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Dopo il Lipsia il West Ham? Il sistema Red Bull in cinque punti

La Red Bull è vicina all’acquisto del West Ham. La sua presenza nello sport è iniziata con Berger. Dalla Formula 1 al calcio, a Salisburgo, Lipsia e New York. Gli eventi di sport avventura e le sponsorizzazioni. L’universo sportivo di Mateschitz.
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La Red Bull è pronta a invadere anche la Premier League. Secondo quanto riporta il Sun, il colosso austriaco è pronto a comprare il West Ham. E i tifosi, che già hanno dovuto dire addio allo storico Upton Park, già tremano: gli hammers si trasformeranno in una squadra di plastica come il Lipsia? Sarebbe solo l'ultimo capitolo di una storia che ha rivoluzionato il marketing sportivo dal 1982, da quando cioè Dietrich Mateschitz, austriaco innamorato del Krating Daeng, una bevanda energetica asiatica, ha fondato la compagnia. Dal 1987, quando è stata messa in commercio la prima lattina di Red Bull, Mateschitz ha costruito un universo. “Non portiamo il prodotto al pubblico” spiegava all'Economist nel 2002, “lo rendiamo disponibile e chi ama il nostro stile viene da noi”. E lo stile è tutto nello slogan che ha fatto epoca, ti mette le ali, che parla di scalata al successo, di energia, di adrenalina, di passione.

Da Berger a Vettel: la conquista della Formula 1

Le prime lattine sono comparse da poco quando Gerhard Berger, allora al volante della Ferrari e amico di Mateschitz, compare sulla tv austriaca ORF mentre fa jogging bevendo una Red Bull su una spiaggia brasiliana. Basta questo per far impennare le vendite. È il primo step nella conquista del mondo dello sport che più di tutti ha a che fare con ali… e alettoni: la Formula 1. Nel 2004 la Red Byll compra per un dollaro simbolico la Jaguar. Il team nomina Chris Horner team principal con Günther Steiner come direttore tecnico. Nel 2006 Mateschitz rileva una scuderia di Nascar e ottiene per la F1 una fornitura di motori Ferrari, dopo il passaggio ai V8 da 2400 cc, compra la Minardi e la trasforma nella satellite Toro Rosso e annuncia l'arrivo di Adrian Newey, la mente e la mano dietro dieci monoposto da leggenda.

Sua la Williams FW14B con ABS, controllo di trazione, cambio semiautomatico e sospensioni reattive che fa trionfare Mansell prima dell'addio alla F1. Evoluzioni di quello stesso concetto faranno trionfare Prost l'anno successivo, Hill nel 1996 e Villeneuve nel 1997. Passa poi in McLaren per rinverdire i fasti di John Barnard, interpreta il nuovo regolamento con le paratie inclinate dell'ala anteriore e le ruote posteriori carenate: per due anni di fila Hakkinen conquisterà il Mondiale. Il primo decennio degli anni Duemila, che coincidono con l'era d'oro di Schumacher in Ferrari, sono più difficili. Ma in Red Bull, ancora in occasione di un'evoluzione regolamentare, fa scuola con soluzioni estreme: muso largo, retrotreno rastremato, scarichi a scivolo, pance ridotte. Una vettura che rende Vettel il più giovane di sempre a vincere quattro Mondiali. E porterà quest'anno Verstappen a battere tutti i primati di precocità: giro più veloce, partenza in prima fila, podio e vittoria. E la scuderia di Milton Keynes entra nella storia.

Salisburgo, Lipsia, New York: la geografia del calcio

Proprio a Milton Keynes giocano i Dons, una delle squadre più odiate d'Inghilterra, che nel 2004 ha acquisito il titolo dello storico Wimbledon FC. È lo stesso principio che la Red Bull ha ripetuto per conquistare il calcio europeo. Prendere squadre relativamente modeste, imporre un modello replicabile e portarle in alto grazie a investimenti miliardari. Non sponsorizzare squadre di successo, ma scrivere il successo. Inizia tutto nel 2005, quando rileva l'Austria Salisburgo: cambia nome, logo e colori, sceglie tra gli altri Matthaus e Trapattoni come allenatori e in poco più di dieci anni vince sette titoli. Nel 2012, poi , rileva l’Union Sportklub Anif, lo sposta a Salisburgo, lo rinomina come il quartiere, Liefering, e ne fa un'ufficiosa squadra satellite. La geografia dell'universo Red Bull, da quel 2005, si espande ogni anno. Nel 2006 gli Stati Uniti, più di tutti abituati e pronti alla filosofia business-oriented delle franchigie e alla delocalizzazione: rileva i New York Metrostars, nati vent'anni prima, e costruisce il nuovo stadio, la Red Byll Arena, a Harrison,

