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Diritti tv, come cambia la ripartizione: più soldi a chi fa giocare i giovani italiani

Giancarlo Giorgetti ha presentato un emendamento per distribuire il 10% dei diritti tv in A a chi valorizza i giovani italiani. La norma, ancora da approvare, prevede che siano considerati gli under 21 tesserati per almeno tre stagioni di A con la squadra attuale. Quali e quanti club trarrebbero maggiori benefici? Chi ci guadagnerebbe di più? Ecco una tabella delle stime. Il Milan con Donnarumma, Calabria e Cutrone avrebbe cospicui vantaggi.
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Una norma per premiare le squadre che valorizzano i calciatori cresciuti in Italia. È questa la proposta contenuta in un emendamento voluto da Giancarlo Giorgetti, plenipotenziario della Lega con delega allo sport. Se fosse approvata la norma, che interviene sul decreto Lotti in materia di diritti tv, porterebbe a distribuire il 10% dei diritti tv della Serie A «sulla base del minutaggio dei giovani calciatori», tenendo conto «dei minuti giocati negli ultimi tre campionati da giocatori cresciuti nei settori giovanili italiani, di età compresa tra i 15 e i 21 anni e che siano stati tesserati per l'attuale società per almeno tre interi campionati di serie A».

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Un possibile regalo al Milan

In questa formulazione, sono una quindicina gli under 21 che si possono considerare cresciuti in una squadra italiana (anche con interpretazione larga sull'età minima in cui bisogna arrivarci per essere considerati cresciuti qui) e che siano stati tesserati per l'attuale club, giovanili comprese, per tre stagioni complete di Serie A. Il profilo corrisponde a tre dei calciatori più presenti nel Milan: Donnarumma, Cutrone e Calabria. Non a caso il Milan sarebbe la squadra che avrebbe benefici maggiori dall'eventuale introduzione di questa norma.

L'Italia, si legge nel report calcio presentato qualche settimana fa con i dati del 2017, aumentano i tesserati sotto i vent'anni (838mila) compresi i nati all’estero (sono 38.687). Incentivare in questo modo l'utilizzo dei più talentuosi fra i giovani italiani diventa un modo di applicare il principio salviniano secondo cui è opportuno porre un limite all'utilizzo di stranieri. In questo modo, ha sostenuto il ministro degli Interni, si può dare spazio e fiducia ai calciatori italiani anche in ottica nazionale, dopo le lamentele in tal senso di Roberto Mancini.

Due i possibili punti critici dell'emendamento

  • Da un lato, una questione di principio. “L’idea di imporre ulteriori divieti o tetti al numero dei giocatori stranieri rischia di avere lo stesso effetto dei dazi” ha scritto Giovanni Caccavello su Econopoly del Sole 24 ore, “protezione di aziende (nel nostro caso specifico, protezione dei calciatori italiani) a discapito della competizione, della concorrenza, dell’innovazione e della crescita”. Una strada che in un passato recente hanno tentato di intraprendere il campionato russo e turco senza grandi benefici per le nazionali.
  • Ma c'è soprattutto una questione di merito. Vincolare la partecipazione alla divisione degli utili al minutaggio dei giocatori tesserati per tre campionati di A con la stessa squadra di fatto esclude squadre che non arrivano a tre campionati di A in assoluto (Frosinone) o nella storia recente (Spal). E alla luce di un mercato italiano molto orientato ai prestiti interni, impedisce che il Bologna possa monetizzare l'utilizzo di Orsolini o la Sampdoria il ricorso da titolare al portiere Audero. Allargare la platea a tutti i calciatori under 21 cresciuti in Italia quanto meno permetterebbe a tutte le squadre di poter partecipare alla spartizione, secondo un principio di maggiore equità nelle condizioni di partenza.

Cosa dice la riforma Lotti

Il decreto Lotti stabilisce che il 50% degli introiti televisivi deve essere ripartito in parti uguali, in quota del 30% sulla base dei risultati sportivi conseguiti e il 20% sulla base del radicamento sociale.

