tecnico è riuscito a costruire in queste stagioni ha un valore che si riconduce ad un adeguamento in alto dell'ingaggio sul possibile prolungamento di contratto. Bessuno ha pagato ancora la clausola e se non si presenterà qualche pretendente entro il 1° giugno, scatterà il biennale automatico fino al 2020. Che, a quel punto, significherebbe un matrimonio forzato, non voluto da nessuna delle parti e quindi inaccettabile.

I due nodi da sciogliere

L'adeguamento del contratto

Un primo tentativo di accordo, De Laurentiis lo aveva paventato già a gennaio, prima che scattasse la clausola (2 febbraio): 3 milioni al tecnico, contro gli attuali 1,5. Sarri non ha mai risposto all'offerta e adesso attende una nuova proposta da parte della società. Non è un mistero che punti a 4 milioni a stagione, lasciando a De Laurentiis la formula migliore per arrivare alla cifra.

La rosa da rivalutare

Un gap non indifferente. Il presidente deve lavorare anche sul fronte mercato per cercare di migliorare la rosa e con un tecnico che oramai ha dimostrato di saper lavorare con 12-13 giocatori, tutto risulterebbe castrante e rischierebbe di diventare inutile. E' il secondo aspetto che dovrà venire discusso in questi giorni, probabilmente mercoledì. Di certo entro giugno, per potersi guardare attorno.

Chi dopo Sarri?

Giampaolo profilo già seguito e poi c'è Gasp

Non dovessero trovare un compromesso – che ad oggi appare difficile senza titoli conquistati – le parti potrebbero decidere di separare le proprie strade. A quel punto scatterebbe il toto-sostituto di cui si fanno già diversi nomi candidabili. La pista ‘italiana' porta direttamente a Giampaolo, oggi alla Sampdoria e con una idea di gioco che piace molto a De Laurentiis. Poi c'è la pista che conduce nella Roma celeste, con Simone Inzaghi. Oppure al profilo di Gasperini che a Bergamo ha mostrato di saper lavorare coi giovani.

Simone Inzaghi, il nuovo che piace

Il tecnico della Lazio ha confermato di avere le qualità per emergere: partito come soluzione tampone, a Roma ha dimostrato di saper costruire gioco e risultati con continuità, vincendo una Supercoppa, sfiorando la qualificazione in Champions League e giocandosi le proprie carte in Europa League con una squadra cresciuta tatticamente e tecnicamente come nessun'altra.

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Ancelotti, il grande sogno

Le ultime piste portano a profili di certo più importanti e vincenti, ma difficilissimi da ingaggiare. Il primo è Carlo Ancelotti per il quale De Laurentiis potrebbe essere pronto anche a fare follie, ma risulta un obiettivo quasi impossibile. L'ex Bayern tradizionalmente va dove sa di poter vincere costruendo le proprie idee, laddove il rapporto con la società inizia con completa fiducia e carta bianca. Con De Laurentiis premesse che storicamente risultano inaccettabili. Però l'arrivo sotto il Vesuvio è una scommessa stimolante… ritroverebbe due o tre figure dello staff di Sarri (Calzona, Bonomi, Sinatti) cui aggiungere il figlio Davide, il genero Mino Fulco,il preparatore Mauri ed il figlio di quest’ultimo, Francesco.

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Emery, l'asso di Coppe

Il secondo è Emery, in uscita dal Psg. L'ex Siviglia sarebbe un profilo internazionale, un allenatore abituato a giocarsi le proprie chance in Europa facendo ben figurare le squadre allenate. Un ‘asso di coppe' che a De Laurentiis non dispiace per il solito discorso di esportare la napoletanità in giro per l'Europa. Ma anche in questo caso, la concorrenza appare spietata e le premesse non ottimali (soprattutto per l'ingaggio). Anzi, l'ex Psg è praticamente a un passo dalla guida dell'Arsenal.

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