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El Hadary, più forte di ogni ostacolo: sarà il più anziano di sempre ai Mondiali?

“Mi alleno come quando avevo vent’anni”. Parola di Essam El Hadary, 44 anni, portiere più anziano di sempre in Coppa D’Africa, destinato a battere il record di Mondragon ai Mondiali. Eppure il padre voleva vederlo studiare e gli bruciava le maglie ogni giorno. Essam correva 14 chilometri al giorno per andare agli allenamenti.
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“L'età è solo un numero. Mi alleno oggi come quando avevo vent'anni”. Parola di Essam El-Hadary, 44 anni, portiere dell'Egitto da più di vent'anni, destinato a diventare il più anziano giocatore di sempre ai Mondiali. È l'ultimo record che ancora manchi a un'icona dello sport africano, il finale migliore per una storia di dedizione, tenacia e resilienza senza tempo.

Il più anziano e il meno battuto in Coppa d'Africa

Martdi 17 gennaio 2017, El Hadary inaugura il più emozionante capitolo di una vita da romanzo. È il 25′ del match d'esordio per l'Egitto in Coppa d'Africa. I Faraoni affrontano il Mali ma al 12′ il portiere titolare Ahmed El-Shenawy si fa male. Prova a rimanere in campo un'altra decina di minuti ma deve uscire. Al suo posto Hector Cuper manda in campo Essam El-Hadary, 44 anni, alla 148ma presenza in nazionale. Ne ha vinte quattro di Coppe d'Africa e diventa il più anziano nella storia della manifestazione. Il primato di Hossam Hassan, icona di un altro Egitto che aveva 39 anni, 5 mesi e 24 giorni all'ultima sua presenza, resta confinato nel cassetto dei ricordi passati.

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Non subisce gol per tutti il girone e nemmeno nel quarto di finale contro il Camerun. In semifinale contro il Burkina Faso ferma le conclusioni di Koffi Kouakou e Bertrand Traoré, che hanno la metà dei suoi anni. Si arrende solo al 73′ di fronte a Aristide Bance. Si interrompe così una serie di inviolabilità in Coppa d'Africa che durava dal 35′ del quarto di finale del 2010 contro il Camerun, per un totale di 643 minuti, la più lunga di sempre da quando esiste la coppa.

È il più anziano africano a giocare in nazionale, davanti anche a Kersley Appou, attaccante delle Mauritius che due anni fa ha chiuso il percorso di qualificazione per la coppa contro la Mauritania a 43 anni e 354 giorni. Segue uno stretto regime alimentare, racconta alla BBC, molta frutta e verdura ma vede ancora lontano, come El Hadary, il primato assoluto di MacDonald Taylor Sr, delle Isole Vergini Americane, sceso in campo nel 2004 a 46 anni e 217 giorni.

Il padre gli bruciava le maglie

Eppure, questa storia non sarebbe nemmeno iniziata se El Hadary non fosse uno di quei guerrieri che aspettano le difficoltà per superarle, per assorbirle e diventare più forti. Suo padre vorrebbe che Essam studiasse, e ogni volta che torna dall'allenamento gli brucia le magliette. Ma Essam continua, gli insegnanti prevedono per lui un grande futuro nel calcio e lo aiutano a entrare nel settore giovanile del Damietta. Capoluogo del governatorato omonimo, anticamente secondo porto d'Egitto che dà il nome dal delta orientale del Nilo, Damietta è lontana sette chilometri dalla casa degli El-Hadary. Il padre si rifiuta di accompagnarlo, ma Essam si fa ogni giorno, di corsa, sette chilometri all'andata e sette al ritorno. Lo considera un allenamento supplementare. Presto viene promosso in prima squadra, dove resterà dal 1991 al 1995, festeggiando anche la promozione in prima divisione. Anche papà Kamal El Hadary si convince che per Essam c'è un futuro nel calcio.

El Hadary, uno dei pochi in Egitto ad aver giocato per le due grandi squadre rivali del Cairo, lo Zamalek e l'Al Ahly (con cui supererà le 400 presenze in 12 anni), sogna l'Europa. Rifiuta nel 2005 un'offerta del Besiktas ma nel 2008, a 35 anni, è pronto a esplorare nuovi orizzonti. Rescinde unilateralmente il contratto con l'Al Ahly e si accorda col Sion. Il club egiziano, però, gli fa causa e ricorre anche al CAS di Losanna che lo multa per 900 mila euro perché l'impedimento a negoziare il trasferimento non è considerato una giusta causa per recedere secondo quanto previsto dall'articolo 17 del regolamento FIFA.

