Diego jr a cena con papà Maradona dopo 30 anni
L'ex Pibe de Oro ha riconosciuto, Diego jr, nato dalla relazione con Cristiana Sinagra, solo nel 2007, quattordici anni dopo (1993) che un tribunale riconobbe l'effettiva paternità dell'ex campione argentino. Nel 2003 lo incrociò durante un torneo di golf a Parigi. Solo ieri, come padre e figlio, senza avvocati, hanno mangiato qualcosa e chiacchierato, trascorso qualche ora assieme, riannodato i fili di un rapporto che in 30 anni (da quel 1986 che il ragazzo venne alla luce) non era mai esistito. A dare notizia dell'incontro è stato il quotidiano argentino, Diario Popular. "Un'emozione incredibile! Abbiamo aspettato 30 anni ed era giusto che ci prendessimo questa gioia!", ha scritto poi Diego jr su Twitter.
"Sì, tu sei mio figlio". Poche parole che al figlio del ‘dieci' hanno fatto accapponare la pelle. Mai avrebbe immaginato di poterle ascoltare, mai avrebbe immaginato che quel genitore così assente e così ingombrante un giorno potesse abbracciarlo. Quel giorno è arrivato durante una cena in famiglia a Nordelta, in Argentina. A fare da intermediario è stata l'attuale compagna di Maradona, Rocio Oliva, che – come raccontato da un'amica – su iniziativa di Diego ha chiamato il ragazzo e lo ha invitato a casa. "Tuo padre vorrebbe parlarti", è la frase che il giornalista Jorge Rial ha riportato nel rilanciare la news.
La relazione con Sinagra. Nel Napoli costruito da Ferlaino l'ex Pibe de Oro è il diamante che brilla e fa preziosa una rosa capace di lottare contro lo strapotere del Nord (dalla Juventus fino alle milanesi) per lo scudetto. Luci in campo e ombre fuori dal rettangolo verde: in quegli anni d'oro, non è tutto oro ciò che luccica: il 20 settembre 1986 la signora Cristiana Sinagra partorisce un bimbo, all'anagrafe lo registra con il nome di Diego, sostenendo che il padre è l'asso argentino.
Ha inizio allora il lungo tiro alla fune sulla paternità con Maradona che inizialmente ha negato che quella creatura fosse il frutto della relazione avuta con la donna, mentre quel ragazzo – dalla somiglianza incredibile con il campione sudamericano – cresceva tra la pressione della gente che lo immaginava come un piccolo fuoriclasse e quel fardello troppo pesante da portare sulle spalle di un adolescente. Trent'anni dopo, padre e figlio si sono ritrovati l'uno di fronte all'altro. Perché la storia è così, ‘non si ferma davanti a un portone. La storia dà torto e dà ragione'.