E’ morto Ivan Ruggeri, ex presidente dell’Atalanta (VIDEO/FOTO)
"L'Atalanta Bergamasca Calcio è in lutto, è scomparso Ivan Ruggeri, presidente della Società nerazzurra dal 1994 al 2008". Con queste parole il sito dell'Atalanta ha annunciato la morte dell'ex storico presidente nerazzurro. "Il presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia atalantina partecipano con commozione al dolore della famiglia Ruggeri". Ivan Ruggeri, 68 anni, era in stato vegetativo dal 16 gennaio 2008 quando, durante una risonanza magnetica, venne colpito da emorragia cerebrale.
Dal ciclismo alla plastica. Le due ruote, passione di una vita, con in mente i tempi eroici di Coppi e Bartali. E così a 16 anni si iscrive alla scuola "Fausto Coppi" di Milano: il ragazzo ha talento, gambe forti, resistenza e voglia di vincere: colleziona successi e piazzamenti importanti fino a giungere quarto al Giro delle Asturie, in Spagna. Abbandonerà il ciclismo nel 1965 e imparerà che ‘palla al piede e pedalare' e ‘dare tutto quando la strada s'inerpica lungo la salita' sono metafore della vita quotidiana. Ruggeri comincerà a lavorare, fin da giovanissimo, come rappresentante della piccola ditta a conduzione familiare e poi si specializzerà nel recupero dei materiali plastici. Anni Settanta, anni duri e contrassegnati anche dalla crisi petrolifera. Lui, però, riuscirà a creare un'industria consolidata nel settore del riciclo. "In vita mia non ho mai lavorato meno di 10 ore, all’inizio anche 12, spesso anche per 7 giorni la settimana – ripeteva -. Lotto per migliorarmi, mi piacciono le cose difficili".
Il calcio e l'Atalanta. Nel 1977 comincia la sua avventura con il club orobico, nel febbraio del 1994 compie il grande passo sostituendo Percassi alla presidenza e vi resterà fino al 3 settembre 2008, quando prenderà il suo posto Alessandro, suo figlio. A gennaio dello stesso anno è colpito da un'emorragia cerebrale: a causa della persistente criticità delle sue condizioni, ad aprile dello stesso anno viene affiancato alla presidenza dalla figlia Francesca, in qualità di vicepresidente, e dal figlio Alessandro in qualità di amministratore delegato. Mesi difficili per il club e il 14 maggio 2010 Alessandro e Francesca Ruggeri, detentori del pacchetto azionario di maggioranza della società, annunciano la messa in vendita del club. A giugno 2010 Antonio Percassi riesce ad acquisire il 70% delle azioni della società, ritornando alla guida degli orobici dopo 16 anni. La cura del settore giovanile, la capacità di credere in un calcio pulito, nella cultura del lavoro e del sacrificio, di non cedere ai ricatti e alla violenza degli ultras (scatenandone anche proteste) saranno un'icona, un tratto distintivo della sua esperienza. Nel centenario dell’Atalanta scrisse:
I nostri cento anni, diciamolo sottovoce, sono un successo. Siamo un piccolo Davide in mezzo a tanti Golia. Abbiamo raccolto. Saremo provincialotti, fuori del tempo. Ma siamo le formichine di cento anni fa.
I protagonisti. Quella di Ruggeri è stata l’Atalanta di Pippo Inzaghi capocannoniere in A, di Bobo Vieri, Morfeo, della rivelazione Montero, Mondonico e una finale di Coppa Italia persa contro la Fiorentina, di Vavassori che sfiora la qualificazione in Uefa, dei successi delle formazioni giovanili, di Cristiano Doni che conquista un posto nella spedizione azzurra ai Mondiali del 2002. Il tecnico emergente, Stefano Colantuono, gli regalerà le ultime soddisfazioni: la formazione orobica domina il campionato cadetto con una stagione da record (81 punti e 24 vittorie) e la promozione più veloce (tre giornate d'anticipo) della sua storia. Al ritorno in A, nella stagione che avrebbe portato al centenario, la squadra di Colantuono si conferma e chiude all'ottavo posto, a ridosso della zona Uefa, poi il nuovo cambio in panchina con l'arrivo di Del Neri.
Odi et amo coi tifosi. Ruggeri in prima linea anche per combattere la violenza nel calcio: fu dura la presa di posizione da parte della società e dei giocatori contro gli ultras della Curva Nord che avevano portato all'interruzione della partita con il Milan poche ore dopo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri.