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Evasione fiscale, CR7 al giudice: “Sono qua solo perché mi chiamo Cristiano Ronaldo”

Prima audizione per il portoghese: accusato di aver evaso il fisco spagnolo. Davanti alla corte del tribunale di Pozuelo de Alarcon, il giocatore ha contestato il suo coinvolgimento.
A cura di Alberto Pucci
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La partita più difficile è appena cominciata. Abituato a vincere e a divertirsi in campo, Cristiano Ronaldo è questa volta alle prese con un match molto più complicato: quello con il fisco spagnolo e il tribunale di Pozuelo de Alarcon. Indagato per aver evaso il fisco spagnolo e aver "nascosto" più di 14 milioni di euro, il Pallone d'Oro è stato ascoltato dal giudice istruttore in merito alla presunta evasione fiscale. Durante l'interrogatorio, durato un'ora e mezza, il portoghese avrebbe manifestato momenti di nervosismo nei quali avrebbe risposto a tono al giudice. Secondo la ricostruozione del quotidiano spagnolo "As", il giocatore del Real Madrid avrebbe rinfacciato alla corte la sua presenza: "Se non mi chiamassi Cristiano Ronaldo non sarei qui". Una dichiarazione finita agli atti e resa prima di fuggire in auto, passando direttamente dal garage, senza parlare con i cronisti appostati fuori dal tribunale.

Il botta e risposta con il giudice

Chi era presente all'interno dell'aula, ha poi riferito di un botta e risposta particolarmente acceso tra accusa e difesa. "Non si confonda, come lei si sono sedute qui altre persone anonime – ha spiegato il giudice a Cristiano Ronaldo – Lei è perseguito e indagato per un presunto reato fiscale in base alle prove fornite dall'accusa e sulle quali sarà la giustizia a decidere". Dopo aver preso la decisione di non versare i quasi 15 milioni di euro che mancano al fisco spagnolo, il giocatore è ora in una posizione davvero delicata. Se dovesse insistere nella sua linea difensiva, e dunque non rispondere all'invito della restituzione del denaro, CR7 rischierebbe davvero grosso. Evitare il patteggiamento, vorrebbe dire andare direttamente al processo. E perdere il processo, potrebbe complicare ulteriormente la posizione del portoghese.

Il rischio del carcere

Durante l'interrogatorio, al portoghese sono state chieste spiegazioni in merito alla presunta struttura fiscale messa su fra Irlanda e Isole Vergini. Ronaldo avrebbe risposto dichiarando che la società  attiva sin dai tempi della sua esperienza a Manchester e che fu a lui consigliata dagli allora legali del club inglese, che a questo punto potrebbero essere chiamati alla sbarra. Secondo la Procura di Madrid, questa struttura avrebbe permesso a Ronaldo di nascondere al fisco i proventi ottenuti in Spagna dai diritti d'immagine: 14,7 milioni di euro fra il 2011 e il 2014. Una somma che potrebbe anche portare l'accusa a chiedere per CR7 la condanna di minimo sette anni di carcere.

Il comunicato ufficiale di CR7

"Non mai ho nascosto nulla, né ho mai avuto intenzione di evadere le tasse. Il fisco spagnolo conosce nel dettaglio tutte le mie entrate perché ho sempre dichiarato tutto e chi mi conosce sa quello che chiedo ai miei consulenti: che venga pagato tutto perché non voglio problemi". Questo è quello che ha comunicato alla stampa il fenomeno di Madeira. "Ora è il momento di lasciar lavorare la magistratura. Credo nella giustizia e spero che anche stavolta ci sia una decisione corretta", ha concluso il giocatore comunicando che, da oggi, non parlerà più della sua situazione fino a quando non arriverà la sentenza.

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