Entrano e cambiano i match, la Top 5 dei calciatori decisivi in A
Nel gioco del calcio, specie in queste stagioni frenetiche e ricche d’impegni, la lunghezza della rosa e, della panchina in particolare, diventano elementi determinanti per i club che puntano a veleggiare verso le zone nobili della classifica. E se nella NBA si assegna un premio specifico al cestista in grado di garantire un contributo importante alla propria squadra partendo dalla panchina (Sesto uomo dell'anno), nel football, al di là dei riconoscimenti individuali, avere un giocatore capace di dare una svolta alla singola gara risultando decisivo non dal primo minuto è un lusso non da poco. Gli Altafini o i Montella, per tornare un po’ più vicini ai giorni nostri, specialisti dalla panca in prossimità della cosiddetta "zona Cesarini" assumono un ruolo più che rilevante non solo nel singolo confronto ma nell'economia generale di una intera stagione. Vediamo quindi i 5 migliori eredi dei predetti calciatori della Serie A, capaci di entrare a partita in corso e cambiare, con assist vincenti e gol, il volto al match.
Patrick Schick, l’Altafini 2.0
Primo in assoluto in questa speciale classifica dei calciatori capaci di dare un forte scossone alla partita provenendo dalla panchina nella nostra Serie A, troviamo l’attaccante ceco Patrick Schick. Il numero 14 doriano, infatti, è riuscito ad andare in rete per ben 3 volte nelle 11 occasioni nelle quali è stato chiamato in causa da Giampaolo per tentare di sovvertire l’andamento delle gare della propria compagine. Tre segnature realizzate in 270 minuti di gioco dalla panca che hanno determinato circa 24’ di media sul rettangolo di gioco da subentrante e hanno condotto la Samp a battere il Torino e ad accorciare le distanze nelle sconfitte contro: Lazio (1-2) e Chievo (2-1).
Lo stakanovista dalla panchina: Stipe Perica
Sul secondo gradino del podio, invece, troviamo l’attaccante dell’Udinese Stipe Perica. Il croato si guadagna questa onorevole posizione per merito delle 3 marcature messe a referto nelle 11 apparizioni (su 13 presenze globali) a partita in corsa che hanno consentito ai suoi di battere, nell’ordine: Empoli e Milan (matchwinner a San Siro) e siglare la rete dell’1-2 nella sconfitta casalinga dello scorso novembre contro il Napoli. Un bottino niente male raggiunto in 325 minuti di gioco (più alto minutaggio della Serie A da subentrante) con una media in campo, nelle 11 partite in oggetto, di 29.5’.
3 gol in 194’: Bruno Fernandes
A seguire, ritroviamo un altro calciatore della rosa della Sampdoria che, in questo specifico aspetto, dimostra di avere, a dispetto della classifica, una panchina attrezzata e pronta ad ogni uso, ad ogni evenienza. Parliamo del trequartista portoghese Bruno Fernandes. L’ex Udinese, infatti, si guadagna il podio grazie a 3 gol realizzati in appena 194’ e 8 partite da subentrante. Uno score invidiabile che lo pone subito alle spalle di Schick e Perica per il fatto di esser stato utilizzato con minor frequenza, pur risultando fondamentale contro Cagliari, Palermo e Crotone, e per essersi guadagnato, nella seconda parte del torneo, 6 maglie da titolare su 8.
L’amuleto pescarese: Rey Manaj
L’attaccante albanese in prestito dall’Inter Rey Manaj si colloca al quarto poso in questo speciale ranking grazie a 2 reti messe a segno contro Sassuolo (sconfitta per 2-1 poi vinta a tavolino per 0-3) e Genoa (1-1) nei 212 minuti collezionati partendo dalla panchina. Una risorsa, al netto di alcuni infortuni patiti in questi primi mesi di campionato, comunque preziosa per Oddo che, in ben 8 gare, ha deciso di affidarsi, a partita in corso, al suo numero 9 per tentare di risolvere le difficoltà offensive del suo Pescara. Difficoltà enormi che, al momento, relegano gli abruzzesi all’ultimo posto della classifica di Serie A con però l’amuleto Manaj che, quando va in gol, salva sempre dalla sconfitta i suoi.
L’efficace Zarate: 2 reti in 7 partite da subentrante
A chiudere la top 5 degli eredi legittimi di Altafini e Montella, scoviamo l’ex Lazio Mauro Zarate. L’argentino, pur non avendo avuto un ottimo rapporto con Sousa per i viaggi non autorizzati in Argentina fatti quest'anno per stare vicino alla moglie malata, ha comunque garantito un buon contributo complessivo alla squadra toscana con 2 reti in 176 minuti di gioco (contro Lazio e Napoli), totalizzati tutti entrando dalla panchina. Un rendimento discreto per uno dei calciatori più talentuosi della Viola ma che, per problemi vari, non ha, in questo anno a Firenze, saputo sfruttare al meglio la seconda chance, dopo quella laziale, italiana fornitagli dalla Fiorentina.