E’ già tutto scritto: Lionel Messi vincerà il Pallone d’Oro anche quest’anno
Dopo la prima lista di 50 giocatori per il Pallone d'Oro con 10 calciatori del Barcellona e il solo Antonio Di Natale a tenere alto l'onore dell'Italia del pallone che vive un momento forte di ridimensionamento a livello internazionale, ha destato ancor più scalpore l'ulteriore scrematura di inizio novembre dove sono rimasti solamente 23 atleti in lizza per il trofeo. Tante esclusioni eccellenti, molte sorprese e un dato significativo: il nostro calcio non ha più rappresentanti e la sola squadra a poter sperare di far buona figura è l'Inter che può vantare l'uruguaiano Forlan (a metà con l'Atletico), il camerunense Eto'o (a metà con l'Anzhi) e Wesley Sneijder, il grande deluso dell'ultima edizione.
Un Pallone d'Oro sì, ma poco serio
Comunque sia, una cosa appare certa: il Pallone d'Oro non sembra essere più un trofeo serio. Con questa lista, per il terzo anno consecutivo il Pallone d'Oro sembra destinato a terminare nelle mani di Lionel Messi, indiscusso numero 1 del Pianeta Calcio e fresco di record di gol con la maglia del Barcellona, che dovrebbe sbaragliare una ‘concorrenza' che è priva di alcuni giocatori che sul campo avrebbero meritato di essere finalisti.
Ma sarà vera gloria?
Non c'è un avversario all'altezza, almeno sulla carta se la ‘pulce‘ continua a trascinare il Barça ai successi in Spagna e in Europa. Dopo aver vinto le ultime due edizioni, se gli azulgrana, già qualificati agli ottavi di Champions e primi in Liga, riuscissero nell'impresa di laurearsi Campioni del Mondo a dicembre nel Mondiale per Club, nessun altro potrebbe togliere questo titolo dalla Catalogna. Anche perchè la truppa di Guardiola (inserito, non a caso, nella classifica per gli allenatori) è ben fornita con 8 giocatori pronti a completare l'intero podio come capitò l'ultima volta.
Esclusioni eccellenti…
Ma il Pallone d'Oro dovrebbe essere un trofeo affascinante al di là di riuscirlo ad alzare al cielo come vincitore: una nomination o un podio, sono altrettanto motivanti e importanti per la carriera di un giocatore. E così, anche se sul nome del vincitore del trofeo di dubbi sembrano essercene pochi, chi c'è tra i 23 può sempre sperare in bene, per un momento di gloria impagabile. Non per Totò Di Natale, inserito nell'elenco dei 50, che non è riuscito a rientrare però nella lista finale comprendente 23 calciatori: una scelta – al di là della difesa del calcio italiano – che ha fatto parecchio discutere e pensare. Totò sta trascinando l'Udinese in campionato e in Europa League, al di là della sconfitta contro l'Atletico 4-0, dove Di Natale era assente, e da due stagioni ha vinto la classifica capocannonieri in Italia e quest'anno è ancora là, da solo, in vetta, re dei goleador della Serie A. Certo, gli manca la ribalta europea, la grande squadra, il grande successo, eppure un posto tra 23 giocatori poteva comunque ritagliarselo. A saltare subito all'occhio, ancor prima degli esclusi, sono infatti alcuni nomi presenti in elenco che non hanno proprio meritato sul campo di esserci, a cominciare da Nani. Il folletto portoghese dello United è sicuramente un grandissimo talento ed il futuro gli sorride, ma proprio il 2011 non è stato certo il suo anno d'oro e vederlo inserito nell'elenco dei 23 sorprende, specialmente se rapportato ai nomi di alcuni esclusi.
…e presenze imbarazzanti
Simile a Nani è anche il caso di Cesc Fabregas, passato ad inizio stagione al Barcellona di Guardiola dopo l'ultima stagione all'Arsenal non proprio esaltante: talento indiscutibile ma non certo protagonista del finale di stagione dei Gunners e semplicemente ‘uno dei tanti‘, in un Barcellona stellare. Perchè, allora, è finalista? Anche Mesut Ozil sembra essere stato premiato ben al di sopra dei propri meriti, così come Wesley Sneijder, il talento olandese in nerazzurro, il quale, dopo un 2010 da urlo, ha vissuto una delle sue annate peggiori tra infortuni, incomprensioni e brutte prestazionbi. Forse che la giuria del Pallone d'Oro lo abbia "risarcito" per non avergli regalato l'anno scorso nemmeno un gradino del podio? Discorso diverso vale per Eric Abidal, difensore di spessore sì, ma probabilmente inserito in elenco non per le sue doti da campione ma per via delle vicissitudini che lo hanno coinvolto sul piano personale in primavera. Quasi una scelta dovuta, più che una promozione di merito ma che di fatto ha tolto spazio ad altri più meritevoli sul rettangolo di gioco. C'è poi Neymar, indiscusso fuoriclasse predestinato che giocherà in Europa dal prossimo anno ma che sembra ancora prematuro per una nomination così importante. Non ha ancora avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore con continuità di rendimento, fallendo l'ultima Copa America con la maglia del Brasile, mentre l'inserimento in elenco di Luis Suarez e Diego Forlan si spiegano unicamente con la straordinaria performance dell'Uruguay proprio in Copa America.
L'Italia sta a guardare, la ‘follia' Neuer
Andando ancora a spulciare l'elenco dei 23 candidati, salta subito all'occhio l'assenza di due giocatori uniti dalla maglia del Milan, ad esempio, vale a dire Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva. E' vero, l'attaccante svedese, specialmente nella seconda metà dello scorso campionato non è stato nè decisivo nè tanto meno devastante, ma a fronte degli inserimenti in elenco di Sneijder e Fabregas, anche lo svedese avrebbe meritato di far parte dei ‘fantastici 23‘, tenuto conto del valore assoluto del calciatore. Riguardo all'assenza di Thiago Silva, poi, non sembrano esistere motivazioni plausibili visto che da un anno e mezzo a questa parte è uno dei centrali più completi e forti del circuito europeo. Piquè a parte, nessun altro difensore in Europa e nel Mondo può essere ritenuto al livello del brasiliano del Milan, il quale – invece – è stato snobbato nell'elenco dei 23 finalisti. Così come Mario Gomez e Robin Van Persie, due che stanno segnando con il pallottoliere ad ogni match. L'esclusione dei due fuoriclasse del Milan potrebbe essere letta anche sotto un'altra chiave: sarà forse la Serie A, ancor prima dei suoi interpreti, ad essere ‘snobbata‘ e dunque a non dare risalto alle gesta di alcuni dei suoi protagonisti migliori. Probabilmente i giornalisti di France Football la pensano così, dato che in passato i nostri giocatori riuscivano a conquistare la nomination al Pallone d'Oro con maggior frequenza e facilità così come accade agli Abidal o ai Fabregas oggi, insomma. Infine, citazione a parte merita la ‘follia Neuer‘. Il portiere del Bayern Monaco è senza alcun dubbio il miglior portiere del Mondo e proprio l'anno solare 2011 ne ha celebrato il definitivo exploit, con le maiuscole prestazioni a difesa della porta dello Schalke 04 ed il trasferimento in Baviera, dove ha iniziato in maniera straordinaria la stagione. La sua esclusione dal novero dei 23, è tanto cervellotica quanto assurda. Ma si sa, da Zoff in poi, i portieri hanno sempre avuto difficoltà ad essere "accettati" all'interno del Pallone d'Oro che – erroneamente – è stato spesso affiancato ad attaccanti e punte di peso.
Tra i tecnici, i soliti noti
Ultima chiosa anche per i 10 allenatori che si contenderanno il loro titolo per la categoria: anche qui nessun italiano e nessun tecnico che arrivi dal nostro campionato. Vedendo la presenza di Wenger che con l'Arsenal lo scorso anno non ha certo brillato, vicino anche all'esonero o alle dimissioni, vedendo la conferma di Klopp come tecnico emergente con il Borussia campione di Germania o di Garcia, alter ego nel Lille primo in Francia, poteva ben starci il nome di Massimiliano Allegri, rivelazione in Italia e campione in carica con il Milan. Ma tant'è, i nomi sono i soliti: Mourinho, Guardiola, Ferguson. L'unica speranza che vinca un tecnico a sorpresa e a questo punto non dispiacerebbe Low, CT della Germania imbattibile o il nome di Villas-Boas trascinatore lo scorso anno del Porto rivelazione europea prima degli alti e bassi a Londra con il Chelsea. Ma tra tanti azulgrana e merengues tra giocatori e allenatori c'è da scommettere che anche per il 2011, il Pallone d'Oro rimarrà in Spagna. Con la buona pace di tutti. Soprattutto nostra.