Ekdal e la lotta all’omofobia: “Il calcio professionistico allontana gli omosessuali”
Idee chiare in campo e fuori per Albin Ekdal. Il centrocampista della Sampdoria e della nazionale svedese ha parlato nella sua ultima intervista a Sportbladet del delicato tema dell'omofobia, purtroppo a suo dire molto attuale nel mondo del calcio. Il classe 1989 in particolare si è soffermato sulle difficoltà che incontrano i calciatori omosessuali, spesso costretti a mollare la propria passione per il pallone, in quanto non accettati dal sistema.
Ekdal e la lotta all'omofobia nel calcio che allontana gli omosessuali dal pallone
Albin Ekdal ai microfoni di Sportbladet ha parlato di quello che può essere definito come uno dei "lati oscuri" del calcio. In particolare il centrocampista ex di Juve, Siena, Bologna e Cagliari, attualmente in forza alla Sampdoria ha affrontato il discorso relativo all'omofobia all'interno degli "spogliatoi". Un problema serio che allontana tanti ragazzi dal mondo del pallone: "Dicono che non ci sono calciatori omosessuali. Ma come si fa a trarre questa conclusione? Ho giocato a calcio nei due maggiori campionati al mondo, partecipando a coppe europee e anche alla Coppa del Mondo. Non sono mai stato in campo con un calciatore che fosse dichiaratamente omosessuale. Il problema non potrebbe essere più chiaro: il calcio professionistico allontana gli omosessuali, mette pressioni sui ragazzi a non esternare chi amano".
L'appello di Ekdal per risolvere il problema dell'omofobia nel calcio
Come risolvere il problema dell'omofobia nel mondo del calcio? Ekdal chiede coraggio e lancia un appello a calciatori e addetti ai lavori in vista della prossima stagione: "Dobbiamo aiutare chi pensa di mollare per non essere deriso, che potrebbe aver sentito la parola ‘frocio’ utilizzata come un insulto negli spogliatoi. Non è una responsabilità del singolo, ma mia, nostra, di tutti fare in modo che non debba richiedere coraggio osare. Dovrebbe essere facile dire a qualcuno di essere innamorati. Io non posso fare altro che dare il benvenuto a tutti nel mondo del calcio e anche gli altri non possono fare altrimenti. Se lo facciamo tutti assieme in ogni occasione possibile, ad ogni viaggio in bus, in trasferta, in qualsiasi spogliatoio, non ci sarà più questo problema in futuro".