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Euro 2016: pastis e bouillabaisse, il cuore di Marsiglia

Il cuore di Marsiglia è il Vecchio Porto. Città più antica di Francia, è il capoluogo della Provenza: qui si produce quasi il 10% del vino rosé al mondo. Celebre anche per il pastis, il liquore d’anice che accompagna la tipica zuppa di pesce, ospita sei partite dell’Europeo. Indotto previsto: 150 milioni.
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“Marsiglia non è una città per turisti”. Almeno la Marsiglia dei porti e dei traffici di Jean-Claude Izzo. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. A Marsiglia, anche per perdere bisogna sapersi battere”. Marsiglia, città più antica di Francia e insieme meta più cool del 2016, ha il gusto per la storia, il respiro del mare e il profumo di una bouillabaisse calda innaffiata di pastis.

Vélodrome – Tutti, però, a Marsiglia si schierano per l'OM, la squadra più titolata di Francia, battuta però dal PSG in finale di Coppa di Francia. Il cuore dell'Olympique batte nell'ottavo arrondissement, nel Vélodrome nato come tempio polisportivo nel 1937 con il 2-1 dei francesi sul Torino, a un anno dai Mondiali del 1938 e più volte ammodernato. Votato dal magazine inglese Four Four Two fra i 100 stadi più belli del mondo, con 67 mila posti a sedere, il nuovo Vélodrome si presenta con una nuova copertura, cuore del progetto da 267 milioni di euro finanziato in parte dalla Bouygues Construction, in parte dal comune. Ogni tribuna è dedicata a un simbolo dello sport marsigliese. La più alta, che racchiude anche i posti per i tifosi delle squadre ospiti, è dedicata al ciclista Gustave Ganay, campione nazionale di mezzo fondo. La principale, dove si trovano anche i posti per le autorità e per la stampa, porta il nome di Jean Bouin, fondista e argento olimpico nei 5000 nel 1912. La virage sud, la curva sud, è la Chevalier ose, nobile che si è distinto ai tempi della peste del 1720. La nord è dedicata a Patrice de Peretti, Depé, il fondatore del gruppo di tifosi MTP morto a 28 anni. A giorni, infine, è atteso l'annuncio della denominazione “Vélodrome Orange” dopo l'accordo di cessione dei naming rights che però prevede il mantenimento della denominazione originale. Per Vincent Chaudel, esperto di economia dello sport, “se l'operazione dovesse passare senza troppi problemi, il calcio francese è destinato a cambiare per sempre”.

Indotto economico – Intanto, a giudicare dalle stime di GoEuro, che ha analizzato i costi dei trasporti pubblici, i dati dell'Organizzazione Mondiale del Turismo e le previsioni del Centro di Diritto e di Economia dello Sport (CDES), a Marsiglia l'Europeo porterà 150 milioni di euro. Solo a Parigi i benefici di Euro 2016 saranno maggiori, oltre i 400 milioni.

Vecchio porto e bouillabaisse – Difficile togliersi dal cuore il suolo e il mare di Provenza, i 57 chilometri di costa di Marsiglia, quel respiro antico, lo stesso che avran sentito gli esploratori greci di Focea che la fondarono 600 anni prima di Cristo. Mare e arte, è questa da sempre la cornice della seconda città più grande di Francia. Una città che si specchia e si racconta al Porto Vecchio, nell'insenatura forte Saint Nicholas, voluto da Luigi XIV, e il forte Saint Jean, e al quai de Belges, al mercato ittico, dove il pesce si vende appena tirato su dalle reti, senza mediazioni. Dal produttore al consumatore. Una bouillabaisse come si deve comincia da qui. Serve una base di pesci di scoglio, scorfani vivi, pesce San Pietro, pesce cappone, pesce ragno, gallinelle, con la polpa passata nello zafferano. In fondo, è una forma d'arte anche questa. E per accompagnarla, le possibilità son due. Pastis, il liquore d’anice verde con un tocco di liquirizia e di erbe provenzali (anche nella variante più dolce che prevede cannella e vaniglia), rigorosamente ghiacciato, magari diluito con acqua. O uno dei vini rosé che fanno la fortuna della Provenza: arriva da queste zone quasi il 10% della produzione mondiale.

