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Disastro Milan, le ragioni della crisi: perché Bonucci rischia di essere un flop

Numeri preoccupanti nell’analisi di queste prime 7 giornate di campionato. Il Milan ha fatto peggio dello scorso anno quando, a questo punto del campionato, avevano 4 punti in più in classifica e altrettanti gol in più realizzati. Preoccupa però soprattutto la sterilità degli attaccanti in Serie A e le difficoltà degli automatismi in difesa nonostante Bonucci.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Due sconfitte consecutive nelle ultime due giornate di campionato. Il Milan versione Serie A, è ben diverso da quello visto in Europa League, vincente e tenace ma pur sempre fragile in certi frangenti di gara. Circa 194,5 milioni di euro la spesa complessiva per un mercato che sembrava far presagire a un campionato d’alto livello per il club rossonero che invece, ad oggi, sembra essere ritornato a rivivere i problemi dello scorso anno, quando era incapace di reagire alle difficoltà.

Eppure nonostante gli arrivi in squadra di gente come Bonucci, Calhanoglu, Kalinic, Andrè Silva e Kessiè, il Milan non sembra aver raggiunto ancora quel livello di mentalità da grande squadra che la maggior parte del popolo rossonero si attendeva. Seconda sconfitta consecutiva quella contro la Roma a ‘San Siro’ dopo quella rimediata a ‘Marassi’ contro la Sampdoria. Ben 4 i gol subiti in 2 gare e 0 realizzati. Vediamo allora in 5 punti i numeri terrificanti di questo Milan in queste prime 7 giornate di campionato. Stupisce la confusione totale che emerge dai tanti moduli cambiati da Montella.

I tanti cambi di modulo

Andiamo con ordine. In estate Fassone e Mirabelli hanno portato al Milan gente come Bonucci, Calhanoglu e Kalinic. Ottimi calciatori senza ombra di dubbio, ma poco funzionali all’intero del 4-3-3 di Montella. Il tecnico campano ha fatto di questo modulo il suo diktat che l’ha visto raggiungere anche risultati importanti sulla panchina della Fiorentina. Bonucci con la Juventus ha sempre mostrato grandi difficoltà giocando a 4 in difesa, Calhanoglu nasce come trequartista e adattarlo in un’altra posizione con le sue grandi potenzialità è un’assurdità pazzesca. Capitolo Kalinic. L’attaccante croato è stato chiesto dallo stesso Montella come alternativa ai vari big che hanno rifiutato o non sono riusciti a chiudere l’accordo in estate con la società, gente come Belotti, Morata o Aubameyang.

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Ma la funzionalità nel nuovo 3-5-2 di Montella dell’ex Fiorentina non sembra essere delle migliori. Solo 2 gol realizzati e un feeling ma trovato sia con Suso che con Andrè Silva che, paradossalmente, in sole 2 gare giocate dal portoghese come titolare in Serie A, è apparso molto più determinato e voglioso di segnare. Il nuovo modulo però, ha visto anche perdere uno degli interpreti di maggiore efficacia come Conti, che a destra sarebbe stato perfetto, ma che deve accontentarsi di vedere i suoi compagni seduto in tribuna per via di un brutto infortunio.

Gli uomini cambiati di continuo

Un 1-2 rapido, una serie di colpi da ko tecnico che buttano giù le certezze, di sicuro non tante, del tecnico Montella che nell’ultima gara giocata dal suo Milan contro la Roma schierava 9 acquisti su 11 con la 13esima formazione diversa in 13 gare stagionali. Una sorta di gestione delle risorse in termini di uomini a disposizione, o confusione dettata dalla mancanza di un’idea precisa di gioco? Sembra essere più la seconda la spiegazione più plausibile ai continui cambi di elementi nello chiacchiere iniziale dell’11 da mandare in campo.

Il Milan 2016/2017 dopo 7 giornate di campionato (Transfermarkt)
Il Milan 2016/2017 dopo 7 giornate di campionato (Transfermarkt)

A destra, dopo l’infortunio di Conti, si sono alternati Abate e Borini che però non hanno assolutamente soddisfatto il pubblico rossonero ma anche lo stesso Montella. Il reparto d’attacco è cambiato più volte, con Cutrone, Kalinic, Andrè Silva e Suso spesso visti ad alternarsi in diversi moduli, ma mai pericolosi totalmente da mettere in difficoltà le difese avversarie. Un rendimento negativo che lo si evince anche dalla classifica dove i rossoneri, oggi, hanno 12 punti, 1 in meno dello scorso anno (13). 12 i gol realizzati invece nella stagione precedente al termine della settima giornata e 11 i gol subiti. Quest’anno invece, sono state 10 le volte in cui Donnarumma ha dovuto raccogliere il pallone dalla rete (1 in meno) e solo 10 i gol realizzati.

