Donna uccisa, fatta a pezzi e data in pasto ai cani: de Souza torna a giocare

In Brasile il nome di Bruno Fernandes de Souza è legato un episodio di cronaca raccapricciante. L'ex portiere del Flamengo era stato condannato in primo grado nel 2013 a 22 anni e 3 mesi di carcere perché riconosciuto colpevole di accuse gravissime quali omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere: secondo i giudici era colpevole dell'assassinio della sua ex amante, la modella Eliza Samudio, il cui cadavere venne poi lanciato in pasto ai cani. Il calciatore adesso è tornato in libertà e ha ripreso l'attività agonistica firmando un contratto biennale con il Boa Esporte, formazione che milita nel campionato di serie B di Minas Gerais.
Dalla cella al rettangolo verde in attesa del processo d'appello. Divenuto di nuovo un calciatore professionista, de Souza lo sarà fino al processo di appello: qualora la condanna dovesse essere confermata, continuerà a scontare la pena dietro le sbarre. Una carriera rovinata per un giocatore che era anche nel giro della Seleçao e sognava di partecipare ai Mondiali del 2014 in Brasile.
Com'è possibile che sia tornato in libertà? In base alle accuse e alla efferatezza del delitto Bruno Fernandes de Souza rischiava una condanna fino a ben 41 anni di carcere ma beneficiò di uno sconto di pena per aver confessato di essere al corrente del delitto, negando però di esserne il mandante. Il Supremo Tribunale Federale (Stf) ha concesso la libertà provvisoria per il protrarsi del processo d’appello (in attesa di sentenza da quasi sei anni).
I dettagli dell'omicidio. L'episodio risale al 2010: in seguito ai rilievi raccolti e ai riscontri effettuati, i giudici stabilirono che fu Bruno Fernandes a fare uccidere la donna (l'ex amante gli diede anche un figlio) da un suo amico di lunga data, Luiz Henrique Romao, alias ‘Macarrao'. La vittima venne fatta a pezzi e poi lanciata in pasto ai cani. Nell'inchiesta fu coinvolto anche un ex poliziotto per favoreggiamento.