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Dzeko: “Potevo andare alla Juventus, ma sono felice di essere alla Roma”

L’attaccante bosniaco a tutto tondo: “Roma è come la Bosnia: se sbagli non ti criticano, ti insultano. Spalletti ha fatto capire chi comanda, ma ogni tanto mi piacerebbe ricevere qualche complimento”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Edin Dzeko "core de Roma". L'attaccante bosniaco si sta riscattando alla grande dopo una prima stagione non proprio felicissima, ed ora grazie ai suoi gol la Roma sta tenendo il passo della Juventus. Eppure, il bosniaco era stato ad un passo dall'addio ai colori giallorossi appena l'estate scorsa. Lo ha confermato lo stesso Dzeko in una lunga intervista rilasciata al Messaggero. "Avevo pensato di andare via, succede quanto non giochi.."

"No alla Juventus ed alla Cina"

Proprio i bianconeri, in testa alla classifica, erano stati vicini a prende Edin Dzeko: già prima dell'arrivo alla Roma c'erano stati contatti con il Manchester City. Poi la scorsa estate un nuovo avvicinamento, ma niente di fatto: i bianconeri si tuffarono su Gonzalo Higuain, e dalla Roma preferirono prendere Miralem Pjanic. "Sì, potevo andare alla Juve, ma alla fine sono alla Roma e sono felice di questa scelta. Ho detto no anche alla Cina", ha spiegato Dzeko, "non mi sento ancora vecchio, voglio giocare tanto e ad alti livelli".

"Spalletti? Ha fatto capire chi è il capo, ma vorrei anche qualche complimento"

Merito anche di Luciano Spalletti: "Ha fatto capire a tutti chi è il capo", ha aggiunto, per poi scherzare: "Ogni tanto vorrei sentire da lui anche qualche complimento. Rudi Garcia doveva essere un po' più duro, proprio come Spalletti, bisognava evitare che qualcuno si rilassasse troppo. Per questo mi piace Spalletti", ha proseguito Dzeko, "è tosto e vuole sempre che, sia in allenamento che in partita, si dia il massimo. E' forse uno dei migliori che ho avuto".

"Roma? E' simile alla Bosnia: non ti criticano, ti insultano"

Ma Edin Dzeko ha parlato anche delle feroci critiche che da sempre caratterizzano l'ambiente romano verso i propri calciatori, in particolare con chi sbaglia nei momenti decisivi. "In Inghilterra c'era meno pressione, se non giochi bene è normale che ti critichino. Le critiche fanno parte del gioco, quindi le accetto", ha spiegato Dzeko, "Ma Roma è simile alla Bosnia: qui non ti criticano, ti insultano. Quindi sono abituato, è come se lo facessero a casa mia. Fai bene tre volte, ma se alla quarta sbagli", ha concludo ancora Dzeko, "ecco che ricominciano con gli insulti. E' come se l'ambiente aspettasse l'occasione giusta per colpirti".

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