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Eder: “In Italia preconcetti sugli oriundi”

Il giocatore della Sampdoria spera di ripetere in azzurro le gesta dell’oriundo Camoranesi, campione del mondo nel 2006.
A cura di Alessio Morra
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Le convocazioni in Nazionale di Eder e Vazquez hanno creato notevoli polemiche. Perché secondo alcuni (compreso Roberto Mancini) l’Italia non dovrebbe convocare calciatori non nati in Italia. Uno dei due oriundi, l’attaccante della Sampdoria Eder in un’intervista rilasciata ai brasiliani di ‘Diario Catarinense’, in modo molto netto ha criticato coloro che hanno dei preconcetti sugli oriundi e ha suggerito a costoro di vedere le rose della Germania e della Francia: “In Italia esiste un preconcetto sugli oriundi, ma nella Germania ci sono calciatori originari di altri Paesi, stessa cosa nella Francia con vari africani. Qui non c’è questa cultura, ma la decisione su chi chiamare spetta solo a Conte. Sono stupidaggini, pensate a Camoranesi. Spero di seguire le sue orme, se ottenessi la metà dei suoi successi sarei felicissimo.”

Il blucerchiato ha parlato anche della splendida accoglienza ottenuta a Coverciano e ha lanciato una stoccata ai selezionatori del Brasile che convocano sempre un ristrettissimo gruppo di calciatori. Ai Mondiali furono esclusi i brasiliani dell’Atletico Madrid, mentre Dunga in questa fase non considera il rampante Felipe Anderson: “Ho ritrovato in azzurro giocatori che sono stati miei compagni di squadra, e così è stato facile. Ma quello che mi ha più impressionato è l’umiltà dei ‘vecchi’ come Buffon che mi hanno accolto bene. In questi anni ho affrontato calciatori fenomenali come Kakà, Ronaldinho o Buffon e giocare con lui è una grande emozione, non lo avrei mai immaginato. Vedo calciatori che hanno lasciato presto il Brasile e che sono ignorati dalla Selecao. Penso ai giovani dello Shakhtar Donetsk o di Felipe Anderson che sta facendo molto bene, ma continuano a essere convocati giocatori che appartengono alla vecchia generazione. Non avrei accettato la convocazione di una nazionale qualsiasi: chi conosce il calcio, conosce quanto sia importante l’Italia, per questo ho accettato.”

Eder ricorda anche il lungo percorso che negli ultimi nove anni lo ha portato dalle giovanili dell’Empoli alla Nazionale, che Eder vorrebbe rappresentare anche a Euro 2016: “Sono arrivato in Italia a diciotto anni. Sono stato fortunato perché sono arrivato all’Empoli. Lì il settore giovanile è come una famiglia. Ho girato abbastanza fino a quando non sono arrivato alla Sampdoria. Sono arrivato a Genova in un momento difficile con la squadra difficile in B, ma siamo riusciti a risalire e stiamo andando bene. Essere convocato per la prima volta non è la cosa più difficile, è più complicato rimanere nel gruppo.”

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