Drenthe e il vizietto di Robinho: “Casa sua era come un night club”
C’è stato un lungo periodo in cui Royston Drenthe veniva considerato uno dei giocatori più promettenti al mondo. Il Real Madrid lo soffiò al Barcellona. La carriera di Drenthe però è stata piuttosto deludente, perché dopo una stagione all’Hercules e una all’Everton, è finito prima in Russia, poi nella seconda serie inglese, successivamente in Turchia e negli Emirati. Nel 2017 si è ritirato, si è messo a fare il rapper, ma da qualche messo si è rimesso a giocare, è stato tesserato dalla seconda squadra dello Sparta Rotterdam.
No al Barcellona
Parlando della sua carriera a ‘FourFourTwo’ il calciatore olandese è tornato agli anni del Real Madrid, ha ricordato l’offerta del Barcellona che declinò quando incontrò Mijatovic, all’epoca d.s. dei blancos, che lo convinse e gli fece firmare un ricco contratto:
C’erano 16 club che mi volevano, avevo parlato sia con il presidente del Barcellona Laporta che con il direttore sportivo del Real Madrid Mijatovic e scelsi proprio il Real. Tutti mi offrivano contratti da cinque anni a condizioni più o meno simili, ma quando sono arrivati i Blancos ho presto la mia decisione definitiva.
Il mini night club di Robinho
L’olandese, classe 1987, parlando dei suoi inizi al Madrid e dell’ambiente accogliente che trovò, in particolare grazie a Guti, ha svelato che il compagno di squadra Robinho, fantasista brasiliano che ha giocato anche con il Milan, aveva trasformato la sua cantina in una sorta night club, e lì Drenthe e molti compagni di squadra ci andavano spesso:
Guti con me è stato eccezionale, si è comportato benissimo e lui era l’’uomo’ del Real, una leggenda. Ho sviluppato un ottimo rapporto anche con Robinho poco dopo il mio arrivo. Lui aveva trasformato il suo scantinato in un mini-night club e noi spesso ci andavamo.
65 partite in 3 stagioni con il Real
I rapporti con lo spogliatoio di Drenthe sono stati buoni, ma le presenze non sono state tante, 65 (con 4 gol) in tre stagioni, in cui comunque ha vinto una Liga e una Supercoppa di Spagna. A Drenthe fu preferito Marcelo, e la scelta è stata indubbiamente giusta:
Credevo di giocare molto e non c’erano motivi per lasciarmi fuori, decisero di puntare però su Marcelo probabilmente perché piaceva di più a Valdano. Mourinho di disse che mi avrebbe fatto giocare, ma poi il direttore sportivo scelse di mandarmi in prestito, pensavano che fosse la cosa migliore per me. A Madrid avevo tutto, anche la mia casa, fu difficile andare via. Molti club erano interessati a me, ma il Real era sempre nella mia testa.