Dybala guida la Juve dei record, Florenzi e Pellegrini un tesoretto per la Roma del futuro
Anche la matematica certifica quel che la sostanza aveva già decretato. All'Olimpico, la Juventus festeggia il settimo scudetto consecutivo. Lo 0-0 è lo specchio di una partita sospesa, in cui il risultato diventa quasi un'appendice. La Juve, secondo miglior attacco del campionato, anche contro la Roma fa la differenza con la miglior difesa della Serie A. Ha dimostrato, dopo il duello filosofico e sfiancante contro il Napoli, di essere una squadra pensata, costruita per essere la migliore. Al di là del bene e del male. Al di là di qualunque cosa significhi giocar bene e giocar male.
Un anticipo di futuro
Un anticipo di futuro. La Roma aggressiva con Kolarov e Under, la Juve si orienta in maniera sempre più convinta verso una difesa a quattro. Interessanti i movimenti offensivi con Mandzukic che stringe molto verso il centro, Dybala pronto a occupare gli spazi lasciati liberi da Higuain a disegnare così un assetto offensivo volubile nell'occupazione degli spazi di mezzo. E' proprio della Joya la migliore occasione bianconera del primo tempo, un sinistro fuori di poco. E non sarà l'unico lampo di protagonismo del capocannoniere bianconero nella sera di un giorno di festa.
I quattro moschettieri giallorossi
E' una Juve che aspetta, la Roma nella prima mezz'ora cerca di più la verticalizzazione e la vittoria. I giallorossi sfruttano soprattutto gli spazi sulla corsia di destra per scatenare la velocità di Florenzi che dall'anno prossimo potrebbe anche tornare ad agire da esterno alto, a maggior ragione se insieme al recupero di Karsdorp, per cui Monchi ha convinto la società ha investire oltre 14 milioni la scorsa estate, dovesse arrivare Pavel Kaderabek, laterale destro dell’Hoffenheim, rivelazione dell'ultima Bundesliga che ha anche il passaporto comunitario. Del rinnovo di Florenzi ancora non si è parlato, così come della cessione sempre più probabile di Bruno Peres che a sorpresa ha generato l'interesse dell'Inter.
A giudicare dalla formazione di stasera, e dalla scelta dell'ex Sassuolo come testimonial per la nuova maglia, Lorenzo Pellegrini sembra destinato a rinnovare nonostante il pressing proprio della Juventus. Di Francesco non prescinde, nemmeno per un match che di fatto vale solo per l'orgoglio, dai quattro cavalieri che hanno firmato una stagione sopra le attese in campionato e forse leggermente sotto le aspettative in campionato: Alisson, Fazio, Kolarov e Dzeko. Una lista ristretta e preziosa cui presto potrebbe aggiungersi Cengiz Under, per il gol da fuoriclasse di Cagliari e la prestazione di stasera, condita da pensiero veloce e scarti laterali, come il contropiede del 25′ che l'ha visto scattare in campo aperto, entrare in area e calciare col sinistro verso la porta dell'ex Szczesny prima dell'intervento decisivo di Rugani.
La difesa della Juve: notevole Barzagli
La presenza di Rugani beneficia dell'anticipo nelle coperture preventive e nelle letture di Barzagli, che a parità di tackle (2) nel primo tempo tocca dodici palloni in più. Se il ritmo si mantiene tutto sommato basso, l'esperienza fa ancora la differenza. Chi invece ha impiegato un po' a trovare posizione e dimensione è Pjanic, sorpreso un paio di volte in avvio dall'aggressione in avanti del centrocampo della Roma, con Pellegrini pronto ad esaltare il ribaltamento in campo aperto attraverso il corridoio centrale. D'altra parte, dopo il primo tempo e un paio di notevoli chiusure nella ripresa, la domanda resta: se Barzagli brilla ancora così, non sarà che c'è un problema di eredi all'altezza di una big?
Dal punto di vista dell'organizzazione, comunque, la Juventus non concede praticamente mai un tiro pulito. Anche Dzeko, che forza il mancino deviato al 65′, ha sempre un tocco in più da effettuare per controllare e andare al tiro. Lui che rimane tra i principali tiratori della Serie A, nell'anno solare 2018 ha firmato 8 gol in campionato (due a Napoli e Chievo, uno contro Atalanta, Sampdoria, Benevento, Bologna), più cinque in Champions League. L'anno prossimo, quando Edin si avvicinerà ai 33 anni, alla Roma servirà un alternativa da potergli affiancare nelle situazioni difficili e per non costringerlo a giocare quasi 50 partite in stagione.
Furbo Dybala, ingenuo Nainggolan
L'esecuzione tanto bella quanto inutile di Dybala, in fuorigioco giustamente segnalato, aprono un secondo tempo un po' più aperto. La Juve si muove più sugli esterni, anche con una maggiore partecipazione di Alex Sandro, suo l'assist per il gol annullato, gli spazi si aprono, De Rossi deve aumentare la porzione di campo da coprire e si esalta in un paio di successivi interventi in scivolata. Dybala accentra la costruzione offensiva della Juve, nasconde il pallone ai difensori, fluttua e allontana il marcatore. Intuisce prima le intenzioni dell'avversario, si procura punizioni chiave ma toglie gradi di libertà a Mandzukic che tocca venti palloni nella prima ora di gioco.
E' proprio su un cambio di passo così che Nainggolan vede rosso e affonda. Il rosso del cartellino che si merita chiude la sua stagione in chiaroscuro e complica il finale della Roma, anche perché intanto Allegri ha cambiato Bernardeschi con il jolly Douglas Costa. E Di Francesco risponde con Gonalons, ragionatore da basso ritmo, per Pellegrini.
Perché Douglas Costa non gioca dall'inizio?
Douglas Costa ha contribuito con due gol e sei assist agli ultimi undici gol della Juventus, ma ancora una volta Allegri lo fa entrare a partita in corso. Stavolta, però, non ci sono esigenze di turnover, non ci sono altri obiettivi da inseguire, ma solo un futuro da programmare. La protezione dell'investimento Bernardeschi non basta del tutto a spiegare l'assenza dal primo minuto di uno dei più brillanti in queste ultime settimane, l'unico apparso in grado di sparigliare destini e fortune. Nel giorno della festa annunciata, avrebbe meritato qualcosa di più. Ma è solo un dettaglio in una serata che un po' già disegna i prossimi scenari.