Euro 2016, la magia della piccola Islanda: da Cenerentola a reginetta della festa

Per la prima volta in una fase finale di un Europeo. Per la prima volta una qualificazione storica agli ottavi di finale. Imbattuta, senza ripescaggi in attesa delle migliori terze, a pari punti con l'Ungheria ma dietro solo per differenza reti. E soprattutto mettendo in riga il Portogallo di Cristiano Ronaldo. E' l'Islanda, la straordinaria sorpresa di questa prima parte del torneo continentale di Francia. Capace di sorprendere tutti, con il suo gioco modesto ma la grandissima voglia di far bene. Adesso, se la dovrà vedere con l'Inghilterra in una ennesima sfida proibitiva per i nordici di Lagerback, destinati a stupire.
Il calcio, gli scacchi e la Guerra Fredda
Senza dimenticare che fino a qualche mese fa dell'Islanda nel mondo del calcio non si sapeva nulla o davvero poco. Ricordando l'unico vero fuoriclasse dalla tempra internazionale che il pallone islandese abbia mai prodotto Arnór Gudjohnsen, che sfondò nell'Anderlecht e il figlio Eidur, stella di talento che ha brillato soprattutto nel Chelsea. Una nazione la cui notorietà era legata alla leggendaria sfida di scacchi del 1972 tra il sovietico Boris Spasskij e lo statunitense Bobby Fisher e per il summit tra Reagan e Gorbaciov nel 1985.
I colori del miracolo
La casacca ufficiale è blu, un colore che in questa stagione ha voluto significare moltissimo in campo internazionale. Perché il blu è stato il colore che ha trionfato in Premier League sulle spalle dei ragazzi terribili di Claudio Ranieri, le Volpi di Leicester, il piccolo club che ha strabiliato il mondo andando a vincere uno dei campionati più difficili. E facendo innamorare una Nazione intera e ricevendo i plausi del mondo calcistico. E blu è il colore della divisa nazionale islandese che già nella fase di qualificazione aveva mostrato che nulla è davvero impossibile, con 20 punti in 10 gare, seconda alla sola Repubblica Ceca, escludendo dall'Europeo sua maestà l'Olanda.
La sfida alla Volpe
Il destino ha voluto riservare all'Islanda l'ultima sua opera buffa: la sorpresa di questo Europeo se la vedrà con l'Inghilterra, dove milita la sorpresa di questa stagione, James Vardy bomber delle Foxes, giocatore tra i più contesi sul mercato, alla ricerca della conferma internazionale. Una nazionale, quella di Hodgson, che è la più giovane del lotto e che fino ad oggi non ha assolutamente brillato. Un confronto diretto, uno spartiacque che richiama alla memoria i prodromi di altre sorprese passate, come la Danimarca del 1992 dove gli islandesi non hanno più alcunché da perdere.
Dal nulla al sogno
Quella islandese è una storia calcistica di recente bellezza. Da qualche anno in Islanda si è lasciato alle spalle il dilettantismo e i risultati si son visti subito: una migliore struttura nazionale, impianti all'avanguardia, la svolta nel creare campi sintetici per permettere ai giovani talenti la vera svolta professionale: dare loro la possibilità di avere le medesime possibilità di crescita del resto d'Europa. Passando alle certe eliminazioni alle sempre meno incredibili qualificazioni. Oggi all'Europeo, ieri sfiorando il Mondiale in Brasile. Domani chissà. Ai sogni non c'è confine, nemmeno quando si tratta di una piccolissima isola ai margini dell'Europa che conta.