nel New Jersey. Qui via via arrivano Thierry Henry, Rafael Márquez, Tim Cahill e Shaun Wright-Phillips. Nel 2007 parte il progetto Red Bull Brasil a Campinas, nello stato di Sao Paulo: in pochi anni sale dalla quarta divisione alla prima nel Paulistao, uno dei due principali campionati statali, e sogna il Brasileirao. L'anno successivo Red Bull sbarca in Africa, in Ghana, ma il progetto nel 2014 naufraga e la squadra viene rilevata dal Feyenoord. Ma è solo una tappa, che anticipa di un anno il più grande e controverso successo. Mateschitz acquista i diritti di un club di quinta divisione, il Markranstädt. Non può chiamare il nuovo team RedBull Lipsia, il regolamento lo vieta, ma cambia maglia, stemma (simile al logo dell'azienda) e colori sociali e adotta l'acronimo RB, formalmente per Rasenballsport (sport della palla sul campo), ma tutti sanno cosa voglia dire. Tanto che un giorno un giocatore del Salisburgo ha giocato con una maglia del Lipsia e nessuno si è accorto della differenza. Nessuna spesa folle, nonostante la disponibilità di fondi, ma un investimento serio nei giovani e un direttore sportivo come Ralf Rangnick, il guru della nouvelle vague degli allenatori tedeschi.

I campioni d'Austria di hockey su ghiaccio

A Salisburgo, Red Bull ha anche la proprietà di una delle più titolate squadre nazionali di hockey su ghiaccio, l'Eishockeyclub Red Bull Salzburg, battuta però nella finale scudetto nel 2014, decisa al minuto 71 dell'overtime di gara 5, dai Foxes di Bolzano, la prima squadra non austriaca a conquistare il titolo. Peraltro la compagnia è anche proprietaria, attraverso la Red Bull Media House GmbH, di ServusTV, la tv che trasmette le gare del campionato di hockey austriaco dal 2010.

X-Fighters, Air Race, Cliff Diving: le ali degli sport estremi

La ricerca dell'adrenalina ha preso vie multiformi. La discesa da oltre 30 mila metri di Felix Baumgartner e il Red Bull X-Fighters, il più prestigioso evento di motocross freestyle al mondo. È iniziato tutto nel 2001 dove si respira passione, davanti a 12 mila spettatori nella Plaza de Toros di Valencia. L'aggiunta di una tappa a Madrid fa da preludio al World Tour che comincia nel 2007 e prende anche l'affascinante deviazione delle evoluzioni allo Slane Castle, in Irlanda, dove già hanno suonato Madonna e i Rolling Stones. Poi, nel 2008, diventa davvero globale, tocca Messico, Brasile, Texas e due anni dopo arriva anche nella Piazza Rossa di Mosca e davanti alle piramidi di Giza. Le nazioni che ospitano il circuito aumentano, il pubblico si appassiona prima del ritorno a Madrid, a Las Ventas, per il quindicesimo anniversario e il successo di Tom Pagès, fratello d'arte, vincitore del tour nel 2013 e protagonista di un documentario sulla sua vita distribuito in Francia e in Germania.

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Dal prossimo 1° gennaio fino al 31 marzo, poi, otto dei migliori surfisti del mondo aspetteranno non l'onda perfetta ma una tempesta di almeno il decimo grado nella Scala di Beaufort per la più dura prova di “storm windsurfing”, il Red Bull Storm Chase. In più, le famose “ali” dello slogan rimandano alla vertigine, alle grandi altezze da cui si gettano gli eleganti e potenti tuffatori protagonisti dal 2009 delle Cliff Diving Series (un tuffo per ciascuna delle cinque posizioni, avanti, dietro, ritornato, rovesciato e dalla verticale, da 26-28 metri con coefficienti di almeno 3.6). E soprattutto al Red Bull Air Race, il più spettacolare circuito di volo sportivo al mondo.

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Il mondo delle sponsorizzazioni

La compagnia sponsorizza anche una gara di volo per mezzi disegnati da appassionati dilettanti che si gettano da una rampa di 10 metri in uno specchio d'acqua: è il Flugtag. L'azienda ha sponsorizzato tutto e tutti, il campione olimpico di canottaggio di Atlanta Xeno Müller, diverse scuderie e piloti nelle corse (compreso Marc Marquez), competizioni e team di BMX, surf e skateboard, il Red Bull Barako, una delle squadre di basket più titolate delle Filippine, e organizza dal 2014 una corsa benefica, la Wings for Life World Run. E racconta le emozioni dello sport atttraverso la media company, il sito e il Red Bullettin, magazine distribuito in 5 milioni di copie. È la nuova frontiera del content marketing. È il mecenatismo in versione moderna applicato allo sport. È un modello antico e insieme rivoluzionario, è l'evento che crea il brand, l'universo che fa il pubblico. Nel segno dell'adrenalina e della passione.

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