Dopo i cori razzisti del Bentegodi Cuadrado ha deciso: lascia la Serie A e la Juve

Il futuro di Juan Cuadrado non è più a Torino. Nessuno screzio con la dirigenza bianconera e nessun problema di riscatto con il Chelsea del neo tecnico Conte con il quale si sarebbe potuta imbastire anche una trattativa estiva che poteva strappare l'esterno colombiano ai Blues per averlo a titolo definitivo in bianconero. L'elemento determinante che ha portato il giocatore a lasciare Torino e i campioni d'Italia a fine stagione è il clima che si respira negli stadi italiani soprattutto per calciatori di colore e stranieri. In una parola, razzismo. Una piaga che il nostro calcio non è ancora riuscita ad estirpare e che si ripresenta puntualmente durante le partite di qualsiasi serie, dalla A a quelle cadette.
La settimana scorsa il Giudice Sportivo aveva confermato la chiusura per un turno delle curve di Inter e della Juventus proprio per comportamenti, cori e striscioni razzisti. Respingendo le motivazioni addotte dai club per evitare la sospensione (con la condizionale che continuerà anche per il prossimo anno) e con i bianconeri anche multati pecuniariamente. Adesso si registra a Vinovo il malcontento dell'esterno bianconero, vittima proprio di insulti piovuti nell'ultima gara giocata a Verona. La Juventus ne è uscita sconfitta ma a perdere ancora una volta è stato il calcio italiano con i reiterati ‘buuu' scaligeri verso Cuadrado.

Sembra essere arrivata definitivamente, nel peggiore dei modi, al capolinea l’avventura di Cuadrado con la maglia bianconera. Il colombiano, in prestito alla Juventus, il prossimo anno tornerà così a Londra dal Chelsea di Antonio Conte, pronto ad accoglierlo a braccia aperte. Il tecnico della Nazionale infatti, ha sempre stimato il calciatore er il quale c'è un posto da esterno alto nella mediana dei Blues. La Juve sta provando a convincere il giocatore a restare a Torino, ma ormai anche Cuadrado sembra abbia deciso, soprattutto secondo i tabloid anglosassoni, il centrocampista tornerà al Chelsea perché non vuole più subire cori razzisti e discriminazione in Italia.