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E’ morto Henry ‘Harry’ Gregg, “l’eroe di Monaco” del ’58: aveva 87 anni

Nato nel ’32, Henry ‘Harry’ Gregg è morto al’età di 87 anni. Portiere della nazionale dell’Irlanda del Nord, nel dicembre del ’57 passò al Manchester United per la cifra record di 23 mila sterline. Nel ’58 fu per tutti l’eroe di Monaco di Baviera, dove salvò diversi passeggeri nel disastro aereo con a bordo la squadra dello United, in cui persero la vita 23 persone.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' morto Henry ‘Harry' Gregg, all'età di 87 anni, l'"eroe di Monaco di Baviera", il portiere del Manchester United e dell'Irlanda del Nord degli anni 50 e 60. Uno dei sopravvissuti al disastro aereo del 58 che coinvolse la squadra dei red devils e in cui morirono 23 dei 44 passeggeri presenti. Molti vennero salvati da Gregg che tornò indietro, malgrado il velivolo in fiamme, ed estrasse alcune persone tra cui Bobby Charlton e Dennis Viollett. In quel disastro aereo persero la vita diversi giornalisti, alcuni membri dello staff e soprattutto tanti giovani calciatori dei diavoli rossi, denominati da tutti i ‘Busby Babes‘, per via dell'allenatore Matt Busby e per la giovabe età complessiva della squadra.

Harry Gregg, divenne il classico eroe per caso, lui che si era aggregato alla squadra solamente qualche mese prima, nel dicembre del '57, nello schianto all'aeroporto di Monaco, dove l'aereo non riuscì a decollare finendo contro la recinzione e alcune abitazioni, prendendo fuoco. A bordo c'era gran parte della squadra del Manchester, i ‘Basby Babes', di ritorno da Belgrado dove aveva pareggiato con la Stella Rossa qualificandosi per la prima volta alle semifinali di Champions League.

Il portiere dell'Irlanda del Nord, Garry Gregg aveva firmato per il Manchester United solo due mesi prima della tragedia, in cui morirono 23 persone. Subito dopo lo schianto e con il velivolo in fiamme, Ritornò sull'aereo e trascinò fuori Bobby Charlton e Dennis Viollet, e venne in aiuto del manager Matt Busby e del collega Jackie Blanchflower, nazionale dell'Irlanda del Nord. Tra i morti c'erano otto giocatori tra cui Duncan Edwards, Roger Byrne e Eddie Colman.

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Sono Henry Gregg, che ha giocato a calcio. Un uomo che è stato utile nei giorni buoni e spazzatura nei giorni cattivi – ha detto in una intervista del 2008 – Questo è ciò per cui voglio essere ricordato, non per qualcosa che è accaduto per caso"

In quel giorno, Gregg vide la morte la in faccia ma non fu il momento più tragico della sua vita: "Un conto e affrontare la morte, un conto è vedersela in casa", dirà un giorno riferendosi alla sua tragedia personale più dura, la morte per cancro al seno di sua moglie Mavis, che lo costrinse a superare la prova più dura della sua vita, obbligandolo a prendersi cura delle loro due figlie. Prima di risposarsi, con Carolyn Maunders, quattro anni dopo.

Henry Gregg è nato il 27 ottobre 1932 nel villaggio di Tobermore nella contea di Londonderry, in Irlanda. L'avventura di Harry Gregg al Manchester United non è stata fortunata: fermato dagli infortuni ha fatto solamente 247 presenze . A fine carriera Gregg si trasferì allo Stoke City nel dicembre del 1966, prima di ritirarsi alla fine della stagione succesiva. Poi passò ad allenare inziando dallo Shrewsbury Town , poi con Swansea City e Crewe Alexander. Gregg aveva iniziato la sua carriera al Windsor Park Swifts, la squadra di riserva di Linfield, prima di trasferirsi al Doncaster Rovers all'età di 18 anni. Quindi, la scelta nel dicembre del '57 di passare al  Manchester United per 23.000 sterline, all'epoca un record mondiale per l'ingaggio di un portiere.

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