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Eriksen, regista o mezzala all’Inter: qual è il ruolo ideale nella squadra di Conte

Il centrocampista del Tottenham, Christian Eriksen, è un ibrido tra un’ala e un trequartista. Mourinho lo sta facendo giocare da regista nel 4-2-3-1. E’ completo, alterna gioco corto e lungo, favorisce lo sviluppo della manovra anche sotto pressione. Nel 3-5-2 di Conte potrebbe giocare da mezzala sinistra, come nei primi tempi agli Spurs.
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Le formazioni, diceva Pep Guardiola, sono soltanto numeri telefonici. Nel calcio degli interscambi continui, delle rotazioni e del contro-pressing, si eleva l'importanza dei centrocampisti ibridi, capaci di svolgere più funzioni e occupare più posizioni. Giocatori come Christian Eriksen, il danese del Tottenham sempre più vicino all'Inter di Conte. Una squadra con compiti più definiti, che però conserva spazi di libertà alle mezzali creative in grado di accelerare la manovra e favorire la superiorità numerica negli spazi di mezzo.

Quando è arrivato al Tottenham, nell'estate del 2013, gli Spurs avevano appena venduto Gareth Bale al Real Madrid. In quell'estate, acquistano sette giocatori. “Abbiamo venduto Elvis e abbiamo comprato i Beatles” ha detto in un'intervista l'ex portiere Erik Thorstvedt. Eriksen non è il più costoso: la società lo acquista per 13,5 milioni e investe più del doppio per Roberto Soldado e Erik Lamela. Eriksen costa anche meno di Paulinho, centrocampista brasiliano del Corinthians. La stima sul valore dei Beatles è decisamente eccessiva. Ma non per Eriksen.

Trequartista o ala

Eriksen gioca a lungo come mezzala sinistra in un centrocampo a tre nelle prime stagioni al Tottenham. Ha il compito di osservare il gioco, di tagliare verso il centro in modo che uno degli altri centrocampisti offensivi possa creare un vantaggio numerico sulle corsie laterali. Ha il pregio di un movimento continuo e di un'intelligenza tattica superiore.

Destro naturale, si adatta a giocare su entrambi i fronti dell'attacco. È la mente di una squadra dalla configurazione offensiva fluida, passa agevolmente dal gioco corto al gioco lungo. Ha esaltato il calcio di Mauricio Pochettino, che non a caso l'ha definito un calciatore speciale. Una stima completamente ricambiata. “Io sono un giocatore che vuole creare” ha detto in un'intervista del 2017 a Sky Sports. “Voglio aiutare la squadra a uscire con il pallone da alcune situazioni difficili. So che posso farlo, mi fido delle mie qualità. I miei compagni sanno che se mi passano il pallone, lo riavranno nel modo giusto, con i tempi giusti e con la giusta velocità”.

I passaggi di Eriksen nella sfida persa contro il Southampton
I passaggi di Eriksen nella sfida persa contro il Southampton

I numeri di Eriksen

In questa stagione, ha completato 46.7 passaggi di media, di cui 4.79 lunghi e 2.09 filtranti. Distribuisce 14 palloni in avanti, 4.1 dentro l'area. Non è uomo da assist, ma riceve 34.64 passaggi di media a partita. La squadra a lui si affida per difendere il possesso, perché faccia la scelta giusta e orienti la manovra.

Contro il Norwich, nel 2-2 esterno del 28 dicembre, ha ricevuto 69 passaggi, il suo record stagionale. Non è un caso. Nella gestione Mourinho, infatti, ha giocato soprattutto come uno dei due registi nel 4-2-3-1, e in casi minoritari come il primo tempo a Middlesbrough in FA Cup (1-1) da mezzala in un 3-5-2.

La mappa dei passaggi di e per Eriksen contro il Norwich
La mappa dei passaggi di e per Eriksen contro il Norwich

Considerato che il Tottenham ha un centravanti atipico che tende a muoversi fuori linea e occupare la zona della trequarti come Harry Kane, il cui infortunio potrebbe accelerare la ricerca di un rinforzo a gennaio, Eriksen non rappresenta un'opzione ideale come trequartista. Infatti Mourinho gli chiede di agire più dietro, o al massimo più defilato, e lasciare che siano altri giocatori come Dele Alli a involarsi in profondità in campo aperto.

