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Diego: “Il flop alla Juventus? Ho pagato per tutti”

A distanza di anni il trequartista brasiliano del Fenerbahce torna a parlare della sua avventura in bianconero, con poche gioie e molte delusioni.
A cura di Marco Beltrami
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Era l'estate del 2009 e una Juventus molto diversa da quella attuale dava la caccia sul mercato ai tanto ambiti "top players". La società bianconera per una cifra vicina ai 25 milioni di euro si assicurò le prestazioni di Diego Ribas da Cunha, meglio conosciuto solo come Diego, reduce da ottime stagioni in forza al Werder Brema. Un investimento importante per un giocatore che subitò conquistò i tifosi, entusiasti di aver trovato un calciatore capace di far fare un ulteriore salto di qualità alla squadra. Dopo la doppietta nel successo sulla Roma il 30 agosto però,  il brasiliano si perse un po' come il progetto di una Juventus confusionaria e priva di gioco. Tanta abnegazione, ma pochissimi spunti degni di nota per un giocatore che nell'estate 2010 lasciò già Torino e l'Italia per tornare in Bundesliga al Wolfsburg.

Diego spiega le ragioni del flop alla Juventus

L'esperienza in bianconero ha segnato Diego, che nella scorsa stagione si è nuovamente messo in mostra all'Atletico Madrid, pur collezionando poche prestazioni da titolare. E così nell'ultima sessione di mercato Diego ha accettato la proposta del Fenerbahce, approdando nel campionato turco. In un'intervista concessa al portale brasiliano Lancenet, Diego è tornato a parlare della sua avventura alla Juventus e del perchè le cose sono andate male: "Se ho fallito alla Juve? Ho pagato io per tutti. In Europa puoi avere alti e bassi, anche a seconda di dove giochi. Alla Juventus, avevo più responsabilità degli altri, difatti era la Juve di Diego, anche per via del contratto, di quanto ero costato. Ho giocato tanto, come titolare e non era affatto male. Ma mancavano i risultati e allora si guardava all'investimento fatto con me. Non siamo stati in grado di vincere, di ambire alla Champions. Il tifoso italiano è "fanatico" e molto esigente Lo prendo come un periodo che mi è servito per crescere". Il trequartista verdeoro classe '85 ha ancora un sogno nel cassetto, quello di vestire la maglia della sua Nazionale, sperando in una convocazione del neoct: "Dunga ct? Io spero ancora in una chiamata del Brasile".

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