Emiliano Mondonico e la sedia alzata in cielo per protestare contro l’arbitro
Dopo le tante lacrime versate per l'improvvisa scomparsa del capitano della Fiorentina, Davide Astori, il calcio italiano non sembra trovare pace. A lasciarci è stato Emiliano Mondonico che, dopo 7 anni e mezzo di aspra lotta contro un brutto male, è stato costretto a capitolare, a perdere non senza l'onore delle armi, la battaglia più importante. Quella della vita. La malattia lo ha allontanato dalla panchina e lo ha poi lentamente portato via da questa terra, da questo ‘mondo', appunto, che lo ha sempre apprezzato, amato e, soprattutto, rispettato. Buon calciatore in carriera con le maglie di Cremonese, Atalanta, Torino, e Monza, l'ala destra emiliana ha collezionato 97 gol in carriera deliziando diverse platee, cosiddette di provincia.
La sedia alzata in segno di protesta
E proprio qui, in provincia il ‘Mondo' trova in panchina le soddisfazioni maggiori: riporta grigiorossi e Atalanta in Serie A, guida questi ultimi fino alla semifinale di Coppa delle Coppe del 1988 persa col Mechelen per poi trovare la guida tecnica del Torino col quale nella stagione 1991/1992 si piazza al terzo posto in campionato e perde ad Amsterdam, in finale con l'Ajax, la Coppa Uefa di quell'anno (13 maggio del 1992).
E proprio in questa occasione arriva una delle immagini che lo caratterizzeranno per sempre e faranno mostrano a tutti il suo carattere sanguigno, verace, genuino: in segno di protesta contro un arbitraggio considerato sfavorevole, Mondonico agita una sedia nell'aria rimediando una giornata di squalifica, poi, mai scontata. Negli anni a seguire, Cosenza, Fiorentina, Napoli di nuovo Cremonese e poi Novara.
In carriera però, al netto di qualche retrocessione in B con Cremonese e Napoli, il tecnico di Rivolta d'Adda verrà ricordato, pure, per una Coppa Italia (1993), una Mitropa Cup nel 1991 ma anche per il titolo di ‘mister promozione' con ben cinque risalite in A con Cremonese, Atalanta (1987/88, 1994/95), Torino (1998/99) e Fiorentina (2003/04).
Vicino agli ultimi, parlava ai ragazzi di integrazione e solidarietà
Ma le sfide più decisive le vince nel cercare di normalizzare il divismo nel pallone restando sempre vicino agli ultimi e allenando, in segno di amore verso questo sport ed il prossimo, ex alcolisti e tossicodipendenti. Accettando di essere vicino ai ragazzi delle scuole medie, spiegava loro cosa significasse rispettare i valori veri dello sport e quali fossero quelli necessari della vita di tutti i giorni. Integrazione, rispetto per il prossimo, solidarietà: anche questo faceva parte della lezione del ‘Mondo'.
E' quando frequentano le medie (lui allenava gli studenti della scuola di Rivolta d'Adda, il suo paese natale) che bisogna intervenire, parlare, educare – raccontò in un'intervista a Xavier Jacobelli al Corriere dello Sport -. Si è ancora in tempo per mostrare loro, per spiegare loro che cosa sia il senso della vita. Alla fine di ottobre ho organizzato una partita fra gli studenti della scuola contro la squadra degli ex alcolisti e degli ex tossici; un’altra contro la Nazionale degli amputati, la sola Italia che nel 2018 andrà ai mondiali, in Messico; un’altra ancora contro una squadra di disabili. Al campo c’erano duecento fra ragazzi e ragazze, hanno capito molte cose.
Opinionista TV garbato e dai modi eleganti con i suoi inimitabili baffi, ci mancherà: ciao Emiliano. Che la terra ti sia lieve.