E’ Messi, no è come Modric. Chi è Alen Halilovic, il talento (arrugginito) preso dal Milan
Un talento da rilanciare. Alen Halilovic, il ragazzo prodigio che il Barcellona aveva preso nel 2014 dalla Dinamo Zagabria, è il terzo colpo di mercato ufficiale (lo sarà a tutti gli effetti dopo le visite mediche e la firma) del Milan dopo Pepe Reina e Ivan Strinic giunti a parametro zero. La notizia di mercato arriva improvvisa, a corredo di una settimana durissima per i rossoneri reduci dalla batosta della Uefa (esclusione dalle Coppe per una stagione) e alle prese con una transizione societaria difficile sia per lo stallo nella trattativa con Rocco Commisso sia per le incombenze (la ‘cambiale' da 32 milioni che il presidente Li deve versare al Fondo Elliott) di bilancio.
I paragoni (eccessivi) con Messi e Modric. Così era stato ribattezzato il quel ragazzo del '96, di ruolo trequartista ma capace di adattarsi anche da esterno (su entrambe le corsie), che in blaugrana non è mai riuscito a trovare la giusta dimensione nemmeno dopo essere stato ceduto in prestito allo Sporting Gijon (3 reti in 36 presenze). Saluta la Spagna definitivamente nell'estate del 2016 e si trasferisca in Bundesliga, all'Amburgo. Halilovic non impressiona nemmeno in Germania (appena 6 presenze) e si perde nel marasma che investirà la storica società tedesca: torna nella Liga – ma solo in prestito – e indossa la casacca del Las Palmas (2 gol in 36 presenze) salvo rientrare alla base a fine stagione. Quattro anni di buio, la luce in fondo al tunnel potrebbe essere la Serie A e a Milanello.
A tessere la trama della trattativa è stato lo stesso agente di Kalinic, Fali Ramadani, che ha chiuso l'operazione col diesse Mirabelli per un triennale. Halilovic riparte dall'Italia e adesso toccherà al tecnico, Rino Gattuso, togliere un po' di ruggine dalle qualità del calciatore che ha perso gli anni migliori della carriera nella sfortunata esperienza tra le fila dei catalani (29 presenze e 4 gol in una stagione nella cantera) che ne ha segnato il passo. Ora toccherà a Gattuso togliere un po' di ruggine da quel talento emerso in patria e poi sfumato semplicemente perché non era ancora pronto