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Ecco perché il Barcellona (non) rischia 2 anni di esclusione dalla Liga

L’ex presidente Rosell e l’attuale numero uno Bartomeu nei guai per presunti reati fiscali commessi nella transazione per l’acquisto di Neymar. Il procuratore che si occupa della vicenda chiederà sanzioni esemplari come l’esclusione del Barcellona per 2 anni dalla Liga. Ma un club che vale 3.2 miliardi di dollari rischia davvero una punizione del genere?
A cura di Maurizio De Santis
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Può un club che vale 3.2 miliardi di dollari – secondo i dati della rivista Forbes – essere escluso dal proprio campionato per (presunti) reati di frode fiscale commessi dai dirigenti in operazioni di mercato? Può una società che annovera tra le proprie fila il secondo calciatore più ricco al mondo (Messi, con un patrimonio stimato di 200 milioni di euro) essere spazzata via dalla sentenza di un tribunale? E' davvero pensabile che uno dei pilastri del calcio spagnolo – il Barcellona – venga messo in naftalina assieme alla sua storia, tradizione sportiva, al giro d'affari che ruota intorno agli architetti del business plan che operano anche ben al di là dei Pirenei? E' possibile che una società capace d'incassare – assieme al Real Madrid – nel 2013-2014 ben 549.5 milioni di euro sugli 800 totali garantiti all'intera Liga venga messa al bando per inadempienze con l'Erario tutte ancora da dimostrare? E' possibile che un'intera comunità di tifosi per i quali la squadra del cuore è ‘mas que un club', passione endemica, orgoglio delle proprie radici, icona di un popolo si ritrovi, di colpo, apolide?

La pensa così il procuratore José Perals che – secondo quanto raccontato nei giorni scorsi dal Mundo Deportivo – avanzerà richieste di pena pesantissime nel processo che vede sul banco degli imputati l'ex presidente dei blaugrana, Sandro Rosell, e l'attuale numero uno, Josep Bartomeu, per l'acquisto di Neymar, l'attaccante brasiliano dal Santos sbarcato al Camp Nou nell'estate del 2013. Vicenda per la quale sono stati rinviati a giudizio la società e i dirigenti direttamente coinvolti, ritenuti responsabili d'aver evaso tasse per almeno 12 milioni di euro dispersi nei rivoli della pista di carta a corredo di una transazione di circa 100 milioni di euro.

Sanzioni sportive, ovvero la squalifica/esclusione di una, al massimo due stagioni dal campionato iberico (ma non dalla Champions League). E altre penali – condanne da 2 fino a un massimo di 6 anni di carcere – secondo quanto previsto dalla legge spagnola per reati del genere. Una punizione esemplare, epocale, una scomunica che farebbe seguito all'embargo già imposto dalla Fifa ai catalani fino a giugno 2016 per quel pasticcio brutto d'irregolarità commesse nel tesseramento di giovani calciatori, le leve della ‘cantera' alimentata dai talenti scovati dallo scouting in giro per il mondo. Quella ‘cantera' nella quale è cresciuta la ‘Pulce' argentina e con lui un'intera generazione che ha segnato un'epoca esportando tattica e schemi, stile di gioco, conquistando trofei portati in dote sull'altare del tiki-taka. La legge degli uomini, però, non conosce devozione.

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