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In Svizzera, peraltro, rimane solo un anno, poi torna dove tutto è iniziato. È il 1993 quando incontra Nol de Ruiter, tecnico olandese, assistente di Leo Beenhakker nella fallimentare spedizione a Italia '90, che ha raccontato in un libro definito dal ct solo “lo sfogo di un allenatore frustrato”. De Ruiter è l'allenatore della nazionale egiziana che per primo convoca El Hadary in prima squadra. Non era mai successo che un giocatore di seconda divisisione arrivasse a vestire la maglia dei Faraoni. Anche se era solo il quarto portiere, dietro Thabet Elbatal, Ekramy, e Shobeir, il futuro diventa una palla di cannone accesa. E dopo l'offerta, pochi mesi dopo, dell'Al Ahly, El Hadary quel futuro lo raggiunge.

2009, la storica vittoria sull'Italia in Confederations Cup

Primo portiere della nazionale olimpica e militare, debutta in prima squadra in nazionale nel marzo del 1996. è semplicemente una macchina da trofei. Ha vinto, oltre alle quattro coppe d'Africa, un Mondiale militare, un'edizione degli Arab Games e una dei Giochi Africani con la nazionale olimpica. Ha festeggiato otto campionati, quattro coppe e altrettante supercoppe in Egitto, quattro Champions League e tre supercoppe d'Africa. E l'elenco dei 37 trofei potrebbe continuare. Votato sei volte miglior portiere del continente, conserva un ricordo in particolare della sua esperienza in nazionale. Il portiere che Drogba ha definito “il mio avversario più forte” nel 2009 ha sfidato l'Italia in Confederations Cup.

“Come dimenticare quella partita” ha detto, “resterà scolpita nella nostra storia. Noi eravamo più determinati che mai a giocare un match eroico contro l'Italia perché volevamo mostrare il vero volto del calcio egiziano. Battere i campioni del mondo è stato speciale. Mi ricordo ogni mia parata, ricordo lo stupore sui volti degli attaccanti e soprattutto non posso dimenticare che dall'altra parte c'era Buffon”.

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E' in Sudan durante la primavera araba

Non era in Egitto, El Hadary durante le primavere arabe. Giocava in Sudan (2011-2013) con Al-Merrikh, con cui ha vinto due campionati e due coppe nazionali. La rivoluzione, diceva in un'intervista del 2011, gli ha aperto gli occhi su aspetti del regime di Hossni Mubarak che non immaginava. Ma nonostante sua moglie e la sua famiglia hanno partecipato alle rivolte, non è arrivato a condividere il sostegno per i Fratelli Musulmani.

Le proteste contro Mubarak, e la successiva contro rivoluzione “ha lasciato il calcio nel caos. Il calcio però ha avuto un ruolo centrale. Il campionato è stato più volte cancellato, i tifosi sono stati bannati e gli ultras considerati fuori legge, come dei terroristi” ha detto James Montague, autore del libro When Friday Comes: Football, War and Revolution in the Middle East.

Anche per questo El Hadary, che se dovesse giocare un solo minuto in Russia 2018 batterebbe il primato di Mondragon e diventerebbe il più anziano ai Mondiali, rinforza ancor di più l'orgoglio nazionale.

"Giocherà fino a 50 anni"

Ma come si arriva a questo traguardo? Con una cura assoluta per i dettagli. Al Wadi Degla, squadra del Cairo in cui è rimasto fino allo scorso giugno, aveva comprato un piccolo appartamento vicino lo stadio, mentre la famiglia continuava ad abitare in una casa più grande, per evitare di rimanere troppe ore nel caotico traffico della capitale prima o dopo gli allenamenti. Era sempre il primo ad arrivare e l'ultimo ad andarsene. Poi, dopo uno scontro col portiere titolare, è stato venduto all'Al-Tawoon. È il primo portiere straniero a giocare in Arabia Saudita.

Con questo atteggiamento, non sarà difficile vedere avverata la profezia del suo preparatore dei portieri della nazionale, Ahmed Nagui. “Per me” ha detto, “El Hadary smetterà solo a cinquant'anni.

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