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Fabregas nei guai per una pallonata a un bimbo di 6 mesi

Secondo i tabloid il calciatore avrebbe colpito involontariamente il piccolo mentre giocava in un parco privato con la famiglia. La madre del bimbo vuol sporgere denuncia, preoccupata per i possibili danni al cervello riportati dal figlioletto a causa della contusione.
A cura di Maurizio De Santis
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Come rischiare di finire nei guai giocando in un parco. C'è riuscito (o quasi, perché la vicenda ha contorni ancora da chiarire) il centrocampista del Chelsea, Cesc Fabregas. E' successo tutto durante un giorno di pausa dall'attività agonistica, quando il calciatore era assieme alla propria famiglia in libera uscita: qualche ora di relax trasformatasi in una specie di brutto sogno dal quale il giocatore non ne potrebbe uscire bene.

A raccontare la vicenda è stato il tabloid inglese ‘The Sun', precisando che la versione raccolta è ancora tutta da dimostrare: Victoria Diethardt è la donna che avrebbe deciso di adire le vie legali e citare in giudizio l'ex di Barça e Arsenal per aver colpito il figlio di 6 mesi con una pallonata. Un incidente del tutto involontario che avrebbe avuto come teatro un parco privato nei pressi di Buckingham Palace nonostante ci fosse il divieto di usare il pallone.

Il bimbo colpito involontariamente dallo spagnolo – secondo il rapporto dei medici – potrebbe aver subito danni al cervello causati dalla contusione. "Il giorno dopo non ha fatto altro che dormire – ha raccontato a The Sun la donna, 29enne –  e quando si è svegliato aveva lo sguardo fisso nel vuoto e si lamentava".

Come sono andate veramente le cose? Al riguardo ci sarebbero due versioni: la prima è che Fabregas, colpito il piccolo, avrebbe cercato di allontanarsi dal parco ma non è passato inosservato, riconosciuto da alcuni testimoni; la seconda, ovvero quella fornita dal portavoce del giocatore, è che la pallonata l'avrebbe tirata sua figlia e sia Fabregas sia sua moglie Daniella si sarebbero avvicinati alla madre del bimbo per chiedere scusa dopo quanto accaduto. Chi ha ragione? Bella domanda… a dirimere la controversia, se la causa avrà seguito, ci penseranno i signori della corte.

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