Fa invasione e scatta un selfie, il Lione porta il tifoso in tribunale
Lacazette ha appena segnato la rete del 4-2 al Digione. Un giovane tifoso del Lione, in preda all'entusiasmo, scavalca la recinzione e si lancia in campo per festeggiare la vittoria e avvicinare i propri beniamini. Il ragazzino ha 15 anni, nemmeno gli sembra vero di trovarsi accanto all'attaccante autore della rete e soprattutto a Memphis Depay, l'olandese giunto in Francia direttamente dall'Inghilterra dopo l'esperienza poco felice con il Manchester United. Tutto molto bello e così quel fan in erba decide d'immortalare quel momento nella maniera più semplice, scattando un selfie come da consuetudine. Un clic sul rettangolo verde da ricordare e tenere sempre con sé, un'immagine da mostrare agli amici a margine di una serata particolare.
Tutto qui? No, perché quella bravata rischia di costare cara al ragazzino: la società transalpina s'è mostrata contrariata per quanto accaduto e, nonostante la giovanissima età del tifoso, ha deciso di non concedergli sconti. Nessuna forma d'indulgenza: per censurare quell'episodio e far sì che sia da esempio a tutti ha optato per la citazione in giudizio. Intento punitivo ma anche monito, oltre che questione di sicurezza (tema molto caldo per gli attentati terroristici avvenuti in Francia): sono queste le ragioni che hanno spinto l'Olympique a trascinare il 15enne in tribunale. Come si è giustificato il ragazzo? "Non ci ho pensato, ero talmente felice", ha ammesso.
A nulla è servita anche la sollevazione social da parte dei sostenitori del Lione che si sono schierati dalla parte dell'adolescente e chiesto alla dirigenza un atto di comprensione e meno severità. Non c'è stato modo, però, di smuovere il presidente Aulas e a fargli cambiare idea: molto sensibile alla sicurezza dell'impianto e dei giocatori, poco tollerante nei confronti degli invasori di campo lo poterà in tribunale.