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Errori tattici, individuali e di reparto: perché la Juve di Sarri prende così tanti gol

Bilancio al termine del girone d’andata della Serie A 2019/2020 per la prima esperienza di Maurizio Sarri sulla panchina bianconera: più punti rispetto alla prima Juve di Antonio Conte e Max Allegri (gli stessi conquistati nel suo ultimo anno a Napoli). A preoccupare è però il rendimento difensivo e i tanti, troppi, gol incassati (18) nelle prime 19 giornate di campionato.
A cura di Michele Mazzeo
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Un girone d’andata chiuso da campione d’inverno con 48 punti e un agevole approdo agli ottavi di Champions League non sono serviti a Maurizio Sarri per convincere i critici in questo suo primo anno alla guida della Juventus. La sconfitta in Supercoppa italiana contro la Lazio, una quadra non ancora trovata e il tanto agognato “belgioco” visto solo a sprazzi, infatti lasciano ancora diverse perplessità sull’impatto del tecnico toscano sulla panchina bianconera. Ma, stando ai numeri, il dato più preoccupante è quello che riguarda i tanti (troppi) gol subiti dalla formazione bianconera che negli ultimi 8 anni ha basato i propri successi proprio sull’impenetrabilità della propria difesa.

Sarri fa meglio della prima Juve di Conte e di Allegri

Eppure in termini di punti Maurizio Sarri nel primo girone d’andata alla Juventus ha fatto meglio dei suoi due illustri predecessori (41 quelli conquistati da Antonio Conte nel 2011/2012, 46 invece quelli ottenuti da Massimiliano Allegri nel 2014/2015) pareggiando i 48 conseguiti nella sua ultima stagione alla guida del Napoli quando però il titolo di campione d’inverno non fu propedeutico per il successo finale. Dal punto di vista del risultato dunque il 4-3-1-2 improntato dall’allenatore ex Chelsea sembra comunque aver cominciato a dare i suoi frutti.

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La pecca: il peggior rendimento difensivo del ‘ciclo vincente’

A differire sono i gol fatti e, soprattutto, quelli incassati dalla propria squadra: la prima Juventus targata Antonio Conte, infatti, al termine del girone d’andata aveva realizzato 31 reti subendone però soltanto 12, mentre la prima Vecchia Signora guidata da Max Allegri dopo 19 giornate di campionato vantava uno score di 42 gol a favore e 9 contro. Rendimento dunque decisamente migliore rispetto a quello fatto registrare dalla compagine di Sarri in questa sua prima parte di Serie A chiusa con 37 gol fatti e addirittura 18 subiti. Un rendimento peggiore anche rispetto a quello del suo ultimo Napoli che nella stagione 2017/2018 chiuse l’andata con 42 centri realizzati e 12 incassate.

 

Solo un gol subito in contropiede: non è ancora la Juve di Sarri

Andiamo quindi ad analizzare nel dettaglio il deficitario rendimento difensivo della prima Juventus di Maurizio Sarri. Innanzitutto andiamo a vedere come sono arrivati i 18 gol fin qui incassati in questa Serie A dai bianconeri: 11 quelli frutto di un’azione manovrata degli avversari, 3 quelli arrivati sugli sviluppi di un calcio piazzato (punizioni o calci d’angolo), 3 su rigore e soltanto 1 in seguito ad una ripartenza. Il fatto che più della metà delle reti subite sia arrivata su azione manovrata e soltanto una invece “in contropiede” sembra confermare le difficoltà della squadra (più evidente nella prima parte di campionato) di prendere in mano il pallino del gioco e tenere alto il baricentro (due dei tratti distintivi del calcio sarriano).

Errore in Juventus - Sassuolo: Alex Sandro lascia tanto spazio a Caputo
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Le cause: tanti errori individuali e dell’intera fase difensiva

Ma le difficoltà di imporre il proprio gioco per tutti i novanta minuti non sono però le uniche cause per un passivo difensivo così elevato per gli standard bianconeri degli ultimi anni. Oltre a ciò, difatti, a fare la differenza in negativo sono stati i tanti errori individuali (per esempio quelli di Alex Sandro con Genoa e Sampdoria o quelli di Matthijs de Ligt con Napoli, Inter e Sassuolo, solo per citarne alcuni) andati a sommarsi alla pesante assenza in termini di marcatura, grinta e personalità del capitano Giorgio Chiellini. Ma anche e soprattutto i tanti errori dell’intera fase difensiva, con centrocampo e difesa che non sembrano ancora aver trovato i giusti meccanismi per blindare la propria porta.

Cuadrado più stretto rispetto al centrale De Ligt, nessuno segue il movimento in profondità di Traoré
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Appare evidente dunque che Sarri dovrà lavorare ancora tanto sul gioco (sia in fase di possesso che di non possesso) della propria squadra e migliorare soprattutto quel rendimento difensivo che negli ultimi otto anni ha permesso alla Juventus di dominare la Serie A mettendo in cascina una serie di successi da record.

La verticalizzazione di Caputo taglia fuori la difesa, Traoré può calciare a pochi passi da Buffon
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