FA Cup, Conte e la rivincita totale: su Abramovic, Mourinho, l’Inghilterra
Ha vinto il Chelsea ma in realtà ha vinto Antonio Conte. Il tecnico italiano sentiva questa finale come non mai in vita sua, visto che in campo internazionale non aveva mai trionfato in una finale secca. A Wembley, invece, si è consumato la classica vendetta, anche se non a piatto freddo ma caldissimo, con cui Conte si è tolto una serie di sassolini dalla scarpa non ultimo il confronto diretto con il ‘nemico' Mourinho.
La FA Cup non ha salvato la stagione del Chelsea, deludente su tutti i fronti, sia in patria dove la Premier non ha portato la qualificazione in Champions League, sia in Europa dove proprio in Champions è arrivato lo scivolone più rumoroso. Che ha aperto il fianco a critiche, illazioni e polemiche nei confronti dell'allenatore. Ingiuste forse no, eccessive sicuramente perché oggi con Wembley a tinte blu molti si sono già ricreduti.
La risposta sul campo. Conte ha vinto la sua partita della vita. 90 minuti che lo hanno riabilitato con i fatti, con il risultato del campo, oltre la polemica. In due stagioni a Londra, da esordiente assoluto non solo per la Premier ma anche per il panorama internazionale, ha vinto altrettanti trofei. Non successi banali ma i due obiettivi massimi per chi gioca in Inghilterra: la Premier il primo anno, la FA Cup il secondo.
La stagione tormentata. Forse non basterà a far tacere i critici, sicuramente è servito per ridare ancor più autostima ad un lavoro effettuato nel tempo con professionalità e senza mai lasciare nulla al caso, anche quando tutti remavano contro. Conte ha saputo uscire a testa alta ad inizio stagione dal ‘caso' Diego Costa, ha gestito la presenza di Morata come meglio ha creduto, ha fatto le sue scelte senza guardare nessuno. Anche chi in società gli imputava di essere poco ‘aziendalista'.
Addio da trionfatore. Adesso accada quel che accada. Conte lascerà Londra, ma lo farà da trionfatore che piaccia o no. Perché sul campo ha dimostrato che la scuola italiana in Inghilterra può ancora insegnare e molto. Perché ha fatto capire che avere un'idea di gioco e di squadra ed esservi fedele è più importante che assecondare le scelte del momento. E l'abbraccio finale a Mourinho è anche l'ultima vittoria e soddisfazione di chi lascerà l'Inghilterra a testa alta e con nessun rimpianto.
Il vincitore ‘seriale'. Lo stesso Conte a fine partita e a trofeo acquisito è un fiume in piena. Sul presente, sul passato e soprattutto sul futuro che – al momento – non vede lontano da Londra. "Ho dimostrato anche in Inghilterra di essere un vincitore seriale nonostante le difficolta' – le sue parole a Fox Sports – Qui non ci sono campionati già assegnati prima ancora che comincino, vincere non e' mai facile e in due anni abbiamo vinto la Premier e la FA Cup contro competitors importanti come United, City, Tottenham, Liverpool, Arsenal.