Diego Simeone torna sull’esultanza: “Chiedo scusa, non era contro la Juventus”
Diego Simeone torna a parlare della sua discutibile esultanza in occasione di Atletico Madrid-Juventus. L'allenatore dei Colchoneros che dopo il gol di Gimenez ha mostrato gli attributi ai tifosi, si è scusato in conferenza stampa, spiegando che il suo gesto non era assolutamente diretto ai sostenitori bianconeri. Parole che potrebbero però non bastare al Cholo per evitare un provvedimento disciplinare da parte della Commissione disciplinare dell'Uefa che potrebbe anche sanzionarlo
Nella conferenza stampa pre-partita di Atletico Madrid-Villarreal Diego Simeone è tornato sulla sfida d'andata degli ottavi di Champions League contro la Juventus. Il Cholo ha parlato nello specifico dell'esultanza sfrenata con mani sui genitali sfoderata in occasione del primo gol dei suoi. Un gesto di cattivo gusto, che Simeone aveva già fatto in Italia durante la sua esperienza da calciatore, in Lazio-Bologna. Il mister argentino si è scusato così: "Voglio chiedere scusa ancora una volta per quel gesto che ho fatto durante la partita alle persone che si sono sentite offese".
Diego Simeone spiega la sua esultanza non rivolta alla Juventus
Nessun riferimento dunque ai tifosi della Juventus da parte di Simeone, che ha ribadito che il gesto che voleva solo evidenziare gli "attributi" dei suoi giocatori: "Ho chiaramente espresso male quello che sentivo per i miei giocatori e in nessun modo era rivolto alla Juventus". L'allenatore dell'Atletico è stato bersaglio di critiche e insulti da parte dei tifosi bianconeri nelle ore successive al match di Champions con messaggi anche beceri.
Cosa rischia Diego Simeone dopo l'esultanza in Atletico Madrid-Juventus
Nel frattempo c'è grande attesa per la decisione della Commissione disciplinare su Diego Simeone attesa per l'inizio della settimana. Il tecnico rischia di pagare a caro prezzo la sua esultanza, essendo anche recidivo ad atteggiamenti sopra le righe in panchina. Per lui possibile apertura di un'inchiesta che potrebbe anche sfociare in una squalifica per un gesto considerato "irriguardoso".