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Caos diritti tv, Mediaset rinuncia alla Serie A. Tavecchio: “Ci sarà un nuovo bando”

Telecom e Mediaset non hanno presentato nessuna offerta nell’asta indetta dalla Lega per il triennio 2018-2021. Sky ne ha presentate due, ma solo una ha superato la base d’asta. Tavecchio, presidente FIGC e Commissario della Lega di Serie A, è tranquillo e dice che ci sarà un nuovo bando entro la fine dell’anno.
A cura di Alessio Morra
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La Serie A ogni tre anni mette all’asta i diritti per la trasmissione in tv e online delle sue partite, divise in alcuni pacchetti. Per il triennio 2018-2021 la Lega pensava e probabilmente pensa tutt’ora di incassare un miliardo di euro. Ma ieri, sabato 10 giugno, l’asta è andata praticamente deserta. Sky e Perform hanno presentato due offerte a testa e solamente per un pacchetto è stato superato il minimo richiesto. Mentre Mediaset e Telecom non hanno effettuato nemmeno un’offerta. Carlo Tavecchio, presidente FIGC e Commissario di Lega, non si è detto preoccupato perché c’è tempo fino a dicembre per risolvere questa situazione.

La Lega di Serie A ha messo all’asta una serie di pacchetti. Solo per uno di essi è stato superato il minimo richiesto: precisamente per il pacchetto A. Quello con base d’asta da 200 milioni di euro e che riguarda le 8 squadre con il maggior numero di tifosi (Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, Lazio, Fiorentina e Torino). Sky ha offerto 230 milioni per questo pacchetto, ma ha posto un’offerta molto inferiore alla base d’asta del pacchetto D (multipiattaforma, esclusiva di 12 squadre). La tv di Murdoch ha messo in busta 210 milioni, poco più della metà dai 400 richiesti. Per i pacchetti A e D sono stati offerti da Perform, una società inglese, 50 milioni, mentre la base d’asta era di 100.

Mediaset e Telecom non hanno presentato alcuna offerta. In una nota Mediaset ha scritto: “Al di là dei contenuti sportivi e dei valori economici attributi ai singoli pacchetti ribadiamo che la formulazione dell’invito a presentare offerte è totalmente inaccettabile in quanto abbatte ogni reale concorrenza e penalizza gran parte dei tifosi italiani, costretti ad aderire obbligatoriamente a un’unica offerta commerciale. Mediaset si riserva di ricorrere in tutte le sedi competenti”. Nei giorni scorsi Mediaset aveva presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza per chiedere la riformulazione del bando, m la richiesta era stata respinta.

Non è preoccupato l’amministratore delegato di Infront Luigi De Siervo: “La situazione complessa di Vivendi, Mediaset e Telecom: a un certo punto arriverà a maturazione e al colosso Sky si contrapporrà quello Vivendi-Mediaset-Telecom”. Si mostra sereno anche Carlo Tavecchio: “La Serie A ha un suo valore, una sua dimensione che dev’essere rispetta con offerte congrue. Probabilmente ne sarà organizzato un altro per novembre o dicembre, sei mesi prima dell’inizio della prossima stagione”.

Telecom spiega perché non ha effettuato alcuna offerta

"In relazione a indiscrezioni di stampa, TIM precisa di non avere mai neppure ipotizzato né discusso una partecipazione assieme ad altri soggetti ai bandi per i diritti della Serie A, essendoci peraltro un pacchetto dedicato alla banda ultralarga.

La società ha più volte ribadito nei mesi scorsi, anche direttamente all'Amministratore Delegato di Infront, che i pacchetti per il digitale, per come erano strutturati dal punto di vista dell'offerta e dei costi, non erano interessanti per TIM. I risultati dell'asta confermano la sproporzione della richiesta.

La società ricorda inoltre di avere più volte dichiarato il proprio interesse per i diritti sportivi in un'ottica di sostenibilità economica – tenuto conto che ai costi dei diritti stessi si aggiungono, fra gli altri, quelli di segnale e di produzione – e coerentemente con l'avanzamento della copertura del Paese in fibra ottica, pari oggi al 65%.
Ricostruzioni diverse da questa realtà sono quindi frutto di fantasia e TIM tutelerà i suoi interessi nelle sedi più appropriate"

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