A Norwich, Eriksen ha il tempo di guardare lo scatto a destra di Alli e lanciarlo nello spazio con un lungo filtrante rasoterra
A Norwich, Eriksen ha il tempo di guardare lo scatto a destra di Alli e lanciarlo nello spazio con un lungo filtrante rasoterra

Eriksen, il cervello del Tottenham

I compagni lo cercano con sempre maggiore frequenza per due ragioni. Da un lato, nell'attuale posizione arretrata Eriksen si ritrova a interpretare il ruolo di playmaker che riceve il pallone dalla difesa e guida la prima fase di costruzione. Dall'altro, questo affidarsi a lui è una testimonianza di fiducia nella sua capacità di mantenere il possesso e superare le linee di pressing avversarie anche sotto pressione.

In questa situazione di gioco, Eriksen riceve già con il corpo orientato verso sinistra per offrire una sponda di prima e prendere in mezzo i due avversari
In questa situazione di gioco, Eriksen riceve già con il corpo orientato verso sinistra per offrire una sponda di prima e prendere in mezzo i due avversari

Altrettanto significativo è il suo apporto negli ultimi trenta metri. La visione e lo sfruttamento degli spazi, soprattutto nei corridoi tra il centrale e il terzino avversario, fanno di Eriksen un un valore aggiunto proprio per la sua rapidità nella verticalizzazione, nell'incanalare il pallone quando questi corridoi possono essere sfruttati da un compagno di squadra, come Kane.

Eriksen controlla il pallone sul centro-destra e fa scorrere in verticale sulla corsa di Kane contro il Southampton
Eriksen controlla il pallone sul centro-destra e fa scorrere in verticale sulla corsa di Kane contro il Southampton

Eriksen ha saputo moltiplicare le sue zone di influenza ben al di là dei limiti che si potrebbero immaginare per un'ala o un trequartista, per quanto ibrido. Inoltre, Pochettino ha saputo mettere a frutto le sue intuizioni tattiche per valorizzare una strategia basata sulla chiusura delle linee di passaggio come primo elemento del contrattacco e la ri-aggressione degli spazi. Rapido nel recuperare il pallone in zone lontane dalla propria metà campo, Eriksen compensa con il senso dell'anticipo una velocità non proprio da scattista, che può in parte spiegare lo squilibrio fra i 12 palloni persi e i cinque recuperati nel corso di questa stagione in Premier League.

Dopo un pallone intercettato dal Liverpool, su azione da calcio piazzato. Eriksen è fuori posizione nella transizione e non riesce in tempo a bloccare la verticalizzazione di Salah verso Mané
Dopo un pallone intercettato dal Liverpool, su azione da calcio piazzato. Eriksen è fuori posizione nella transizione e non riesce in tempo a bloccare la verticalizzazione di Salah verso Mané

Come potrà giocare nell'Inter di Conte

Se pensiamo all'Inter attuale, è plausibile che Eriksen venga schierato in una posizione vicina a quella occupata nei primi anni al Tottenham, ovvero la mezzala sinistra, ruolo attualmente ricoperto da Sensi. Conte gli richiederebbe funzioni per certi versi intermedie tra l' ala ibrida della gestione Pochettino e il "pivote" che interpreta nelle ultime settimane con Mourinho. Dovrebbe partire dal centro per poi allargarsi, invece di pensarsi come un'ala che gioca più al centro in fase di possesso palla. Qualità e flessibilità non gli mancano.

Perché venga inserito sul centro-destra, in un'eventuale inversione con Barella, servirebbero aggiustamenti tattici più ampi. L'ex Cagliari, che ha ridotto il suo stile ibrido a tutto campo e messo l'energia nelle due fasi al servizio di uno stile più diretto, gioca a destra anche perché l'esterno destro di centrocampo è più offensivo. Dunque è utile schierare da quel lato una mezzala che possa coprirgli le spalle e tamponare l'eventuale buco al lato di Brozovic in caso di ribaltamento rapido dell'azione. Dunque, è presumibile che Conte, se vorrà schierarlo a destra, promuoverà un esterno più disciplinato a destra. Non è escluso che lo scambio Politano-Spinazzola possa, se le condizioni del romanista fossero considerate soddisfazione, andare anche in questa direzione.

Molto dipenderà anche dalla mezzala che lo affiancherà. Al momento, infatti, l'Inter vive su un equilibrio e su un'asimmetria: tre centrocampisti centrali complementari (un play classico, uno stantuffo, un creativo), un esterno più di spinta, uno più difensivo. Rendere più simili le combinazioni ala-mezzala sui due lati potrà avere un'influenza sullo sviluppo futuro del gioco. E sul posizionamento dei giocatori con e senza palla. Perché sarà anche vero che i moduli sono come i numeri di telefono, ma gli spazi vanno comunque coperti. E il modo non è un dettaglio secondario.

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