  • Nei risultati sportivi pesano per il 15% la classifica dell'ultimo campionato (12% posizioni, 3% punti), per il 10% il rendimento negli ultimi cinque anni, per il 5% i risultati dal 1946 (come indicato nella tabella sottostante).
  • Il radicamento è collegato ai biglietti pagati dagli spettatori nelle ultime tre stagioni e 8% all’audience tv certificata dell’ultimo campionato (in base all’Auditel e ad un algoritmo di ponderazione, combinando diversi fattori tecnici), come spiega Sporteconomy.
  • Al termine della complessa trattativa estiva, la Lega ha ricavato 973 milioni di euro a stagione per i diritti domestici e 371 per i diritti esteri della Serie A: tolta la mutualità, le squadre si divideranno una cifra definibile in 1,2 miliardi.
Una stima della ripartizione dei diritti tv con la riforma Lotti. Il 50% si divide in parti uguali. Il 30% sui risultati sportivi si ottiene così: pesa il 15% la classifica dell'ultimo campionato (12% posizioni, 3% punti), per il 10% il rendimento negli ultimi cinque anni, per il 5% i risultati dal 1946. Nel restante 20% si calcolano: per il 12% i biglietti venduti negli ultimi tre anni, per l'8% l'audience tv certificata (i dati sono stimati, non sono ancora comunicati gli ascolti ufficiali)
Una stima della ripartizione dei diritti tv con la riforma Lotti. Il 50% si divide in parti uguali. Il 30% sui risultati sportivi si ottiene così: pesa il 15% la classifica dell'ultimo campionato (12% posizioni, 3% punti), per il 10% il rendimento negli ultimi cinque anni, per il 5% i risultati dal 1946. Nel restante 20% si calcolano: per il 12% i biglietti venduti negli ultimi tre anni, per l'8% l'audience tv certificata (i dati sono stimati, non sono ancora comunicati gli ascolti ufficiali)

Cosa cambia con la proposta Giorgetti

Se il campionato dovesse finire adesso, possiamo stimare questa distribuzione, che va presa come indicazione in quanto la Lega Serie A non comunica gli ascolti tv di questa stagione finora, in attesa  in attesa di elaborazioni complete che saranno pubblicate sul loro sito a disposizione di tutti. Per un calcolo orientativo, ci siamo basati su stime ragionevoli derivate dai dati del 2017. Per quanto l'articolazione dell'offerta di un anno fa (Sky tutte le partite, Premium le gare di otto squadre) non è ripiegabile sulla suddivisione di quest'anno, con 7 partite a Sky e 3 a Dazn per giornata in funzione soprattutto della collocazione oraria.

Il confronto

Partendo dalla stessa situazione iniziale, ovvero la classifica attuale considerata alla stregua della graduatoria finale del campionato, le differenze nella distribuzione saltano agli occhi e dipendono in gran parte dalla presenza di squadre che non hanno schierato giocatori in grado di rientrare nelle maglie ristrette dell'emendamento.

Con l'emendamento Giorgetti, la fascia del radicamento si riduce al 10%: 6% da dividere in base ai biglietti venduti negli ultimi tre anni, 4% in base all'audience certificata
Con l'emendamento Giorgetti, la fascia del radicamento si riduce al 10%: 6% da dividere in base ai biglietti venduti negli ultimi tre anni, 4% in base all'audience certificata

I dati fanno emergere variazioni consistenti, che evidenziano l'opportunità di formulazioni meno stringenti, almeno all'inizio. Se poi il comitato esecutivo della FIFA dovesse approvare il contenimento dei prestiti a otto per squadra, il nuovo scenario potrebbe consentire un passaggio alla formula attualmente prevista nel testo. Tenendo presente che l'obiettivo dovrebbe essere innanzitutto l'avanzamento del sistema calcio, a tutti i livelli.

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