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Dramma Anquilletti, il figlio: “Rischiamo di perdere la casa”

William, il figlio di Angelo scomparso lo scorso gennaio, rende pubbliche le difficoltà della loro famiglia: “Non so cos’altro fare”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un altro dramma in casa Anquilletti: i figli dell'ex-difensore del Milan, scomparso a gennaio dopo una lunga malattia, hanno infatti denunciato le condizioni economiche in cui versa la famiglia, che ora rischia anche di perdere la propria casa nel milanese. William Anquilletti, figlio maggior dello storico terzino rossonero Angelo (11 stagioni al Milan tra il 1966 ed il 1977, già campione d'Europa con l'Italia nel 1968) oggi ha 47 anni: il primogenito (l'altro figlio, Roberto, ha oggi 42 anni) ha denunciato di essere in pratica sul lastrico, assieme al fratello ed alla madre.

"Intorno al calcio, ieri come oggi, si muove un ambiente di finti amici", ha spiegato a Repubblica, "mentre mio padre credeva che fossero tutti onesti e puliti come lui. Ed invece, ti propongono affari enormi che quasi sempre si rivelano solenni fregature". Due i miliardi "bruciati" da Anquilletti, detto Anguilla, tra una clinica odontoiatrica ed una ditta metalmeccanica, alle quali sono seguiti il fallimento di un autolavaggio proprio di William ed una videoteca aperta da Roberto. Il Milan gli era venuto incontro: "Gli avevano offerto un contratto da osservatore, pur sapendo che non poteva andare in giro per i campi", spiega William. Il padre Angelo aveva infatti scoperto, nel 2014, di avere un tumore al duodeno.

Ma a gennaio, l'uomo si arrende lasciando la famiglia sul lastrico. "Non avevamo neanche i soldi per il funerale, adesso andiamo avanti con la pensione da 600 euro di mia madre. Io e mio fratello siamo disoccupati", ha aggiunto ancora William, che ha poi spiegato che rischiano di perdere anche la casa. "Pensavamo di venderla, ma non possiamo perché c'è un'ipoteca. Lo abbiamo scoperto dopo la morte di mio padre, che doveva 50mila euro al creditore. Con quei soldi potrei annullare l'ipoteca e vendere la casa ad un prezzo di mercato, restituendo poi la somma a chi li ha anticipati. Una sorta di prestito". La paura, infatti, è che dopo che le prime due aste sono andate deserte, alla terza (con offerta libera), i gruppi immobiliari possano acquistarla ad un terzo del suo valore, svilendo ulteriormente il già depauperato patrimonio familiare. "Mio padre non avrebbe mai reso pubbliche le difficoltà della nostra famiglia, ma io non so davvero cos'altro potrei fare". E chissà che il suo appello non giunga a qualcuno, magari un ex-calciatore, che possa aiutarli ad uscire da questa situazione.

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