Eric Cantona: il francese primo nella Top-five dei cattivi

Guardando la classifica stilata da Calciomercato. com degli episodi più violenti del calcio appare evidente come spesso il genio possa trasformarsi in sregolatezza. Basta una frazione di secondo: una sottile linea da non oltrepassare separa foga agonistica e cattiveria, ordine e caos, razionalità e follia. E per una facile equazione i campioni assoluti sono i soggetti più a rischio, proprio perchè più sollecitati dalle provocazioni avversarie. Il momento in cui si supera quella linea il passo è talmente breve che, d'un tratto, ci si può ritrovare a colpire un tifoso in tribuna con un calcio da Kung- Fu. Questo è quello che ha combinato Eric Cantona. Correva l'anno 1995 quando durante il match tra Crystal Palace e Manchester Utd il francese, appena espulso, aggredì mentre usciva dal campo un tifoso avversario che gli aveva detto qualche parola di troppo. Quell'attimo di follia gli costò una squalifica di 9 mesi oltre che una condanna a 120 ore di servizio civile.
Ovviamente un episodio del genere è unico e proprio per questo svetta senza problemi in tutte le classifiche possibili fatte su avvenimenti violenti in campo con protagonisti i calciatori. Al secondo posto si piazza, altrettanto comodamente, un altro fatto passato alla storia del calcio: la testata rifilata da Zidane a Materazzi durante la finale di Coppa del Mondo 2006 a Berlino. Un cartellino rosso che l'arbitro argentino Elizondo sventolò davanti alla faccia del francese in mondo visione. Sul podio trova spazio un altro episodio con protagonista una squadra italiana: questa volta si parla della mega-rissa al termine di un Valencia- Inter di Champions League che portò alle squalifiche di Navarro ( per 7 mesi), Marchena, Cordoba e Julio Cruz.
La top- five si chiude con altri due italiani, più precisamente romani, protagonisti: Francesco Totti e Paolo Di Canio. Il capitano giallorosso entra in classifica "grazie" allo sputo rifilato a Poulsen durante Italia- Danimarca nell'europeo del 2004 in Portogallo. Un gesto offensivo si, ma che almeno non è da considerarsi come violenza puramente fisica. Di Canio, invece, ha il merito di farsi largo grazie ad un fatto inconsueto: uno spintone all'arbitro durante Arsenal- Sheffield Wednesday che gli costò parecchi problemi nel 1998.