Il Milan 2017/2018 dopo 7 giornate (Transfermarkt)
Il Milan 2017/2018 dopo 7 giornate (Transfermarkt)

Gli errori in difesa: non è solo colpa di Bonucci

L’arrivo di Bonucci è stato ovviamente accolto con grande entusiasmo dalla piazza rossonera ma il rendimento attuale dell’ex Juventus non sembra essere lo stesso degli ultimi anni in bianconero. Anche nella gara contro la Roma, Leo ha mostrato tante difficoltà nel riuscire a tenere la marcatura di Dzeko. La difesa del Milan ha subito, ad oggi, 10 gol, 4 solo nelle ultime due partite in cui la squadra di Montella ha perso con il punteggio di 2-0 sia contro la Sampdoria che contro la Roma.

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Automatismi che mancano

Automatismi sbagliati? Uomini non altezza? Di certo in una difesa a tre il Milan con Bonucci, Musacchio e Romagnoli sembra perfetto, ma con il giovane ex Roma spesso in difficoltà (guarda rigore concesso al Rijeka in Europa League) e con Musacchio che a volte non segue alla perfezione i movimenti dello stesso Bonucci, i numeri devono essere per forza negativi.

Perché al Milan non è efficace come alla Juve

Zapata e Paletta sono le alternative e viste le prove offerte negli ultimi anni dal centrale ex Parma e dal colombiano, meglio insistere ancora sui primi tre e sperare di evitare ulteriormente i danni.  In questo senso sorprende e tanto lo stesso Bonucci che lo scorso anno aveva anche preso un solo cartellino giallo dopo 7 giornate di campionato, uno in meno rispetto all’attuale campionato con il Milan il che mette in evidenza un certo nervosismo nel riuscirsi ad adattare nell’assetto tattico di Montella.

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Il numero 19 e capitano dei rossoneri non perdeva 3 partite nelle prime 7 giornate dalla stagione 2015/2016 quando, con la Juventus, perse le prime 2 in Serie A contro Udinese e Roma prima di cadere poi anche al ‘San Paolo’ contro il Napoli sotto i colpi di Insigne e Higuain.

La sterilità dell’attacco

Una battuta d’arresto pesante, la terza in sette gare di campionato, con la terza striscia negativa dell’era montelliana (due lo scorso anno), con due gare a secco consecutive, non accadeva da 287 giorni, ed una classifica che non sorride di certo al Milan. Sono questi alcuni dei numeri impetuosi di questi inizio di stagione dei rossoneri. In Serie A i rossoneri non riescono più a fare gol. L’exploit di Kalinic contro l’Udinese, con quella doppietta rifilata ai ragazzi di Delneri, è stata l’ultima gioia del reparto offensivo rossonero.

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Da quel momento in poi una sterilità totale che ha visto solo Cutrone e Andrè Silva sorridere in Europa League, rimanendo però spesso in panchina in campionato e di conseguenza a secco. Ad oggi però, paradossalmente, lo stesso Patrick e il portoghese, sembrano essere gli uomini offensivi più in forma in questo momento, ma Montella preferisce puntare ancora sul croato e su Suso. Per Andrè Silva i gol realizzati in Europa League, ad oggi, sono 6 mentre Cutrone è fermo a 5. Perchè non continuare su questi due in questo momento?

La differenza con l’Europa League

Il Milan non sa più vincere, non riesce a fare gol e non sembra avere la stessa convinzione e determinazione mostrata ad inizio stagione quando, sulle ali dell’entusiasmo, soprattutto nei preliminari di Europa League. Un rendimento che però paradossalmente non vede ancora battute d’arresto in Europa dove il Milan sembra essere davvero perfetto anche se contro il Rijeka si sono viste diverse defezioni soprattutto in fase difensiva.

Due vittore per Montella nel girone D con 8 gol fatti e 3 subiti. Certo, gli avversari non sembrano irresistibili rispetto alla nostra Serie A, ma Montella avrebbe bisogno di un raccogliere un po’ di quella grinta vista in Europa League per raccogliere nuovamente qualche risultato importante anche in campionato. Lo scorso anno Montella, alla settima giornata, aveva vinto 1 gara in più rispetto a questo inizio di campionato. 5 più un pareggio contro le 4 vittorie attuali. Bisogna rivedere qualcosa, Ancelotti è alla finestra.

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