Donnarumma: “Mai detto di aver subito violenza morale. Forza Milan”
"E’ stata una brutta serata e non me l'aspettavo!". Gianluigi Donnarumma rompe il silenzio dopo la bufera che s'è scatenata nelle ultime ore e lo fa con un breve post su Instagram. Un messaggio coinciso ma chiaro che arriva dopo la forte contestazione da parte della Curva Sud avvenuta nella gara contro il Verona in Coppa Italia (vinta dal Milan, che nei quarti incrocerà l'Inter). "Non ho mai detto ne scritto di aver subito violenza morale quando ho firmato il contratto. Nonostante tutto guardo avanti e testa alla prossima partita… Forza Milan!", ha aggiunto insieme ad una foto che lo ritrae al fianco di Rino Gattuso che gli sta accanto mentre torna nello spogliatoio.
L'ennesimo colpo di scena. Parole che rappresentano un punto di svolta e (forse) di chiarezza rispetto a quanto emerso in questi giorni e alla (presunta) pressione psicologica che ne avrebbe condizionato l'assenso al momento di mettere nero su bianco e prolungare il proprio contratto con il Milan. Situazione che gli ha portato uno stipendio annuo di circa 6 milioni (bonus compresi) e l'ingaggio del fratello – Antonio – prelevato dall'Asteras Tripoli (con tanto di stipendio da 1 milione a stagione) per coprire il ruolo di terzo portiere in rosa.
La difesa di ‘ringhio'. Già mercoledì sera, nelle interviste del dopo gara, Rino Gattuso aveva speso parole d'incoraggiamento nei confronti del ‘ragazzo' e lasciato intendere che una dichiarazione sugli ultimi episodi non era da escludere. Per ‘ringhio' – come ammesso pubblicamente – tanta acrimonia nei confronti del calciatore era ed è incomprensibile ritenendo Donnarumma un professionista impeccabile.
Cosa accadrà adesso? Ci sarà l'ulteriore replica da parte del suo procuratore, Mino Raiola, oppure si consumerà l'ennesimo strappo di una vicenda che va avanti dall'estate scorsa e ha contorni poco chiari? Si vedrà, sul tavolo intanto c'è la posizione della società che – attraverso le parole del diesse Mirabelli – ha fatto sapere di non "accettare ricatti" e la volontà ferma di "non lasciarsi prendere per il collo".