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Vini rosé – I rosati costituiscono il 75% della produzione della Provenza, concentrati soprattutto nell'area AOC della Bandol, fra Marsiglia e Tolone, affacciata sul Mediterraneo. Sono vini di colore quasi aranciato, spesso prodotti facendo prima macerare le uve rosse, poi facendo fermentare il mosto come per i bianchi, e di buona struttura che si prestano anche ad accompagnamenti un po' più arditi dell'ortodossia e naturalmente sposano perfettamente la speziata cucina provenzale (verdure, formaggi caprini). Nel Bandol e soprattutto nel Châteauneuf-du-Pape si producono anche buoni rossi, vista la presenza di 13 vitigni tradizionali, primo fra tutti il grenache.

Da vedere – Emblematica di Marsiglia la collina della Garde, che conserva la sua triplice vocazione: posto di vedetta già dai tempi di Carlo II d'Angiò, fortificazione militare, con il castello che dal 1524 formava, insieme al Chateau d'If, una fondamentale difesa marittima, e meta di pellegrinaggio. Perché non può mancare la chiesa dedicata a Notre-Dame de la Garde, "La Bonne Mère", che protegge i marinai, i pescatori e tutti i marsigliesi. Capolavoro romanico-bizantino, tutta cupole, pietre policrome, ori e mosaici, spicca per la statua monumentale affidata allo scultore Lequesne e realizzata in bronzo dorato laminato d’oro dagli atelier Christofle di Parigi. Il fascino della Marsiglia antica è tutto nelle viuzze del concentrato centro storico, che cambia volto appena di fronte al Porto Vecchio. Qui comincia la Canabiere, la via più nota e più movimentata, aperta nel 1666 che tramanda il ricordo della "Canebe", la canapa, perché qui sorgevano le corderie medievali. Gloria della Terza Repubblica, era una tappa obbligata per i viaggiatori che si fermavano al Café Turc, con la troneggiante fontana, scomparso dopo la prima guerra mondiale.

Arte moderna – Marsiglia assorbe stimoli e suggestioni di tempi e latitudini diverse, racconta di un tempo che fu come il grido di un'eco lontana e ne fa un linguaggio nuovo. Una personalità policroma che ben si specchia nei costumi e nelle maschere del Grand Theatre. "L'Arte ospita la bellezza di Afrodite, il ritmo di Apollo, l'equilibrio di Pallade, e deve a Dioniso il movimento e la vita" c'è scritto sulla facciata. Eppure, insieme guarda lontano, e prende direzioni inattese fra le case di campagna e le ville sul lungomare nel porticciolo dell'Estaque protetto dal Mistral
. In queste strade è nata l'arte moderna: Cézanne, Braque, Derain, Dufy, Marquet, Friesz, Macke, Renoir, Guigou e Monticelli vi hanno dipinto decine di tele.

Mucem – Perché Marsiglia da sempre è incontro, è spirito mediterraneo. E alle civiltà d'Europa e del Mediterraneo è dedicato il Mucem, progettato dall'architetto Rudy Ricciotti, che vorrebbe replicare l'effetto economico e culturale del Guggenheim a Bilbao. Di architettura dichiaratamente cubista, collegato con una spettacolare passerella allo storico forte di Saint-Jean, è stato inaugurato a giugno 2013, quando Marsiglia era stata scelta come capitale europea della cultura, ha già prodotto quasi 130 milioni di indotto per la città. È da questi dettagli che si giudica lo spirito di una città. Perché in fondo, come scriveva Cioran, “se Napoleone avesse occupato la Germania con dei marsigliesi, il mondo sarebbe stato completamente diverso”.

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