Diego Costa: “Critiche ingiuste, non sono bad boy”
Under pressure. Sotto pressione. La convinzione di essere l'obiettivo preferito dei media che gli sparano addosso di continuo ronza nella testa di Diego Costa. Un chiodo fisso, un pensiero che martella l'attaccante spagnolo. Non gli è bastato fare ammenda dei peccati confessando di non essere in forma come nella passata stagione e, soprattutto, giustificando in parte le colpe del manager, Mourinho. Non gli è bastato che Hazard, talento belga spesso decisivo per le sorti del Blues, abbia ammesso che qualcosa non va: "Non capisco cosa mi stia accadendo", ha dichiarato pochi giorni fa. Nulla, il bersaglio prediletto dei tabloid è sempre lui, l'ex punta dell'Atletico Madrid. Prima ne hanno sottolineato lo stato di forma pessimo rispetto all'anno scorso (pubblicando anche scatti dove veniva evidenziato la ‘pancetta'), poi il rendimento e la scarsa capacità di essere efficace, infine l'hanno associato a un altro ‘bad boy'… "Stanno riservando a me lo stesso trattamento destinato fino a qualche tempo fa a Luis Suarez", Diego Costa alza la guardia e prova così a parare i colpi.
Critiche durissime che vanno ad aggiungersi alla situazione generale della squadra, oltre alla scia di veleno lasciata dalla vicenda Carneiro (la dottoressa licenziata dal club) e dalla lite con Mourinho. A proposito del tecnico portoghese, pure lui è andato sulle barricate contro i giornalisti, siano di carta stampata oppure della tv. "Per voi zeru tituli", ha rilanciato in conferenza stampa. Nello stesso solco s'è espresso Diego Costa che all'accostamento con l'ex ‘pistolero' del Liverpool ha aggiunto: "Credo sia stato spinto a lasciare l'Inghilterra, a un certo punto la fama da cattivo ragazzo è divenuta tale che non ha avuto più scelta". Dai reds ai blues, cambia il colore della maglia ma il copione è sempre lo stesso: trovato il capro espiatorio, difficile che riesca a uscire dal cono d'ombra. "E' chiaro a tutti sono al centro del mirino – ha concluso l'attaccante -. Se fai qualcosa di sbagliato è giusto che se ne parli e che finisca sui giornali. Non capisco, però, perché devo meritare certi titoli quando non faccio niente di male. Spero che sia solo una mia impressione e che mi sbagli…".